venerdì 22 maggio 2009

COME SOPRAVVIVERE A UNO STUDIO TELEVISIVO


L’ansia da prestazione televisiva è una sindrome universale che si sconfigge unicamente con l’esperienza o con un buona attività di training. I sintomi che si manifestano all’ingresso di uno studio televisivo, o all’inizio delle riprese ,sono affanno, tachicardia, leggero capogiro, mani sudate e soprattutto il dubbio atroce di non sapere che cosa dire. L’enormità della propria inadeguatezza emerge quando, se siamo con altri ospiti, li sentiamo rispondere con le parole che avremmo utilizzato noi o, peggio ancora, con termini che ci sono estranei e che in quel momento ci paiono perfetti. La sensazione di annichilimento, che è la stessa che proviamo quando ci troviamo a dover parlare in pubblico, normalmente si attenua alle prime domande, ma se non riusciamo a trovare il bandolo della nostra emotività può seguirci sino alla fine della trasmissione azzerando la nostra autostima ed esponendoci al rischio di una performance di scarsa qualità. L’ansia, qualsiasi sia il motivo scatenante, può essere controllata e sconfitta. Quella che dilaga in occasione di un’apparizione televisiva, pur essendo temporanea si innesca sempre su una personalità emotivamente compromessa, facilmente vittima degli effetti dello stress, facilmente fuori controllo; caratteristiche psicologiche queste che riguardano oltre il 90 per cento della popolazione adulta e generalmente è definita “normale”. Tutto ciò per dire che chi non è ansioso in prossimità di una telecamera, soprattutto alle prime esperienze di questo tipo, rappresenta un’eccezione.

Il blocco della memoria, la matematica certezza di aver azzerato la propria capacità di esprimersi, è un’esperienza condivisa da qualsiasi inesperto che si trovi davanti a una folla reale o virtuale in procinto di emettere un giudizio. Partire dal presupposto che questo meccanismo ansioso è inevitabile e che può essere superato è un buon modo per mitigarne le conseguenze.

La campagna elettorale è, di per sé, un concentrato di tensioni e la gente lo sa bene. Impegnarsi ad apparire del tutto tranquilli rischia di produrre un effetto opposto a quello desiderato. La tensione deve quindi moderatamente trasparire perché è un segnale che si è impegnati in quello che si sta facendo. Se poi si è in grado di farne oggetto di ironia questo sarà il massimo e il risultato non potrà non essere che positivo.

La regola aurea per superare l’ansia è quella di esercitarsi ad affrontarla e a sconfiggerla. Ne rimane vittima solamente chi non sa o non vuole riconoscerla per non doversi mettere in discussione; ma questo è un altro discorso.

La televisione è un mostruoso amplificatore di tutto ciò che rimanda sul video e quindi anche degli stati emotivi. L’ansia, in televisione, viene percepita come una nevrosi e una perdita di controllo, la calma eccessiva come una estraniamento dal contesto. Controllare la situazione, sapere cioè dove si è e che cosa si sta facendo equivale a comunicare sicurezza e a generare fiducia.

Un candidato deve misurare le proprie forze, verificare se e fino a che punto il suo stato emotivo può rappresentare un ostacolo alla vittoria o, viceversa, come può essere valorizzato e trasformato in una risorsa. In ogni caso, a meno di non aver già acquisito una buona abitudine al mezzo televisivo, è necessario mettersi nella posizione di chi deve apprendere, e rapidamente, tutte le regole necessarie a trasformare le proprie performance televisive in un’occasione per aumentare la propria platea di elettori.

Mentre i leader si contendono le presenze nelle emittenti nazionali partecipando a talk show, conquistandosi spazi nei telegiornali e accettando di partecipare a ogni sorta di dibattiti anche in contenitori di puro intrattenimento, sul cosiddetto territorio i candidati non possono non prendere atto che la televisione, anche su scala locale, ha uno straordinario potere di penetrazione nell’opinione pubblica. Che i contenitori siano di livello qualitativo ben diverso rispetto a quelli delle reti nazionali, per un semplice fatto di risorse economiche, è fuor di dubbio ma è altrettanto vero che facendo zapping o dedicando parte del proprio tempo alle emittenti locali – soprattutto nella fascia oraria delle news notturne -, gli elettori vedono quasi sempre la televisione mentre molto spesso non incontrano mai personalmente un candidato.

Per quanto poco sofisticata possano essere la scenografia e la tecnologia di uno studio televisivo di una piccola emittente commerciale (raramente le telecamere sono più di due e mobili), è necessario rispettare alcune regole che sono le stesse che valgono in tutti gli studi televisivi del mondo.

Se un candidato non ha alcuna dimestichezza con il video, se cioè non è mai stato ripreso da una telecamera e quindi non immagina nemmeno quale possa essere il risultato di una sua comparsa televisiva, è meglio che faccia un po’ di training sfruttando la disponibilità di qualche amico dotato di videocamera oppure riprendendosi da solo. Oggi si trovano in commercio videocamere digitali compatte con le quali ci si può rivedere comodamente nel monitor del proprio computer o nello schermo della propria televisione. Chiedete quindi a un amico di riprendevi con una videocamera mentre un’altra persona vi pone delle domande. Le domande devono essere prevalentemente attinenti alla vostra campagna elettorale mentre un paio riguarderanno argomenti generici. Obiettivo di queste ultime – sulle quali vale la pena esercitarsi a lungo -, è di mettere alla prova la vostra capacità di rispondere brevemente e di ritornare rapidamente a quello che è il tema della vostra campagna elettorale. Fatevi “intervistare” per non più 15 minuti cercando di focalizzarvi su quelli che sono i punti chiave del vostro programma elettorale. Rivendendo il filmato, se non avete precedenti esperienze televisive, resterete stupiti da come risultate sia in video sia in audio. Cercate di essere obiettivi nell’autovalutazione e fatevi aiutare da qualche collaboratore o amico che possa giudicarvi con la dovuta oggettività.

Usate il fermo immagine per controllare gesti o espressioni sbagliate, ascolate le risposte che avete fornito e cercate di sintetizzarle in frasi sempre più brevi. Ripetete la registrazione e rivedetevi tante volte quanto basta per arrivare a quello che può essere considerato il livello più alto della vostra prestazione. Cambiate location, rispondete alle domande stando seduti – come quasi sempre accede nelle situazioni reali -, e stando in piedi. Cambiate abito sino a quando non siete totalmente soddisfatti della vostra immagine. Le candidate sistemino la piega dei capelli, controllino qual è il colore che meglio si intona al loro volto, si esercitino a stare sedute con le gambe accavallate e con le gambe unite. Scelgano la posizione, l’abito, il trucco, nei quali si trovano più a loro agio e si riconoscono rispetto all’immagine che vogliono comunicare. Siate umili e fatevi sempre aiutare da qualcuno in grado di giudicarvi senza pregiudizi.

Le regole da seguire davanti a una telecamera sono queste:

. state seduti ben dritti sulla sedia o sulla poltroncina che avete a disposizione;

. rispondete alla domande rivolgendovi al vostro interlocutore solamente se si trova almeno quattro passi davanti a voi. Se è alle vostre spalle, come accade in alcuni talk show, rispondete guardando alla telecamera che in quel momento vi inquadra e che identificherete dalla luce rossa accesa;

. tenete le mani in vista all’altezza del torace. Non gesticolate troppo ma utilizzatele per sottolineare ciò che dite;

. potete tenere anche le gambe accavallate ma senza farle oscillare dalle ginocchia in giù;

. fate movimenti lenti con la testa. Non scuotetela. Non fate gesti bruschi (un repentino cambio di posizione o un movimento improvviso sono normalmente indice di disagio);

. indossate abiti confortevoli e convenzionali come quelli che indossereste in un colloquio di lavoro. Agli uomini non è consentito portare alcun gioiello al di fuori dell’orologio e della fede nunziale. Fatte sparire, prima che accendano le telecamere un eventuale fermacravatta. Le donne possono permettersi – oltre all’orologio e alla fede - al massimo un altro gioiello da scegliersi tra un girocollo, un anello, un bracciale, gli orecchini. Questi ultimi, se scelti con cura, possono davvero modificare in meglio la percezione del volto (le piccole perle bianche possono fare miracoli!). Il bracciale non deve essere portato sullo stesso polso dell’orologio per evitare il tintinnio.

Da evitare stoffe a quadretti troppo piccoli o fantasie. Le cravatte scure sono televisivamente accettabili mentre quelle rosse sono rischiose. La camicia grigio chiaro è la più adatta ad essere indossata davanti a una telecamera di quella tradizionale azzurra a tinta unita. Le donne evitino calze nere, a rete o operate. Meglio quelle color naturale indossate con scarpe esili tipo decoltè in tono con l’abito. La scollatura che rende meglio è quella a V, non profonda. Qualcosa di bianco o di rosa tenue vicino al viso valorizza qualsiasi carnagione. Per le candidate, un tailleur in tinta unita è la miglior soluzione ma anche un abito con le maniche – lunghe o corte – può andare bene. Da lasciare nell’armadio gli abiti senza maniche ( a meno che le spalle non siano perfette come quelle di Michelle Obama!), le gonne troppo corte o troppo lunghe, le stole di pashmina, i foulands, gli abiti neri, i maglioni in generale ma soprattutto quelli a collo alto, i calzoni bianchi, i tacchi a spillo. Il nero invecchia sia gli uomini sia le donne.

Gli uomini devono sapere che uno spezzato tende a renderli più bassi mentre un abito scuro intero slancia. Nel loro guardaroba non dovrebbero mancare, per le apparizioni televisive, un abito blu scuro, un abito grigio scuro nella tonalità che più si intona alla carnagione, una giacca blu da indossare con i calzoni grigi. Gli occhiali devono essere avere le lenti sottili e una montatura leggera. Per nessuna ragione si possono indossare occhiali con le lenti scure. Chi veste sempre casual è meglio che si attenga al suo stile consueto, ma non rinunci alla giacca anche se di taglio sportivo purchè non si tratti di un giubbotto (c’è stata una trasmissione televisiva alla quale erano stati invitati i rappresentanti del partito dei Verdi che avevano fatto sfoggio collettivo di camice scozzesi, giubbotti, calzoni e giacche di velluto: l’effetto visivo era quello di un gruppo di reduci da una partita di caccia!). Da riservare a una partita sul campo da tennis o durante una maratona i famigerati calzini bianchi. Per tutti grande attenzione va riservata ai capelli. Anche il più esemplare dei portamenti può essere compromesso da una capigliatura disordinata o, peggio ancora, non perfettamente pulita. Stessa attenzione va riservata alle mani: unghie corte e ben curate sono un imperativo per uomini e donne. Queste ultime possono consentirsi anche una lunghezza media ma rigorosamente senza uno smalto che vada oltre la gradazione del rosa tenue. Se è inopportuno rifiutare un passaggio nella sala trucco prima di accedere allo studio di una televisione nazionale è altrettanto poco sensato non farsi qualche ritocco al maquillage. Un po’ di cipria per attenuare la pelle lucida non è per un uomo segno di omosessualità ma unicamente di ordine. Le signore lascino nel beautycase rossetti di colore troppo intenso, i gloss, gli ombretti troppo chiari o troppo scuri e soprattutto perlati. Un fondotinta opaco dello stesso colore della carnagione aiuta a togliere le imperfezioni, la cipria a rendere la carnagione più compatta. Concentrarsi possibilmente sugli occhi curando le sopracciglie, usando un correttore morbido per le occhiaie, facendo uso di un ombretto color albicocca e un mascara che non appesantisca (meglio marrone che nero). Niente matite o kajal. Il rossetto deve essere chiaro e le labbra ben definite con una matita dello stesso colore. L’effetto migliore è dato, prima di ogni altra cosa, dalla pelle chiara e ben curata sia del viso sia delle mani. Le luci e i primi piani, se non si è delle starlette o delle veline, richiedono un trucco naturale, quasi invisibile. Gli occhiali, abbinati alle luci dello studio, aggiungono 5 chili e 5 anni. Compensate questo effetto scegliendo gli abiti con cura e un makeup leggerissimo. Se non potete fare a meno della famigerata lacca fate in modo che non tocchi la pelle del viso dove provocherebbe un drammatico effetto cellophane. Il calore delle lampade aumenta la traspirazione quindi è meglio evitare di bere, soprattutto tè o caffè, un’ora prima di andare in onda. Non dimenticare mai che ci si trova in uno studio televisivo a parlare di politica e non in un salotto o in un bar. L’obiettivo non è sedurre qualcuno ma conquistare voti e fiducia.

. Sorridere. Essere di buon umore. Rilassarsi. Essere convincenti e credere profondamente in ciò che si dice.