lunedì 18 maggio 2009

CHE COSA FARE DA OGGI AL 6 GIUGNO


La carta elettorale è un profondo segno di arretratezza. Per carta intendo tutto il materiale stampato che in questo periodo viene sfornato dalle tipografie (per anni le elezioni sono state il loro core business; ci sono stabilimenti tipografici che prosperano in campagna elettorale e che poi vivacchiano in attesa delle elezioni successive) e che va ad imbrattare cartelloni elettorali, a intasare le poste e a riempire le cassette degli elettori.
Il giro d'affari in Italia è enorme così come sono enormi i rischi che, ad elezioni avvenute, il candidato eletto (e soprattutto non eletto) scompaia lasciando dei vistosi conti in sospeso. E' per questo che le tipografie chiedono sempre più spesso il pagamento delle fatture al momento della consegna del materiale. La vicenda si complica quando il destinatario delle fatture non sono i candidati ma i cosiddetti sponsor che, soprattutto nel caso di una elezione perdente, scompaiono o negano qualsiasi tipo di rapporto con quel candidato (naturalmente di accordi scritti in questi casi non se ne parla).
Non me ne voglia la lobby dei tipografi ma personalmente ritengo che il ricorso massiccio a materiale stampato (a parte i cosiddetti santini) sia inutile, dispendioso e anacronistico.
E' più utile un passaggio televisivo che 100 mila lettere agli elettori, che normalmente passano direttamente dalla cassetta della posta ai cestini.
E' più utile una buona gestione di internet di decine di costosissimi manifesti 6x3 pre-campagna elettorale.
E' più utile una ricerca sui bisogni reali dell'elettorato a cui ci si rivolge che migliaia di depliant quasi sempre orribili e ripetitivi.
Se nel 1991 scrivevo che i candidati devono andare nei mercati, frequentare zone in cui ci sono assembramenti di persone, oggi dico che l'unica attività che ha un senso è andare di porta in porta, mettersi una coccarda con il proprio nome e fermare la gente per strada, dare la mano, ascoltare piuttosto che costringerla a sentire la solita litania.
Oggi, a metà della campagna elettorale, queste sono le cose da fare e non fare:

1. Non mettete un gazebo nei pressi di quello dei vostri avversari, lasciate perdere anche i tavolinetti. Prendete una cassetta della frutta, rovesciatela e mettetevi sopra mentre siete circondati da collaboratori che distribuiscono santini. Distinguetevi per originalità. Andate nelle periferie. Parlate con la gente. Offrite un caffè. Lasciate perdere i gadget: la gente ha le case piene di oggetti inutili da 90 centesimi.

2. Smettetela di scrivere lettere e non lasciatevi prendere dal delirio degli ultimi giorni. Raddoppiare il materiale stampato giova solamente alle tipografie (se mai le pagherete).

3. Non dite di no anche alla più piccola, poco ascoltata e ininfluente delle emittenti radiofoniche e televisive locali e comportatevi, anche davanti al conduttore più rozzo, come se foste su una rete nazionale.

4. Le serate in discoteca lasciatele ai candidati giovani e giovanissimi (under 30) che le discoteche le frequentano per abitudine. Se necessario, cercate testimonials credibili. Le veline se le può permettere solamente chi è già al potere.

5. Fate e rifate la lista di amici, parenti, conoscenti, amici degli amici. Cercate di organizzare un incontro e lavorate sulla motivazione. Chiameteli al telefono, siate seri e attendibili.

6. Pagate i vostri collaboratori. Non siamo in America dove esiste il volontariato e i candidati, se eletti, sono riconoscenti verso chi ha lavorato per loro.

7. Non litigate, non siate paranoici. Non c'è alcun complotto contro di voi e se la stampa locale non vi cita è perchè la vostra candidatura e le vostre gesta non fanno vendere una copia in più. Mandate delle lettere al Direttore e intercettate i bisogni della gente. Accantonate il narcisismo.

8. Inserite nel vostro sito web (farlo oggi, il sito, non ha più alcun senso) o nel vostro blog dei filmati, un vostro breve commercial. Se mandate in onda uno spot sulle televisioni locali inseritelo anche nel sito. Mettetelo su youtube. Usate i social network. Chiedete a un collaboratore di lavorare per voi full time su Facebook. Inserite notizie, commenti, pareri. Non siate noiosi e cercate di fare rete con i vostri elettori.

9. I candidati alle europee lavorino su due fronti: il voto di appartenenza e quello di opinione. Il primo richiede accordi con i potentati locali del proprio partito, negoziazioni, scambi di favori, accordi con la segreteria nazionale. Il secondo impone farsi conoscere dall'opinione pubblica. Fatevi venire idee notiziabili, usate le televisioni, mandate ai giornali locali notizie brevi sapendo che finiranno nella voce Incontri o Agenda. Se ne avete la possibilità cercate di essere presenti a dibattiti sulle reti nazionali. Non intasate i giornali della vostra circoscrizione con pubblicità a pagamento: sono costosissime e spostano pochissimi voti. Fatevi venire idee che possano rimbalzare sulla stampa nazionale. Se siete efficaci in pubbblico usate questo talento anche in incontri in cui si parla di temi con non sono necesariamente attinenti alla campagna elettorale.
Se siete efficaci in televisione, acquistate spazi sulle emittenti locali. Se avete una voce accativante usatela per gli spot radiofonici. Non siate mai banali. Per voi vale più un'idea di un milione di santini o depliants e rassegnatevi al fatto che queste elezioni - a oggi- hanno scarsa presa sull'elettorato.
Accordatevi con i candidati sindaci o presidenti di provincia dove si vota per le amministrative. Fate un ticket con loro. Negoziate il vostro apporto alla loro campagna elettorale.
Prendete un autista e non perdete tempo con i cosiddetti tirapiedi che spuntano carichi di promesse e presunti voti a tutte le elezioni. Sono, appunto, dei tirapiedi. E l'Italia è piena di individui che, per i motivi più diversi, cercano di intrufolarsi nelle campagne elettorali europee. Laciateli perdere. Non portano voti e, se gli riesce, vi portano via soldi.
Trattate con le pinze anche i vostri compagni di partito che promettono tickets. In qualsiasi elezione vige una regola ancor oggi indiscutibile ed indiscussa: "ognuno corre per sè". Il resto son chiacchere.

10. Infine. No panic. A oggi niente è scontato. Nei prossimi giorni può succedere ancora di tutto (eventi nazionali, internazionali e via dicendo) e gli elettori decidono per chi votare l'ultima settimana. Preparatevi a ogni aggiustamento di rotta.

PS. Se siete donne, questo è il vostro momento.