martedì 26 maggio 2009
MACHIAVELLI DIXIT
“A uno principe, adunque, non è necessario avere in fatto tutte le soprascritte qualità, ma è bene necessario, parere di averle.
Anzi, adirò a dire questo, che, avendole e osservandole sempre, sono dannose, e parendo di averle, sono utili; come parere pietoso, fedele, umano, intero, religioso, ed essere; ma stare in modo edificato con l’animo, che, bisognando non essere, tu possa e sappi murare el contrario”…….
“Debbe, adunque, avere uno principe gran cura che non li esca mai di bocca una cosa che non sia piene delle soprascritte cinque qualità, e paia, a vederlo e udirlo, tutto pietà, utto fede, tutta integrità, tutto umanità, tutto religione. E non è cosa più necessaria a parere di avere che questa ultima qualità. E li uomini in universali iudicano più alli occhi che alle mani (più alle apparenze che alle azioni); perché tocca a vedere a ognuno, a sentire a pochi.
Ognuno vede quello che tu pari, pochi sentono quello che tu sé; e quelli pochi non ardiscano opporsi alla opinione di molti, che abbino la maestà dello stato che gli difenda: e nelle azioni di tutti gli uomini, e massime de’ principi, dove non è iudizio a chi reclamare, si guarda al fine.
Facci dunque uno principe di vincere e mantenere lo stato: e mezzi saranno sempre iudicati onorevoli e da ciascuno laudati; perché il vulgo ne va sempre preso con quello che pare e con lo evento della cosa (con l’apparenza e col successo), e nel mondo non è se non vulgo; e li occhi non ci hanno luogo, quando li assai hanno dove appoggiarsi.
Alcuno principe de’ presenti tempi, quali non è bene nominare, non predica mai altro che pace e fede, e dell’una e dell’altra è inimicissimo; e l’una e l’altra, quando è l’avessi osservata, egli arebbe più volte tolto o la reputazione o lo stato”
Niccolò Machiavelli
(1469-1527)
Il Principe cap. XVIII: Il che modo i principi abbino a mantenere la fede
Anzi, adirò a dire questo, che, avendole e osservandole sempre, sono dannose, e parendo di averle, sono utili; come parere pietoso, fedele, umano, intero, religioso, ed essere; ma stare in modo edificato con l’animo, che, bisognando non essere, tu possa e sappi murare el contrario”…….
“Debbe, adunque, avere uno principe gran cura che non li esca mai di bocca una cosa che non sia piene delle soprascritte cinque qualità, e paia, a vederlo e udirlo, tutto pietà, utto fede, tutta integrità, tutto umanità, tutto religione. E non è cosa più necessaria a parere di avere che questa ultima qualità. E li uomini in universali iudicano più alli occhi che alle mani (più alle apparenze che alle azioni); perché tocca a vedere a ognuno, a sentire a pochi.
Ognuno vede quello che tu pari, pochi sentono quello che tu sé; e quelli pochi non ardiscano opporsi alla opinione di molti, che abbino la maestà dello stato che gli difenda: e nelle azioni di tutti gli uomini, e massime de’ principi, dove non è iudizio a chi reclamare, si guarda al fine.
Facci dunque uno principe di vincere e mantenere lo stato: e mezzi saranno sempre iudicati onorevoli e da ciascuno laudati; perché il vulgo ne va sempre preso con quello che pare e con lo evento della cosa (con l’apparenza e col successo), e nel mondo non è se non vulgo; e li occhi non ci hanno luogo, quando li assai hanno dove appoggiarsi.
Alcuno principe de’ presenti tempi, quali non è bene nominare, non predica mai altro che pace e fede, e dell’una e dell’altra è inimicissimo; e l’una e l’altra, quando è l’avessi osservata, egli arebbe più volte tolto o la reputazione o lo stato”
Niccolò Machiavelli
(1469-1527)
Il Principe cap. XVIII: Il che modo i principi abbino a mantenere la fede