Negli Stati Uniti non c’è candidato, consulente o esperto in materia elettorale che non ponga al vertice della scala delle priorità la necessità di elaborare un messaggio elettorale credibile. In Italia il concetto di “messaggio” elettorale non è mai stato sufficientemente affrontato al punto che risulta persino difficile una sua corretta definizione nella nostrra lingua. Eppure è impossibile disconoscere che senza una linea guida, un concetto di base, un messaggio forte, è impossibile costruire la strategia di una campagna elettorale. Si potrebbe quasi affermare che i soggetti di una campagna elettorali sono il candidato e il suo messaggio. Una possibile trasposizione in italiano del “messaggio” che viene posto al centro delle campagne elettorali statunitensi, ma non solo, potrebbe essere il programma elettorale ma, nel nostro caso, si tratta quasi sempre di un insieme di più argomenti che spaziano nei temi più disparati. Il “messaggio”, the message, è invece racchiuso in poche righe ed è la sintesi di un programma ben più complesso. In Italia l’utilizzo del messaggio elettorale, spesso sintetizzato in uno slogan - ma sarebbe sbagliato ridurlo a questo -, è relativamente recente e per lo più limitato ai leaders nazionali dei partiti o delle due coalizioni. Nei singoli collegi i candidati tendono a proporre programmi che toccano punto per punto i problemi del loro territorio con il risultato, spesso persino grottesco, che tutti i programmi sono uguali e, fatto salvo qualche piccolo aggiustamento, potrebbero essere riproposti su tutto il territorio nazionale da candidati sia della coalizione del centrodestra sia da quelli del centrosinistra.
Il messaggio, il core di un programma elettorale, è una sua estrema sintesi, una frase che racchiude una filosofia, una strategia politica, un piano d’azione che gli elettori condividerla o meno. Il messaggio racchiude quindi il motivo per il quale un candidato partecipa a quella determinata competizione e determina negli elettori la scelta a favore dell’uno o dell’altro. Un messaggio elettorale è per sua natura radicale e sancisce, senza ombra di dubbio, che il candidato A è contro il candidato B, oppure che la coalizione di centrodestra è contro quella di centrosinistra. Quando gli elettori devono compiere la loro scelta non votano pensando che un candidato è più buono di un altro, o più educato, o più famoso: votano un candidato (o una coalizione) contro un altro. Votano cioè a favore di uno ma soprattutto contro un altro.
Un messaggio può essere illustrato o simbolizzato nei modi più diversi: in una frase, una parola, un discorso, un segno grafico, un colore, l’espressione di un volto, un gadget. L’importante è che sia sempre al centro della campagna elettorale e che ne faccia da filo conduttore. Talvolta si tende a confondere il messaggio con la strategia elettorale. La differenza fra i due concetti è che il messaggio risponde essenzialmente alla domanda “perché ti sei candidato?” (Why are you running?) mentre la strategia risponde alla richiesta di conoscere quali strumenti saranno individuati e come saranno utilizzati per essere eletti (How you will win?).
Un messaggio elettorale credibile non può quindi essere frutto di un momento creativo ma, il risultato di un accurato lavoro di analisi e di ricerca sul territorio teso ad individuare le caratteristiche e quindi le aspettative di quello specifico elettorato.