venerdì 15 maggio 2009

ALLEARSI PER VINCERE


Non c’è candidato, esordiente o in carica, che possa permettersi di fare una campagna elettorale senza intessere alleanze con gli altri componenti del suo partito, con quelli della coalizione della quale fa parte e talvolta anche con i suoi avversari. Se ciò è un obbligo per un candidato, a maggior ragione lo è per un partito che, nel nostro sistema bipolare, risulta vincente nella misura in cui riesce ad aggregare il numero maggiore di forze politiche per dar vita a una vera e propria coalizione. A prescindere dal livello nazionale, dove è sin troppo evidente che compito di ogni partito leader di una coalizione è di far sì che tutte le diverse componenti che fanno riferimento al centrodestra o al centrosinistra si identifichino in quelle aree, anche in ambito locale è ormai assodato che vince la coalizione più articolata che è riuscita ad evitare che dei partiti o dei movimenti agiscano autonomamente.

Come può un candidato favorire le alleanze e quindi ipotecare la vittoria della sua coalizione e quindi del suo partito? Il problema è ovviamente del partito leader, di quello cioè che detiene la maggioranza all’interno della coalizione, e del suo leader (candidato Sindaco o candidato Presidente di Provincia). Sarà lui a operare affinchè rientrino sotto l’ombrello della coalizione tutti i movimenti e partiti che inevitabilmente si costituiscono sulla base di precisi interessi per lo più limitati a singoli leader ma in ogni caso in grado di calamitare il voto di un certo numero, sia pur contenuto, di elettori. Nel sistema bipolare, dove è venuto meno il ruolo dei partiti che nella Prima repubblica miravano a rappresentare il cosiddetto ago della bilancia con risultati in termini di potere spesso stupefacenti, ogni singola alleanza – e quindi ogni singolo voto -, possono risultare determinanti per la vittoria.

Da qui la necessità di scendere a patti, accettare compromessi, distribuire prebende e incarichi pubblici, pur di garantirsi l’appoggio di partiti e movimenti, anche apparentemente ininfluenti, in un contesto in cui è essenziale evitare i nemici al proprio interno.