lunedì 31 dicembre 2007
NEWS FROM NE
Il conte, ex presidente della Provincia defenestrato per un peccato veniale (aver promesso un posto di lavoro a un disoccupato/candidato in cambio di voti) e uno mortale (averlo messo per iscritto), ha fondato un nuovo partito che si aggancia all'autonomismo locale (sono da considerarsi vane le richieste di spiegazioni. Non ne ho) e ai comitati del No.
L'idea non è stupida perchè in entrambi i casi - autonomismo e No ad oltranza -, esiste il cosiddetto zoccolo duro (talebani docet). Quindi una manciata di voti è garantita. Il capo, neanche dirlo, sarà la Valeria Grillo. Per eventuali commenti prego leggere tra le righe del post precedente. I propositi sono quelli di presentarsi alle elezioni comunali, regionali e provinciali. Bene, a sinistra certamente qualcuno brinda. E a sinistra anche tutto tace. Mentre verso destra si odono rombi di mortaretti (la serata si presta) dall'altra parte si aspetta che il governatore cali le sue carte e che di qui a poco (e non sarà poco) dichiari che la sua candidatura è legata ad altre candidature (provincia e comune). Questo significa che avrà due suoi uomini che faranno campagna elettorale per lui nei luoghi in cui in questo momento potrebbe incontrare maggiori difficoltà (città e provincia di Udine). Il governatore uno e trino potrebbe così cavarsela alla grande lasciando che dalla parte opposta (anche se lui NON HA parti opposte) spuntino candidature autonome, deliri personalistici, partiti dell'ultima ora. A tenere le briglie del centrodestra sarà ed è ancora il Mister. Quel senatore Saro che si sta imolando (!) per condurre Dini sulla strada della Cdl e far cadere definitivamente il Governo cosa che, se andrà in porto, gli procurerà dei crediti da parte del boss che non dovrebbe esitare a dargli carta bianca in sede locale consentendogli così di proseguire nel suo adorato giochino di sistemare le vicende da sinistra a destra. Sogno parzialmente interrotto dalla vicenda Snaidero (candidatura mancata). Ecco quindi che tutto cambia perchè nulla cambi. Così vanno le cose ad est dell'est dove i confini realmente cadono. Ma è ben poca cosa.
Sex & Sarkò
Bene. L'accesso a questo blog avviene ancora per vie misteriose quanto casuali rendendo i cosiddetti aggiornamenti una variabile indipendente dalla mia volontà.
Tanto vale riprendere quindi dal mon president per chiedersi se la sua immagine è in via di compromissione dopo il blitz sentimentale sui lidi egizi main dans la main con la sosia (in meglio) della sua ultima moglie. A parte la mia giustificata ira causata da una evidente e dichiarata invidia (l'homme est vraiment tres sexy), l'averlo paragonato a un carfagnato qualsiasi a mio parere è stato un azzardo al pari dal ritenere che un leader politico non debba o non possa - pena la messa in discussione della sua credibilità politica - tenersi sulle ginocchia delle ragazzette sgallettate, portarsi in gita una sabauda mademoiselle o congiungersi con una giovinotta già fidanzata con un gentiluomo, patron del calcio nostrano.
Il fatto che sia stata posta questa questione la dice lunga sulla persistenza di alcuni luoghi comuni legati alle cosiddette “valutazioni” di genere. Definizione quest’ultima verso la quale nutro una sincera ripugnanza e che giuro di non ripetere per il resto della mia vita virtuale. Per farla breve pare che nell’evoluta Europa l’idea dominante sia quella, di conclamata origine partenopea, che è meglio (più giusto) comandare che fottere. Idea questa certamente ispirata da qualche libertino travestito da monaco trappista che, esauriti i tradizionali colpi in canna, ha trovato conveniente diffondere il verbo della castità e via dicendo in quel milieu dove sguazza la meglio sinistra e/o destra moralista. Non è che sia perversa e che questo argomento mi gasi in particolare ma c’è un qualcosa di cattolico in questo precludere a chi ha responsabilità politiche (morali?) una allegra vita (sognata o vissuta) sessuale. Se Clinton se l’è cavata dai pasticci con la stagista con tanto di abitino blu con la prova del dna presidenziale e rischia di diventare firstgentleman, da questa parte dell’oceano monsieur Sarkò - ma che destino!, ha dovuto contendersi la presidenza con una donna (chissà se
E adesso immaginiamo che il nostro DabliuWì esca di testa (fall in love) e se ne vada a Capri mano nella mano con la Bellucci o l’icona democratica Ferilli (destroso compagno permettendo). Oppure che a farlo sia il prode premier dopo essersi liberato dal controllo a vista esercitato da sua moglie (ma perché mai lo tallona sempre? Sindrome da second lady? Gelosia? Eh he he...). Beh, non sarebbe facile gestire le vicende. E proprio perché dalle nostre parti chi comanda deve congelare sesso e cuore oppure entrare nella logica montezemoliana della famiglia aperta. Talmente aperta che tutti sono amici di tutti e la cosa è così chic da far invidiare le tavolate con le ex e gli ex delle ex che ex lo sono in tutto fuorchè nell’agiatezza (che agevola molto la gestione delle ex e degli ex). Ma attenzione. Il porcone è sempre di destra perché la sua appartenenza politica è grezza di natura. Se ne potrebbe grezzamente dedurre che anche Sarkò è un porcone. Ma qui la vicenda si ingarbuglia per una serie di motivi noti a noi del mestiere. 1. Il suo carisma, nonché charme, gli consente comportamenti, anche privati, preclusi ai più; 2. La sua nonchalance nella gestione del suo attuale flirt lo rende super partes (ohhhhhhh….!). Comunque sia Monsieur se la cava alla grande in qualsiasi modo vadano le cose e nonostante le critiche che gli giungono da destra e da sinistra, da uomini (invidiosi) e donne (invidiose).
La sua inscalfibile attitudine al comando/potere dimostra che questi non collidono con la manifestazione della sua sessualità e che le due cose possono tranquillamente procedere pari pari. Cosa che, lo abbiamo visto, non è semplice da far transitare nella mediocrità di politici ed elettori e commentatori made in Italy per i quali il sesso ha poteri di obliteramento per le menti di chi dovrebbe decidere e comandare e quindi fare politica.
L’uomo innamorato è, nel sentire comune, un debole. Così debole da essere assimilato a una donna alla quale - anche questo è un aspetto piuttosto intrigante - si perdona più facilmente che si dichiari omosessuale piuttosto che soavemente in love (vedi la Clinton o la Rice) di un uomo.
Questo post mi sembra piuttosto alberoniano nel suo sviluppo ma non va dimenticato che con quel sant’uomo ho sostenuto il mio primo esame di Sociologia 1. E lui allora era follemente innamorato di una giovane antropologa….
martedì 18 dicembre 2007
LOVE IN PROGRESS
Prosegue il mistero. Per quanto mi sforzi attraverso l'utilizzo di alchimie tecnologiche creative (tecnologia creativa?) non riesco ad "entrare" in questo blog. Qualche spiritaccio telematico mi (ri)gira su Dogsapiens dove appaiono i miei riferimenti. La sostanza è che rischio di far morire questo blog (l'esempio con un tamagoci è tutt'altro che insensato) per incapacità di accesso. E allora uno mi potrebbe chiedere come è possibile che in questo momento ci stia scrivendo. Risposta: non lo so. Carpe diem.
Concetto quest'ultimo che deve essere ben chiaro alla Carla Bruni, qui a lato in slippini, quasi quaranta centimetri più alta del mio ultimo flirt virtuale, il nanerottolo (oh, mon petit president...) francese il cui fascino (si scrive fascino ma si legge potere) mi aveva stregata sin dai tempi in cui faceva l'avvocato d'assalto.... bè, non proprio stregata, ma la sensazione che il ragazzo avrebbe fatto strada mi era ben chiara (questo è un elementare esempio di fiuto professionale). L'altro mio potenziale flirt riguarda Putin - non c'è niente da ridere - anche lui piuttosto bassino quanto potente. Che ci sia una relazione tra le due cose, voglio dire nanismo e potere? Eppure i manuali americani sostengono che in caso di elezione è sempre favorito il candidato più alto (di statura). Bene, si sbagliano. Qui in Europa le cose non vanno in questo modo e il cavaliere ne è una prova, per non parlare del governatore del FVG. Piccini piccini ma capaci, da un qualsiasi predellino, di farsi giganti. Se poi decidono che la televisione E' IL MEZZO la loro altezza diventa un dettaglio e, vi assicuro, tra due contendenti SEDUTI davanti a una telecamera risulta più gradevole
il più esile. E qui inserisco un consiglio per gli acquisti: se una signora vuole risultare più graziosa scelga sempre una poltrona grande dove sedersi con gambe accavallate e accostate. Le poltroncine alla MVB valorizzano solamente le autoreggenti, magnifica invenzione che diventa sublime in un contesto più avvolgente (se le autoreggenti non si vedono o non si intuiscono perchè mai indossarle?) dove perdono la loro priorità e diventano UNO dei possibili elementi di charme che ovviamente funziona se abbinato all'energia che è contagiosa tanto quanto l'apatia. Personalmente se dovessi scegliere tra una schiera di potenziali candidati opterei per quello con maggiore energia. E qui, volente o nolente, devo ammettere che l'arcore's man continua a restare saldamente in testa alla top ten dei leaders nostrani più impregnati di vigore. Che il maglioncino a girocollo con sciarpa e doppiopetto sia un abbinamento deplorevole per gli snob più snob è del tutto secondario rispetto al fatto che questo ometto ha una forza interiore (che poi è quella dei venditori di pozioni magiche, degli attori, dei saltimbanchi ecc. ecc.) che lo pone di molte spanne al di sopra dei suoi attuali avversari sia della sua sia dall'altra parte. Fini per esempio, è evidente che quando parla non vede l'ora di smettere per andare a fumare e Casini è narcisisticamente deconcentrato... Quanto all'opposite side, il borbottio di Prodi è disarmante ed imbarazzante mentre l'energia di DabliuVì sembra tarata sull'ex Pci, limite non irrilevante mentre si nuota verso il grande centro (attention please, LdM is coming) dove, convergendo tutti, rimarrà a galla chi porterà in dote se stesso ("è la personalizzazione della politica, bellezza"). Ora, in un dibattito tra DabliuVì e il Cav, io propendo per una netta vittoria di quest'ultimo. Non in termini di contenuti (diranno le stesse cose, più o meno) quanto di forza: di quell'energia di cui sopra che contagia - si badi bene - soprattutto gli incerti e quella pletora sempre più robusta di elettori vaganti che dopo aver votato da una parte passano all'altra e via così...
E qui ritorniamo, tanto per consentirmi una citazione che un piccolo brivido mi provoca, alla Segolene e Sarkozy. Ricordate i dibattiti? Il limite di lei è stato quello di essere drammaticamente femminile (no energia, i pregiudizi non son acqua) a fronte di un tizio altrettanto drammaticamente maschile. Grrrrrrrrrr...........non resisto, a questo proposito, a una citazione che volevo tralasciare per non passare ancora per tardo/post/neo/femminista. Avete presente la già citata MVB? Quella rossa con la riga a zig zag in mezzo alla testa? Sapete perchè spiazza uomini e donne e quindi viene definita una lercia arrivista, bla bla bla bla e chi più ne ha più ne metta? Perchè la tizia è piena di energia contagiosa che le donne snob traducono in mancanza di stile mentre gli uomini - magari inconsciamente - è un buon motivo per farne un'avversaria. E adesso l'inevitabile domanda di rito. L'energia che fa di una persona normale un politico è innata o si acquisisce? La mia risposta è che è innata ma che molti non sanno di avere o come far emergere. E questo è mestiere mio.
domenica 9 dicembre 2007
Bien placè
giovedì 6 dicembre 2007
Count (down)
mercoledì 5 dicembre 2007
FOR FELIPE
Per noi consulenti politici, in realtà voglio dire per me, che di mestiere scruto le altrui anime, pensieri e parole e vedo traiettorie a molti ignote o imperscrutabili, il pre campagna elettorale dovrebbe essere il tempo della messe. Voglio dire che invece dei venire a bussare alla mia porta nel momento della convocazione dei comizi, quando les jeux sont fait, e mancano 30 giorni alle elezioni e tutti i candidati credono che QUELLA sia la campagna elettorale, sarebbe meglio - per il loro equilibrio e per quello del mio fegato - se due parole, dicasi due, venissero scambiate nel momento in cui devono essere decisi i candidati.
Non mi riferisco ovviamente a quelli inchiavardati nelle liste bloccate della camera e del senato che potrebbero anche restare a casa a fare la calza sperando che il leader del loro partito si scapicolli per loro, ma a quelle anime vaganti che in pectore sono consiglieri regionali o comunali e soprattutto sindaci o presidenti di regione.
Se così fosse, se cioè qualcuno avesse il buon senso di porre la fatidica domanda che nel resto del mondo viene posta a chi questo mestiere fa ("Che chances ha quel tale di essere eletto?") molto tempo sarebbe risparmiato e forse si eviterebbe il volo di quei coltelli che, in questi periodi, attraversano segreterie di partito, aule del parlamento, consigli comunali, sottoscale, anfratti, piazze, pertugi e, nei migliori del casi, se non raggiungono l'obiettivo, aprono opzioni per vendette bibliche.
Un mio amico tarantino (non quello di Bill Kill...) dopo dieci anni da una mancata ricandidatura ha già cambiato tre partiti pur di arrivare a trapassare il cuore (virtualmente) del maledetto responsabile della sua allora involontaria uscita dalla scena politica. Ma questo è niente perchè l'uomo è mite e meridionalmente indolente e quindi prende tempo pur avendo il nemico sempre nel mirino. Le tregende si compiono e le vendette si consumano quando sullo stesso versante si contendono il posto anime diverse e, ovviamente, in contraddizione.
In poche parole: Tondo ce la farà a superare i veti, più incrociati del mio centrino a punto croce, di Saro? Sarà lui il candidato della Cdl (ex) contro il presidente della regione in carica? Per i più, quelli a cui questi nomi suonano come round o will be, dico subito di lasciar perdere. Troppo intricata la vicenda. La domanda da porsi è: chi veramente vuole candidare Saro alla presidenza della Regione. Saro, lo si sarà capito (do you know?), è il Mister di qualche post fa. Quello che, per intenderci, essendosi piazzato al senato dove è sufficiente che uno abbia la tonsillite e salta l'ingranaggio, basta che finga di zoppicare e gli regalano stampelle e bastoni che il dr. House nemmeno immagina. Poi, diciamolo pure, dalle nostre parti negli ultimi trent'anni ha dimostrato una certa dimestichezza con la politica e, pur non avendo lo sguardo diretto e luminoso degli uomini di specchiata lealtà, sa quali porte aprire e chiudere per far precipitare o salvare parenti, conoscenti e amici (Inutile dire che io sono una sua fan. Quanto meno per rispetto professionale. Bene, chiudo l'ipocrita parentesi).
Ora, pare che il Mister non voglia il Carnico (round zero) a contrastare il pres. in carica. I motivi? Credo perchè ritiene che perderà (questa è solamente l'opzione A).
Bè, qui dovrei, per chiarezza mia e altrui, fare uno schemino in cui delineo le alleanze e chi sta con chi. Anzi dovrei fare degli schemini (anzi, dovrei fare una presentazione in power point) sulla base di quello che si dice, uno su quello che si racconta e uno su quello che probabilmente è e infine uno ancora su quello che probabilmente sarebbe se.
Adesso studio come procedere tecnicamente (questo attrezzo, mi dicono, ha potenzialità infinite, a me sconosciute) e poi sistemo qui on line, ad uso e consumo del mondo, lo stato dell'arte dell'estremo est.
E' per rispondere al mio amico Felipe, adorabile consulente di Buenos Aires, che avrei dovuto vedere l'altro giorno a Bali e che forse vedrò in marzo a Santa Monica (noi consulenti collezioniamo mille miglia), che mi ha chiesto lumi e che si augura che il nostro governo cada presto così lavoreremo. La presidenta del suo paese, dice, è un esempio fulgido di gestione familiare del potere. Mi ha anche chiesto se Veronica o la Flavia hanno ambizioni. Ce la farebbero, ce la farebbero, dice lui. Lui che mi ha fatto ballare il tango scalza come una servetta di un film degli anni '50. Felipe, Felipe, per fortuna che non ci ha visti nessuno....
lunedì 3 dicembre 2007
Miseria e Nobiltà
Ieri sera, sul tardi, le luci della sua stanza erano accese. Forse controllava la residua argenteria.
Camorra's victim
COSA IN LIBERTA'
sabato 1 dicembre 2007
LOCAL MOOD
Consegnatari di tapiri, prego, buttate un’occhio a est del nord: qui c’è una squadretta di signori che se li meritano proprio. Non occorre nemmeno che pitturiate le bestie col nasone con la porporina: basta un po’ di carta stagnola e vedrete che la loro bella figura la faranno.
Questi i fatti che dovrebbero convincervi della bontà della proposta che riguarda - ve lo dico subito così non rischiate di sbagliare versante in tempi di liquidità politica -, quella che fino all’altro giorno si chiamava Casa delle Libertà.
L’arcore’s man, quello che pensava di aver disfatto e rifatto l’Italia e re-inventato la politica (e come dargli torto?) secondo me ha un’idea in testa ben chiara: la politica, la comunicazione e l’immagine di Forza Italia e dei miei alleati la faccio io dai miei cunicoli catodici e che i disgraziati sul territorio facciano quello che vogliono. Vincerà il più forte.
Il ragionamento non è così peregrino come sembra perché, lasciando scorazzare a piacimento le bestie queste alla fine si mangiano l’un l’altra e prevale quello o quelli con il pelo o lo piume più resistenti. Succede così che impazzino nell’ombra i cosiddetti strateghi così convinti di esserlo da diventarlo e che, sapendo far di conto e avendo una buona familiarità con la famigerata casta, investano il tempo a disegnare il futuro altrui possibilmente dopo aver provveduto a una loro conveniente sistemazione nel presente.
Sono quelli che negli states chiamano kingmakers e che da Udine, giù giù sino a Caltanisetta, tramano più o meno nell’ombra contraddittoriamente certi di essere stati colpiti dal fascio di luce della conoscenza. Scusatemi cari tapiratori queste digressioni ma così dicendo riesco a mantenere quel minimo di riservatezza che mi consentirà di non buttare alle ortiche la mia carriera e che quassù in provincia è condizione per poter tirar fiato senza venire impallinata alle spalle da un cacciatore della domenica con tanto di tessera nuova di zecca azzurra o tricolore nel taschino.
Succede quindi che l’estate scorsa convinca definitivamente il Mister della Cdl (con lo zampino del capo dei capi) che a sfidare il presidente della regione in carica sarà il patron delle cucine arancioni. L’uomo, che non è di legno e che riesce ad incastrare a richiesta anche le macchinine del caffè nelle sue avveniristiche produzioni, vive una fase di sincera ebbrezza: convoca sondaggisti, fa due conti per capire come piazzare l’azienda, si confronta con gli amici industriali (cane non mangia cane) e soprattutto prende tempo. Il Mister, che tutto prevede fuorché che i giochi non si svolgano secondo le sue regole e visioni, lavora allo scacchiere: fuori dai piedi il presidente della provincia che vuole fare una lista autonoma per il suo grillo parlante, fuori anche il reperto carnico che tra una dama e l’altra minaccia di mandare tutto a catafascio (muoia Sansone con tutti i filistei) in virtù di un patto d’onore (!) con il Boss, silenziatore al vispo senatore missino che un’idea di fare il presidente della regione l’aveva accarezzata. Quanto al comune di Udine, fuori il sindaco attuale (proprio da lui fortemente voluto e corteggiato. Mah!) e dentro un notaio o un commercialista con cinque cerchi sulla testa e nel cuore. Ma perché tutto questo gran daffare? Perché il Mister aveva saputo da Dagospia e da qualche blog irriverente che gira nel palazzo che fu di Margherita d’Austria (Madame) che Prodi se ne sarebbe andato a casa, che ci sarebbe stato un governo tecnico, insomma tutto quello che nell’emisfero destro della purpurea sala si diceva e si sperava. Ma non basta. Mentre Prodi avrebbe dovuto fare le valige, a piantare una grana memorabile in questa periferia dell’impero del niente politico, ci ha pensato il Disoccupato (prego predisporre il tapiro 3).
Contro il pover’uomo, per carità, niente di personale, ma una certa maniacalità deve pur averla se all’inizio di ogni campagna elettorale fa il giro dei partiti (del centrodestra, dall’altra parte si è tagliato i ponti litigando con Cecotti) e si fa sottoscrivere (carta canta) dei potenziali incarichi di lavoro. Più esattamente l’uomo sente di essere un Direttore e in questa direzione spinge i suoi interlocutori che, pur di avere in cambio un voto - dicasi uno -, firmano copiosi impegni. Non è che io ce l’abbia con i direttori, anzi, ma, tutto sommato il mondo di lavoro è più variegato e un mio amico in età, dopo aver consumato i tavoli verdi del nord Italia, si è messo a fare onorevolmente il portiere di notte così tra una camomilla e una bottiglia di minerale due puntatine on line riesce pure a farsele. Oppure una mia amica, dopo trent’anni di insegnamento allo Stellini, non trova affatto disdicevole andare a stirare a casa di chi ne ha bisogno.
Voglio dire che quello del Direttore (di chè, tra l’altro?) non è il solo mestiere (carica?) al mondo e che un po’ di precariato a uno che ha superato i cinquanta non dovrebbe fare del tutto schifo così come una sia pur piccola attività imprenditoriale: aprire un negozio, una piccola impresa…
Insomma, il Presidente della provincia che il Mister pensava di aver mandato a casa a causa della promessa scritta al Disoccupato, dal suo posto non si muove e và qua e là, da vero nobiluomo, a portare i saluti della “sua” amministrazione. Amministrazione (qui urge un piccolo stock di tapiri) la cui maggioranza è, proprio su questo argomento, andata in pezzi come una tazzina di porcellana di nobile fattura e provenienza. Come se non bastasse, del Disoccupato - che coerentemente si è candidato a sindaco con la speranza di fare poi, mal che vada, il direttore generale (ma che fissa!) -, è spuntato un ulteriore impegno pre elettorale che ha costretto alle dimissioni un consigliere comunale che, così io credo, di fare il consigliere proprio non ne aveva più voglia.
Per completare il fosco quadro, mentre il conte provinciale batteva i nobili piedini, il fabbricante di cucine quando ha sentito che da piazza San Babila è stata proclamata la dipartita del partito e della coalizione che avrebbe dovuto sostenerlo e che già di tutto quel guazzabuglio non ne poteva più, ha ringraziato per l’attenzione e si è defilato dando il geniale spunto al leader di Tolmezzo di lanciare l’idea delle primarie (del partito nascente?). Nel contempo, scusatemi tapiratori professionisti, ma la storia è complessa, quello che con le olimpiadi è tutto pappa e ciccia, ha dichiarato che di fare il sindaco di Udine non ci pensa proprio mentre continua a pensarci il notaio, di origini non esattamente friulane - macchìsenefrega - che ha amalgamato un gruppetto di extracomunali che si stanno organizzando alla faccia di chi, più o meno da quelle parti, spergiura che fare il sindaco gli fa schifo ma che da sempre si muove come se volesse intensissimamente farlo. Il Mister, che aveva data per certa la caduta del Governo, sta intanto appurando che miracolosi interventi stanno mantenendo in vita – e che vita! – il grigissimo Prodi dando così tempo a DabliuVì (Walter Veltroni per i democratici yankees) di organizzare le sue truppe per sconfiggere – a tempo debito – il cavaliere attapirato o chi per lui. Siccome il Mister adora sistemare le vicende (lui del concetto di casa della Libertà ha dato un’interpretazione molto estesa) già vorrebbe Cecotti o Guerra alla guida della provincia al posto del conte, quanto al sindaco ci sta pensando e da qualche parte dice di avere un asso (dovrebbe parlarne con il mio amico portiere di notte che di casinò on e off line sa tutto), per quanto riguarda la regione adesso vedrà di sistemare le cose in Carnia e poi svelerà il nome del competitore del signore del caffè.
Impossibile dirgli che sin qui non ne ha azzeccata una e che, se va avanti così, il sorteggio potrebbe risultare l’ultima risorsa per individuare i candidati e prendere decisioni. Avanti signori! C’è posto! Avanti, avanti! No Mister, no, no Avanti inteso come crede lei…..
venerdì 30 novembre 2007
DOGSAPIENS??????
Ho passato 1 mese senza riuscire ad entrare nel MIO blog! Un sortilegio informatico mi dirottava, ad ogni tentativo, su dogsapiens (credo si tratti della tizia qui a fianco che si è montata la testa). E chi è? E perchè? Grrrr........ Son tornata, son tornata! E ho un sacco di cose da raccontare dopo questa lunga vedovanza coatta. Mi sento come una disgraziata che è riuscita a riportare in vita uno squallido tamagoci. Da domani aria nuova! Nuove foto, nuove chiacchiere. Ah, che mese infausto per la politica! Che delizia per me...
lunedì 29 ottobre 2007
Veltroni for ever!
E in provincia? Che cosa succede sul territorio? I segretari regionali sono risultati nella stragrande maggioranza dei casi ex Pci, ex Pds, ex Ds. Qua e là qualche sparuto e navigato ex diccì che non si era mai dato per vinto.
Eppoi il pubblico dei bigwig, quelli tanto amati dal nostro che ha pescato a piene mani nel mondo dello spettacolo, delle belle donne, dei banchieri al di sopra (ops!) di ogni sospetto, degli editori (uno, ma quello determinante), dei giornalisti (un po' scettici in realtà, meglio aspettare la prossima buttata), delle mogli di quelli che contano e che possono dire nei salotti: "lei è fatta così, è sempre stata una pasionaria. Di temperamento, proprio di temperamento....". Quanto gli deve essere seccato non avere Veronica tra i suoi fans! Ma Cruise! Cruise che a Roma sembrava stesse per mollare scientology per prendere la tessera, una qualsiasi tessera verde, e Raul Bova che si fa invitare a cena da Cloneey approfittando della festa del signor sindaco. Che occasione! Che cinema!!
mercoledì 24 ottobre 2007
Fuoco e fiamme
VOTARE A NRDST
Il conte, sfiduciato ma fiducioso, esibisce sondaggi che lo danno per amato (!). E fa bene se il suo obiettivo è quello di candidarsi alla prossime elezioni regionali alla testa di un movimento autonomista friulanista che rispolveri l'orgoglio locale (comunque in netta maggioranza numerica rispetto a quello triestino). Tra l'altro, vista la malparata, potrebbe fare - uffa! ancora! - da manovratore per lanciare un/il suo/a alterego. La sua resistenza, a un osservatore acuto, è quindi tutt'altro che peregrina se si pensa che son tempi in cui di dimettersi non se ne parla proprio dal premier, al presidente della rai e giù giù sino al why not e su su sino al nostro nobiluomo. Gongola nel frattempo l'ex presidente della regione, friulano e carnico (gente del mondo, voi non potete nemmeno immaginare che mix esplosivo sia questo!) che vanta un credito (dice) nei confronti dell'ancore'sman. Tutto d'un pezzo e di vecchio stampo già organizza i "suoi uomini" affinchè corrano da consiglieri in regione e gli tirino
Ma vai a vedere che in questo profondo nord est alla fine sarà la nuova sinistra autonomista individualista ad avere la meglio?
E nella computa finale dei voti si collocherà tra le regioni rosse o tra quella azzurre? Oppure sarà un caso a sé? E DabliuVì che ha bisogno di cominciare a contare i propri successi che cosa farà? E l'uomo senza chierica può rinunciare a questa regione, comune, provincia? E se si voterà anche per le politiche?
Non è che le liste bloccate (primarie docent) tolgano molte castagne dal fuoco sia a destra che a manca? Al voto! Al voto!
lunedì 22 ottobre 2007
TRUE STORY 5
giovedì 18 ottobre 2007
TRUE STORY 4
Come dire che i sogni nobiliari di questi ultimi venti giorni sono stati quelli di salvare più le capre che i cavoli. E, solitamente, quando la motivazione è impellente non è escluso che dal cilindro, alla fine, escano davvero delle conigliette.
Il progetto è quindi finalizzato a mettere, o far mettere, un piede in giunta regionale nel caso in cui a vincere sia il centrodestra.
E qui si apre lo scenario due.
Chi se la sentirà di sfidare il Governatore che, da un giorno all'altro, potrebbe fare il ministro in un qualsivoglia governo nazionale non essendoci uno straccio di carta, di registrazione, di dichiarazione, di ammiccamento che lo collochi definitivamente da una parte piuttosto che dall'altra (ing. De Benedetti, ovviamente sto scherzando! Sono notoriamente una mattacchiona!)?
Ahimè, pare che il re delle cucine tentenni e, se dicesse definitivamente di no, ci sarà privata l'emozione di giocare sulle cucine dove si prende il caffè e dei caffè che si prendono in cucina. Gli imprenditori prestati alla politica, i brand, le first ladies.... Il rosso (della Illy) contro l'arancione (della Snaidero). Colori già decisi, immagine già disegnata e solo da declinare in politica! Che piacere immenso! Che splendida disfida!
Insomma, il re delle cucine, dopo l'emozione della proposta (alla quale l'arcoresman stava lavorando da MOLTO tempo) deve fare i conti con la cruda realtà aziendale.... Quante cucine in più venderebbe se il marchio governasse la regione? E se poi ci si trovasse di fronte a conflitti d'interesse (io non posso dare a me stesso...)? Non sarebbe forse meglio liquidare la partita (non quella della squadra di pallacanestro, gran rogna anche quella!)? Vendo la baracca firmata Giugiaro, il brand non cambia, rimango il valore aggiunto del group.... E' che l'imprenditore in queste scelte non è mai solo. Intendo dire che ci sono casini su casini. Nel mio piccolo, se volessi dedicarmi interamente ai miei reali interessi (cercate, cercate, qua e là sono ben segnalati....), dovrei fare i conti, ad esempio, con il mio direttore di banca che mi chiederebbe conto (uffa!) del perchè e del percò. Insomma una enorme seccatura. Per non parlare dell'ufficio delle imposte con il quale ho una consuetudine alla rateizzazione che mi rende una loro meravigliosa fonte di risanamento. Per dire che non è così facile sbolognare un'aziendina... immaginarsi un'azienda con tanto di parenti, fratelli, sorelle, miti da conservare, modelli da produrre, maestranze da pagare, agenzie di comunicazione, banche di ogni genere che potrebbero dire (lo dicono sempre) la loro: "E questo mi va, e questo non mi va... e come la mettiamo con il mutuo, e che facciamo del finanziamento, e poi, alla fin fine, un pezzo che credi tuo in realtà è nostro, ma hai visto che anche i nostri democratici presidenti votano alle primarie....".
martedì 16 ottobre 2007
True Story 3
Malissimo, malissimo che vada, c'è un posto garantito in consiglio comunale. Magari un posto in giunta se si mette in pratica il giochetto del secondo turno ("tu mi dai un assessorato se io dico ai miei di votare per te". Un delirio autentico perchè al secondo turno c'è una totale diserzione dalle urne e chi ha votato, soprattutto per un candidato minore - cioè non per i due che si contendono lo scranno - a tutto penserà fuorchè a giocarsi un'altra domenica...). E questo spiega le autocandidature, la discesa in campo di persone anche apparentemente sensate, accomunate sempre dal fatto di avere tanto tempo libero. Le elezioni comunali sono una grande occasione per i pensionati, gli emarginati, i furbastri, i frustrati, i delusi, i piantagrane, gli spiritosi, gli spiritati che, tanto per mantenere un profilo basso, si accapigliano per fare il sindaco (e in subordine l'assessore e il consigliere comunale).
"Salve, sono il vostro Sindaco! Rimetterò in moto la macchina amministrativa, starò tra la gente, rivoluzionerò il traffico, rilancerò il centro storico (aumenterò i posti di lavoro, versione sud), mi accorderò con i comuni limitrofi, eliminerò le auto e le strisce blu". Chi resiste all'idea di esordire così davanti a giornalisti, colleghi e forse anche sparuti cittadini? E la foto sul giornale? Che momento! Che opportunità!
Quanto al partito o allo schieramento di appartenenza sono degli optionals. "Vade retro politica! Io rappresento la società civile!".
E così ci si avvia verso le dieci, quindici liste, listarelle più o meno civiche.
La manna dal cielo per le tipografie e le concessionarie di pubblicità. Adrenalina pura per il quarto potere locale! Par condicio ma poi, zac! Ecco chi deve vincere. E come non potrebbe? E' la persona giusta, non ha nemmeno votato per Veltroni, non vuole sentir parlare di partito democratico oppure, Berlusconi nemmeno lo conosce, Bondi mai visto, Fini non ne parliamo....ah! che sindaco!
lunedì 15 ottobre 2007
VEDO E PRE-VEDO
True election. Una storia vera 2
Happiness
E adesso? Che si fà? Benevolmente ci è già stato preannunciato il futuro. Democraticamente, e attraverso altrettanto festose pubbliche elezioni e relazioni, DabliuVì andrà a Palazzo Chigi. Sia mai che si ripetano le porcate del '98! Adesso tutto sarà politicaly correct. Un successo inimmaginabile e un dato certo dal quale partire: oltre 3 milioni di elettori! La sinistra è tutta qua.
giovedì 11 ottobre 2007
Veltroni's scent
Uno mi può dire: "Ma chi se ne importa". E no! Dico io. Importa se questo postragazzo si è candidato alla guida di un partito candidato a sua volta a fare da contraltare a un altro partito che forse c'è e forse non c'è. Non è che DabliuVì passato il 14 ottobre si barrichi in Campidoglio e organizzi scampagnate fuoriporta con la Sabrina Ferilli. Da quel momento in poi è, in pectore, il prossimo (next next next) primo ministro. Quando non si sa, ma si può anche immaginare. Subito o quasi (probabile) se riesce a mandare a casa Prodi con un coupe di teatre, tra un paio d'anni (meno probabile) se il romagnolo non si schioda, più o meno tra un settenato (!) se nel prossimo giro elettorale il centro sinistra si troverà con le pive nel sacco e, in virtù di una sana alternanza, oppositore del centrodestra.
Immagino che DabliuVì tutto voglia nella vita fuorchè restare in disparte tanto quanto basta per farne - anche anagraficamente - un residuato politico. Il suo obiettivo è quindi quello di vincere e di vincere subito e, per far questo, è SICURO (sostenuto anche dai suoi brains) di rappresentare per il nascituro pD il famoso valore aggiunto.
L'idea deve essere questa: arrivo io, convoglio nel mio partito tutti i cani sciolti della destra e della sinistra, mi invento un personaggio che è una via di mezzo (continuo a ritenere che il centro sia la sua fissa) tra Tony Blair (l'uomo più ignorato nel suo paese e più riconosciuto negli altri; complimenti alle relazioni esterne) e il micidiale Sarkozy, ingaggio il meglio della cultura italiana, tiro dalla mia parte anche quelli che sotto sotto vorrebbero essermi avversari, parlo fitto fitto con la Rai dove mantengo un certo ascendente quanto meno per motivi di buon vicinato, ed ecco concretizzarsi il leader che è in me.
L'operazione dell'iper-ragazzo potrebbe funzionare e non c'è dubbio che lui sappia bene dove e come spostare tutte le pedine. Il fatto è, e qui entra di nuovo in gioco il mio punto di vista, provincialissimo ma implacabile, che quel sedicente leader lì è carente di quell'aura impalpabile che fa di un politico un leader o uno statista. Insomma, qualcuno che emerge rispetto al piattume quotidiano. Sarà per l'odore dei soldi, sarà per la chierica rinfoltita ma persino il vituperato arcore's man comunica più autorevolezza e credibilità dell'antico ragazzo romano che, lo si vede lontano un miglio, ci sono giorni in cui vorrebbe mandare tutto al diavolo e andare a giocare a calcio balilla nel ricreatorio della sua parrocchia con il suo amico cappellano.
Insomma, DabliuVì esprime un deficit di malìa che, nel tempo, potrebbe metterlo in minoranza sia agli occhi dei suoi/suoi, sia dei suoi acquisìti, sia dei suoi trasversali, sia dei non suoi che da qualche parte potrebbero trovare un altro ragazzo, più o meno giovane, ma perfetto nel fare cose semplici e persino inutili come ad esempio il baciamano a una giovane signora.
TRUE ELECTION . Una storia vera
Location: Friuli Venezia Giulia e dintorni
Personaggi e interpreti (non in ordine di apparizione): Governatore in carica, competitor 1, competitor 2, competitor, 3, competitor n, Presidente della Provincia (Conte nei precedenti post) dimissionario, corte del conte (i personaggi saranno indicati con nomi di animali per non confonderli con i competitors), l'Uomo ombra, i giornali (1,2,3,4...in ordine di importanza e di influenza sul comportamento degli altri attori). Comparse: cittadini, passanti, spie.
(la produzione si riserva, per esigenze di copione e modifiche repentine dei piani di lavoro, di inserire nuovi personaggi fantastici e reali)
Plot: Nel Friuli Venezia Giulia nel maggio 2008 si voterà per l'elezione del presidente della Regione, del presidente della Provincia di Udine e del Sindaco di Udine. Il Governatore in carica desidera (forse) essere riconfermato per altri cinque anni, il conte cerca di mantenere sè stesso o un suo alter ego a galla. Il Sindaco di Udine è alla fine del suo mandato. Devono essere individuati due avversari che andranno ad aggiungersi ai sub avversari, alcuni dei quali già dichiarati. L'individuazione dei candidati nelle diverse posizioni (regione, provincia, comune) produce colpi di scena e manovre più o meno oscure che emergeranno tramite l'analisi delle caratteristiche dei personaggi e il loro comportamento. Si farà attenzione a mantenere alta la tensione negli spettatori anche attraverso l'inserimento di personaggi che avranno il compito di accompagnare le vicende alla loro naturale conclusione. Il primo tempo dello spettacolo sarà dedicato alla pre campagna elettorale. Il Governatore in carica cercherà di eliminare i competitori pericolosi mentre l'Uomo ombra tenta di individuare il Vincitore. Nei partiti si scelgono i candidati nei ruoli minori ma inevitabilmente le pedine sono le stesse. Saranno individuati gli spostamenti di campo, i campi stessi, i protagonisti diretti e indiretti. Lo spettacolo, per la sua struttura, sarà interattivo. Consentirà cioè l'ingresso in scena a normali osservatori che potranno esprimere pareri, aggiungere nuove scene, arricchire la sceneggiatura.
mercoledì 10 ottobre 2007
Lutto
Be quite.
E' in corso un trapianto hard. Mi reimpossesserò della mia schiavitu' mentre DabliuVì inizia ad avere le doglie in vista del parto programmato del 14 ottobre, mentre il premier scivola via, mentre in Friuli il conte è svanito nei suoi castelli incantati con fate e fantasmi, mentre il governatore sfreccia con la sua alfetta, mentre i giornali si sostituiscono alla politica (SONO la politica). L'hard sarà rimpiazzato e io mi allieterò e allieterò.....
domenica 7 ottobre 2007
Quarto potere
Il provinciagate (e mi riferisco alla storia del conte, del cliens, ecc. ecc) mi sembra piu' una rincorsa al pulitzer (gli omologhi riconoscimenti, in Friuli, e non chiedetemi perche', si chiamano moret d'aur e premio epifania) che uno scandalo politico tale da produrre, a domino, effetti devastanti sulla politica locale ma soprattutto paginate di io la penso cosi e io la penso cola'
E se l'autentica soddisfazione fosse solo di chi ha sollevato il caso? E se....
Stasera, mentre in questo mi dibattero', andro' all'apertura (opening) della London Simphony Orchestra' season. Solista Maurizio Pollini.
Prima di infilarmi nel mondo della haute couture, se ben ricordo, a Udine tutti, ma proprio tutti, sapevano che un giornalista - ritrovato il senno -, ambisse a cambiare mestiere e diventare un sommo dirigente in Provincia, nello stesso ente presieduto dal nobiluomo ora in ambasce. Il ragazzo - colto, intelligente, astuto e di sinistra nonche' amante dei cani - ADORA contribuire a svelare e determinare scenari e di conseguenza ad aumentare le vendite del suo foglio.
Ci puo' essere un nesso tra tutte le cose sin qui raccontate?
venerdì 5 ottobre 2007
Vacazio
La malizia sta ne preannunciare che sta diventando urgente parlare di brand.
Lettori planerari, voi per i quali il nuovo mondo non è solo una sinfonia che mi fa piangere, di qui a poco affronteremo il possibile, eventuale, ventilato scontro/incontro tra due brand di fama internazionale.
Delocalizzerò un pensiero, una tendenza che potrebbe fare storia. Che potrebbe appiattire (The Word is flat - leggerlo, leggerlo, leggerlo.....) l'appiattibile.
Il tema sarà: se vado in cucina a farmi un caffè prevale la cucina o il caffè? Per non far prevalere nessuno, buon senso direbbe che se i brand si uniscono i due prodotti, cucina e caffè, si valorizzano a vicenda.
Se si contrappongono e la battaglia è dura lo spot diventa, oltre che bello, anche intrigante.
Però, uno dei due potrebbe essere in una posizione di strutturale debolezza e rischiare quindi molto (da una buona campagna, comunque, nessuno ne uscirebbe male). Oppure i due brand potrebbero entrambi essere momentaneamente deboli nel qual caso vincerebbe l'arguzia, l'abilità ad andare al cuore del problema schivando le debolezze. Bisognerebbe ricorrere alla plurisensorialità in una temporary campaign.....
Il mio amico Richard, a Seattle, ha una cucina italiana spaziale e beve rigorosamente caffè italiano. Richard, se ci sei - e so che ci sei! - scendi dall'aliscafo che parcheggi sottocasa e dimmi: chi butteresti dalla torre tra la tua cucina e il tuo caffè preferito?
Trip to London
Il Centro di niente
Se così stanno le cose da qui a un po’ uno potrebbe non capire più perché stare da una parte o dall’altra considerato che il centro potrebbe dilatarsi all’infinito e inghiottire tutto.
Questo è uno dei motivi per cui, anche nei micromondi, è meglio non dare niente per scontato. Oggi chi è qui, domani potrebbe essere là pur senza essersi mosso.
Ma attenzione. Ci sono, esistono, resistono - pur essendo in via di estinzione -, i cosiddetti zoccoli duri rappresentati da quelli che se vedono sulla barca di Della Valle (sinistra) la Santachè (destra) e Mastella (destra) vanno in confusione. E non capiscono e non potranno mai capire che ci facesse la Melandri (sinistra) a Malindi con Briatore (destra). E perché Rutelli (sinistra) stava in aereo con Mastella (de-nistra).
I “duri e puri” storicamente rafforzano gli estremi e i comici mentre, in mancanza di una soddisfacente segnaletica politica, i più guardano al Palazzo per seguire l’andamento delle nominations. Alla fine - si dicono (sbagliando) - , non resterà più nessuno.
giovedì 4 ottobre 2007
Avviso ai naviganti di provincia
Passanti chiamati a testimoniare, smentite in aula e in camera (chambre), il mondo politico si interroga ma la gente ormai si annoia come me.
Da qui a maggio (data delle elezioni) tutto sarà diverso e dimenticato e i determinanti (leggere post ad essi dedicato) decidono nell'ultimo mese se non nelle ultime ore.
Lì, dalle parti dove si stabiliscono le regole e i tempi, lo sanno bene. Divertitevi ragazzi!
Da queste parti il 14 ottobre ci sarà un campionato del mondo di corsa su strada (a Udine) e una stupenda regata (la Barcolana) a Trieste.
DabliuVì, ne hai tenuto conto? E il ppiddì? Crollo a estest? Est test? Be careful.
mercoledì 3 ottobre 2007
Urbi et Orbi ovvero tutto il mondo è Udine
Signor arabo che mi legge, non se se la cosa che l’attrae di più sono le foto un po’ osè che giorno dopo giorno furbescamente pubblico per definire il mio stato d’animo o se ha dei parenti friulani, sai tu, questa è gente che si è infilata in tutto il mondo. Non so nemmeno quindi se arabo lo è davvero. Ma se così fosse mi piace immaginarla ricco, colto, emancipato. Direi che questo ritratto possa bastare, tanto per evitare di finire in malo modo sapendo che da quelle parti siete un po’ suscettibili e magari in casa ci sono delle signore un po’ prevenute.
Oppure ho dei fans tra qualche donna araba? Signora, sono d’accordo su tutto. Su quello che pensa, quello che dice e quello che fa.
Le piace la storia del Conte? E di DabliuVì che ne dice? Tranquilli, non è il cattivo GWB! il Nostro è di tutta un altra pasta (pasta) e dal 14 ottobre sarà a capo di un neopartito (new party) zeppo di bei nomi (celebrities) molto democratici, molto chic, molto alla mano. E’ mai stato a Roma signor abitante degli emirati (Emirategno? Emiratonzolo? Emiratomane?)?
Presumo che conosca il roof dell’Eden o di Villa Hassler. Sono ottimi punti d’osservazione per vedere su ciò che governa il Nostro dal Campidoglio. Bè, da metà del mese pur restando tutto come prima ci saranno quelli di qua e quelli di là. Il nostro DabliuVì accarezza i bambini e si china sugli invalidi come un papa qualsiasi (ordinary pope) ma diventa una bestia se non riesca a fare liste con i nomi più smart (simpatici, attraenti) del momento. Adesso ha delle idee sulla signora Berlusconi le cui figlie hanno studiato con Cacciari. Anche la Adua Pavarotti sarebbe, secondo me, un buon acquisto. Per non parlare della Daniela Fini. Ma anche dalle vostre parti quando succede un patatrac tutti fanno il tifo per le mogli? Le legittime, le prime, le stabilizzate. Come definire altrimenti quelle che sopportano, tacciono (più o meno), resistono alle angherie delle amanti e delle seconde mogli?
Questa storia delle mogli ha delle attinenze anche con la storia che tiene banco qui a Udine. So che mi ha letta. Ha capito l’intrigo? Suppongo di no perché sono malvagia (wicked) al punto da consentire solo ai local di intendere l’intelleggibile. Se le dico: “il grillo canta”, lei che cosa capisce? Niente. Vuoi perché è arabo, vuoi perché da quelle parti questi insetti nemmeno esistono e, se esistono, non possono cantare. Si rassegni quindi a qualche incongruenza nel racconto.
Comunque, il signorotto di campagna, che si esprime in una lingua (language) a lei sconosciuta, mi pare di capire che da tutta questa storia non riesca ad uscirne. Intendo dire che pur non avendo compiuto alcun peccato (non conti sulla mia traduzione!) si è messo in un cerchio di benzina e si è messo a fumare. Non è stata un’idea grandiosa. Ho visto con i miei occhi (attraverso una fessura) gente banchettare e brindare (wine, vade retro! ) per essersi tolta di torno l’infedele (anche qui non conti su una mia traduzione, le interpretazioni possono essere piuttosto complesse). Il tutto per un’ossessione (obsession, possession) che a lei, uomo di mondo, sarebbe difficile afferrare. Signori arabi, grazie per la pazienza. Disseminerò questo blog di indizi ma non chiedetemi di ricostruire la scena del delitto. Su queste faccende, nel nostro paese, voglio dire dalle nostre parti, si è specializzato Grillo (cricket).
Miseria e nobiltà: via di fuga 3
Miseria e nobiltà: via di fuga 2
(molto molto molto molto per addetti ai lavori)
martedì 2 ottobre 2007
God bless the Queen
Miseria e nobiltà: via di fuga 1
UDINE E LA RESA DEI CONTI (AH AH AH!!!!)
Il conte firma su una carta non intestata una lettera in cui si impegna, in cambio di un sostegno elettorale e una volta eletto, ad assumere nell'ammistrazione provinciale con contratto triennale rinnovabile nel settore della promozione turistica, un tizio che proprio di promozione turistica si occupava (grazie alla sua appartenenza politica) mentre faceva anche il presidente di una banca (grazie alla sua appartenenza politica) e dopo aver fatto l'assessore e il vicesindaco (grazie alla Lega Nord prima e a una sua lista personale poi).
Già detto nell'altro post. Ovunque nel mondo la campagna elettorale è un crogiuolo di promesse e quelle riguardanti un posto di lavoro si sprecano a sud (+) come a nord (-). Proviamo a pensare, tanto per andare sul sicuro, al consiglio di amministrazione della Rai. Che cosa c'è di SOSTANZIALMENTE diverso nel piazzare un tizio in un consiglio di amministrazione (non parliamo poi della presidenza) strapagatissimo (denaro pubblico) e con competenza zero in tema di comunicazioni e sistemare un poveraccio in una direzione periferica? I nomi dei potenziali amministratori (Rai) vengono decisi con ampissimo anticipo (piccolo brunch al Bolognese a Roma, please), prima ancora che scada il governo in carica e si torni ad elezioni. Vabbè, mi si dirà, ma lì non si mette niente per iscritto (cosa tutta da dimostrare). E allora, io dico, il problema è SOLO quello che il nobil'uomo ha sottoscritto un accordo. Non quello di aver fatto l'accordo. E quando i giornali con mesi di anticipo sulle elezioni preannunciano chi sarà il presidente di quello e di quell'altro ente pubblico (denaro pubblico)? E nella stragrande maggioranza (buona maggioranza) si tratta di sgomitatori di professione che mai nella loro vita avrebbero guadagnato, con il loro mestiere, quello che invece incassano proprio in virtù di quella carica. Mai letto dei casini che piantano i partiti se il loro uomo non viene messo alla presidenza di una municipalizzata?
Nella nostra crime scene abbiamo un tizio che rappresenta se stesso (la sua lista porta il suo nome). E' arrivato alla scadenza di tutti i mandati politici, gli corre nel sangue il gene del tour operator e invece di immaginarsi a far flanella (nobilissima attività) vuole andare a firmare un cartellino (forse no, forse i dirigenti ne sono esentati) alla mattina.
Và quindi dal candidato presidente, che pur di un voto venderebbe tutte le ali del suo castello (come tutti i candidati, anche quelli senza castello), e gli dice più o meno: "Senti, qui non mi fido più di nessuno, ci sono persino politici nei dintorni che mi odiano e che mi tolgono il terreno da sotto i piedi (mi buttano sulla strada. ndr). Quindi mettimi la cosa per iscritto altrimenti ti remo contro".
A quel punto il conte, se fosse stato meno emotivo, gli avrebbe giurato onori e cariche ma non avrebbe MAI (in effetti questa pratica di mettere l'impegno in forma scritta è un filino più diffusa nelle regioni basse) firmato un foglio che, c'è da mettere la mano sul fuoco, era stato predisposto dallo stesso questuante (forse lo hanno anche scritto assieme in puro stile Zelig).
Ma la campagna elettorale annebbia le menti, produce accessi di narcisismo, manie di potere e di persecuzione, passioni irrefrenabili, anoressie e bulimie psicologiche di ogni genere.
E' così andò. In tutta questa storia quello che era imprevedibile era che il tour operator in pectore pensasse di sollevare una causa di lavoro (!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! divino!!!!!!!!!!!!). Che spiritaccio! che coup de teatre! A meno che.............. a meno che, considerato che il conte dava troppi segni di cedimento e manie di grandezza (si chiama disturbo bipolare del politico, è una mia diagnosi conosciuta da tempo) il dis-occupato non abbia concertato la mossa con un altro gruppo politico (ca va sans dire, in cambio di un posto di lavoro o una carica remunerata. Meraviglioso! Bisio, parliamone!).
Il problema non sta quindi nella sedicente compravendita di voti ma nel metodo che, in soldoni, signfica nell'aver sottoscritto (nero su bianco) l'accordo galetotto.
Ora, in tempi di caste, di antipolitica non più strisciante, di grilli (!) che spuntano da destra a manca, di penuria di notizie glamour, di troppi candidati sulla scena del crimine (le prossime elezioni) questa vicenda si è trasformata da retrospettacolo in autentico avaspettacolo della politica. Se il tutto viene poi ambientato in un contesto a corto di spunti aggregativi, il gioco è fatto.
Pane per i miei denti e musica delle mie orecchie.....
IDEE
lunedì 1 ottobre 2007
UDINE CAPUT MUNDI
E' la storia di un candidato presidente (incumbent) che durante la campagna elettorale ha sottoscritto per iscritto uno stupidissimo impegno ad assumere nella pubblica amministrazione, ad elezione avvenuta, un tizietto che aveva brigato per raccattare voti - dice il tizietto e tramite una sua listarella - a suo favore.
Ricordo - l'ho scritto da qualche parte che da più di vent'anni faccio la consulente a candidati, partiti ecc. ecc.? - di aver assistito a una moltitudine di vicende di questo tipo. La più folcloristica fu quella volta in cui la sera prima del voto un mio (!) candidato spedì un centinaio e più di finte lettere di assunzione (via fax) ad altrettanti disoccupati che il giorno dopo avrebbero dovuto (e convinto le loro famiglie a farlo) votare per lui.
In un'altra occasione seppi di una riunione di notabili del posto che si videro per disegnare la nuova mappa dell'amministrazione nel caso in cui il "loro" candidato avesse vinto. Non si decisero solamente gli assessorati ma giù giù sino al vigile urbano di quartiere e via via direttori, impiegati, cococo e via dicendo. Il tutto con nomi, cognomi, qualifiche e retribuzione quinquennale: "Questo lo mettiamo qua, questo lo piazziamo là, questo ce lo togliamo dalle palle, questo le palle non le rompe e lo mettiamo qui, questo è meglio che vada di là". Alla fine tutto tutto non andò come previsto perchè c'era di mezzo un segretario comunale super protetto che piantò una grana ma, più o meno, l'assetto finale fu quello deciso in quella riunione con foglietti e calcolatrici e tantodi telefonate rassicuranti ai designati ("Senti, ti và di fare il capoufficio tecnico?" "Che ne dici ti metto a fare il centralinista"? "Ho sentito che non vuoi più stare sulla strada, potrei metterti in un ufficio tranquillo...")
Un altro ancora, sempre durante la campagna elettorale, stabilì per tempo (come fanno tutti) chi mettere dove. Un amico dirigente qua, un altro presidente là, un noto rompiscatole in un seminterrato. Ed eccoli lì, gli amici degli amici, tutti con il loro bel contratto sottobraccio, alcuni molto bravi, altri molto meno ma tutti accumunati dal fatto di essersi rotti le scatole, in campagna elettorale, per il loro amico.
Sapete come si chiama questo modo di agire? Si chiama (ohhhh! che sorpresa! chi l'avrebbe mai detto! ma che orrore!!)... si chiama spoil system. Ed è quella pratica praticata da sempre che porta nei posti di comando e non solo i fedelissimi di chi ha vinto.
Avete presente la Casa Bianca? Capisco l'esagerazione ma da quelle parti, in questi ultimi anni, è texano anche l'usciere e non chiedetevi il perchè. La volta precedente la tribù dei Clinton si portò dalle parti della sala ovale (ops!) anche i compagni di asilo.
Per dire che la faccenda è piuttosto diffusa anche nel belpaese ricordo bene che quando il presidente della Confcommercio era il discutibilissimo e messinese Billè, la sede romana fu messa a ferro e fuoco (occupazione? direi di sì) da una pattuglia piuttosto nutrita di siciliani. Altri esempi?
Persino il mio ex portiere era riuscito a piazzare la moglie a far le pulizie al primo piano, a far fare l' impiegata alla figlia al terzo; un parente lontano che si era prodigato a trovargli il posto ebbe a vita l'utilizzo gratuito del suo garage....
A parte Billè e il portiere (che dimostrano come il sistema appartenga anche alla cosiddetta società civile) non c'è politico al mondo che durante la campagna elettorale non distribuisca cariche e posti di lavoro ( devo dire che un tempo erano medo dilettanti rispetto ad oggi) e non c'è persona al mondo che non si presti a dannarsi l'anima in campagna elettorale per il proprio candidato se non crede di aver alla fine qualcosa in cambio.
Nel caso di Udine, il presidente in oggetto si deve essere fatto prendere la mano e, invece di limitarsi alle solite promesse, con cipiglio nobiliare (il sant'uomo è conte) ha vergato di suo pugno l'impegno ad assumere il suo cottimista (anche un voto, dicasi 1 voto, in campagna elettorale ha un peso infinito). Fatto sta che passa un anno, passano due, ma di rimorchiare nell'amministrazione chi gli fornì un decente supporto politico ( tra l'altro tutto da dimostrare, ma questo è il bello delle elezioni...) il presidente non ci pensava proprio. Vuoi perchè lo stesso posto lo aveva promesso ad almeno una decina di aspiranti (normalmente è così), vuoi perchè i suoi fedelissimi gli avrebbero torto il collo, vuoi perchè il posto era già assegnato e i sindacati avrebbero fatto il diavolo a quattro, insomma alla fine il conte nulla potè o volle (mah!) per accontentare il petulante.
A questo punto il disoccupato (perchè la vita è così: dalle stelle alle stalle in quattro e quattr'otto) aveva a sua disposizione più opzioni: minacciare, minacciare ancora, sollevare un caso politico, sollevare un caso personale. Esclusa l'opzione dell'avvertimento (certamente attuata) restava aperta quella politico/personale. Et voilà. Detto e fatto. Il nostro eroe di provincia (ah ah ah) fotocopia la lettera-impegno vergata dal nobile pugno e la porta a un avvocato con l'intento di aprire una vertenza di lavoro!!!!!!!!!!!!!
Com'è, come non è, ma tutta la storia, come in tutti i paesotti che si rispettano e in tutti i copioni del caso (bisognerebbe parlarne con Bisio...), finisce anonimamente sui desks dei giornali locali. Il resto è cronaca. Per ora il nobiluomo si è prudentemente dimesso dalla carica ma in venti giorni (tanti quanti bastano per convalidare le dimissioni) tutto ancora può succedere e gli spunti rosa non mancano. Che l'aspirante impiegato pubblico si sia coperto di ridicolo è indubbio ma il puro divertissement è quello che mi deriva dall'ondata moraleggiante che si leva da destra e da manca: gli editoriali che constatano come l'onta dalla corruzione stia lambendo anche questa isola felice, i pensatori e gli intellettuali che si sentono traditi e che finalmente possono denunciare, i politici (che stanno distribuendo le cariche - non dimentichiamoci! - qui siamo già in campagna elettorale) che si interrogano e non possono credere di essersi tolti dai piedi un avversario o meno, comunque uno di troppo (la lettera a dell'abc del candidato dice che quando c'è da competere meglio eliminare subito i possibili competitori). Che vicenda! E che scoop! E che occasione per diventare famosi. In un sol giorno: una compravendita di voti, un omicidio e, last but not least, una intricata rete di casinò on line. Les jeux sont faites, quassù al nord dove sembrava che solo l'inverno tardasse ad arrivare.
venerdì 28 settembre 2007
CHI VINCE PAGA
In fondo non ci voleva molto e le richieste erano modeste. Invece. Invece il centro sinistra ha messo in campo le migliori gaffes della storia. Il leader non parla ma farfuglia, chi dovrebbe parlare per lui si perde nei viali di periferia come un lapo qualsiasi, la firts lady non brilla per charme (sia pur moderato), nessuno in realtà brilla, si trattano banche, si veleggia sulle barche proprie e altrui, si ritualizza il potere senza conferirgli autorevolezza, si sghignazza, si aumentano le scorte, si sgomma, si accendono i lampeggianti, si prendono gli aerei di stato e chi più ne ha più ne metta. Se questo style's life poteva risultare ovvio per il centrodestra, appare ben più difficile da accettare per una formazione che ha portato in parlamento girotondini, no global, diversi e uguali (più uguali).
Che cosa succede quindi? Che mentre gli elettori che comunque avrebbero votato a sinistra non fanno una piega o quasi (per loro l'obiettivo era di essere al governo e questi sono dettagli stilistici irrilevanti) quella massa determinante di incerti, swingers, delusi cronici ecc. ecc., assistono a una rappresentazione della politica che non coincide con quelle che erano le loro aspettative e con le motivazioni che li avevano indotti a votare "contro Berlusconi". Questi elettori scoprono che tra la bandana di Berlusconi e i lifting di ministri attuali non c'è alcuna differenza. Anzi. Se Berlusconi tutto sommato era ovvio che si trapiantasse i capelli, non è altrettanto ovvio che un ministro di questo governo si faccia il lifting. Se era naturale che i gaudenti ministri del centrodestra scorazzassero per i mari e i cieli nello sfarzo e nel lusso, non è naturale che lo facciano questi ministri. Se quelli erano teledipendenti e adoranti dei salotti siano essi televisivi o mondani, questi non possono esserlo perchè in questo modo tradiscono una percezione di quella che dovrebbe essere la cosiddetta sinistra alla quale, in questo frangente, si era chiesto un cambio di stile. I rubinetti d'oro di Berlusconi sono biasimevoli ma, perquegli elettori, ancor più bisimevoli sono i ministri che trattano affari più che d'oro. E in questa situazione non si salva nessuno. Nemmeno, ad esempio, Veltroni che evita di piagnucolare in televisione ma che razzola sui tappetti rossi con Sharon Stone. Tasse sì e tasse no in questo paese è un argomento che infiamma i sinistri aggiudicati, quelli che comunque stanno in quell'area politica. Gli altri, i determinanti, giudicano sulla base di ciò che vedono e sentono. E non basta che la sinistra scopra, ad esempio la sicurezza, per tranquilizzarli. E' lo stile di governo che è sbagliato. Mah! Parole al vento.
LITURGIE SUL TEVERE
4SGARBI
Rossetto
INSETTICEMIA
Vendita cibo vivo per rettili, sauri, gechi, fisignati, serpenti, ricci, primati, rapaci diurni e notturni
giovedì 27 settembre 2007
NOMEN OMEN
In questi giorni mi sento molto più incline a parlare di bon ton piuttosto che di contenuti politici ed è singolare assistere invece a disquisizioni che non entrano nel merito della parolaccia.
Per quanto mi riguarda (sono una specie di Pinocchio di legno, senza cervello e senza orecchie) gli insetti parlanti mi hanno fatto sempre piuttosto impressione, diciamo pure un po' di orrore. Non ricordo bene l'anno esatto ma è successo che in un triste capodanno (anzi, triste alla fine non lo fu affatto!) gli auguri a reti unificate del capo dello Stato furono seguite da un volgarissimo soliloquio di chi aveva già capito, ah! adoro i trendsetter!, come andavano o sarebbero andate le cose. Forse ero terribilmente ingenua ma, mentre sentivo quella valanga di parole profondamente volgari, ero certa che il giorno successivo i giornali avrebbero gridato allo scandalo per come i poveri italiani erano stati costretti a finire un anno. Fatto sta che non successe niente. Nessuno disse nulla e l'insetto parlante passò quasi inosservato se non a me, irritata e leggermente scandalizzata.
Durante una campagna elettorale in Liguria ebbi modo di approfondire - nei corridoi di una sinistra piuttosto confusa - le caratteristiche dell'animale in questione con un particolare riguardo al suo standar di vita che, mi raccontarono, era piuttosto agiato. Ben più agiato, ad esempio, di quello dei miei candidati, di sinistra. L'individuo, mi dissero, se la cavava nella vita piuttosto bene grazie ai cachet piuttosto importanti ma, mi dissero anche, serviva alla causa e quindi.... La sinistra ha sempre avuto una sorta di misterioso "riguardo" per i "compagni ricchi" siano imprenditori sia intellettuali categoria, quest'ultima, nella quale i miei occhi hanno visto una lista di nomi tra i quali svettava anche quello di questo. Questo, è l'insetto. Deve esserci stato un processo kafkiano con la Marchi che, chiusa in una stanza, si è lentamente trasformata...
Genere Gryllus Classe Insetti Ordine Ortotteri
grél (5-9) grèl (7) gréll (4-5) grìl (6) gril (1) grill (2-3-8)
Patrono: san Francesco d’Assisi
Il grillo è stranamente un insetto gradito dall’uomo, benché non sia particolarmente bello, né utile (è anzi un po’ dannoso alle colture). Questi animaletti, per il loro comportamento pazzerello e l’allegria che il loro canto infonde, sono simbolo di gaiezza e bizzarria. Nel Ferrarese si dice infatti Avèr dj gril par la testa (Avere dei grilli per la testa), a chi fa capricci, mentre nel Reggiano, con L’ée alègher come un gréll (È allegro come un grillo), s’indica chi è sempre contento e canterino. Porta sempre fortuna e ricchezza sentire il suo canto o vederne uno posato sui vestiti.Uno dei grilli più amati è il cosiddetto grillo del focolare. Ad esso veniva riservato un trattamento di riguardo, perché si credeva fosse una sorta di genio tutelare della casa. Vederlo era di buon auspicio, e mai nessuno si sarebbe sognato di scacciarlo o di disturbarlo. Tale considerazione pare derivare dalla credenza che nei grilli di casa s’incarnino le anime dei morti, tornate nella propria dimora per far visita ai congiunti.Osservando il comportamento di questi insetti si facevano previsioni sul tempo e i raccolti. A Piacenza si dice ad esempio Quand canta l’gri al brütt teimp l’è finì (Quando canta il grillo il brutto tempo è finito).Generalmente si crede che l’abbondanza di grilli sia presagio di carestia; e a questo proposito, nel Carpigiano, si racconta una divertente storiella. In essa si narra di un frate cercatore - quelli che elemosinavano cibo di casa in casa - alle prese con un villano che gli aveva appena donato un sacchetto di noci. Parlando del più e del meno, il villano chiese al frate come mai in quell’anno ci fossero tanti grilli.Il frate, gentile, rispose con un proverbio: «Gran grilleria, gran carestia».Il villano, temendo il peggio, si scusò, e riprese le noci appena donate.Poco più in là, il frate incontrò un altro contadino che lo accolse con la solita domanda: «Frate, perché quest’anno ci sono tanti grilli? »Senza pensarci due volte, il frate rispose. «Allegria, non conosci il proverbio: Gran grillansa, gran bundansa (Gran grilleria, grande abbondanza)»?Un comune passatempo dei ragazzini era quello di catturare i grilli, specie quelli "canterini", detti in Romagna grel mariân (grilli mariani), perché attivi soprattutto in maggio, mese dedicato a Maria. Per catturarli s’introduceva un pagliuzza nella loro tana, frugando a lungo nel tentativo di stuzzicarli. Ben presto questi, furibondi, si attaccavano alla pagliuzza, che rapidamente veniva estratta con l’ambita preda. In alternativa, ma così il gioco era meno divertente, si allagava la tana con l’acqua, costringendoli a uscire. L’Andèr in zàirca ‘d gréll(5) (L’andare in cerca di grilli) era perciò svago da bambini, da che, per traslato, equivaleva mettersi a cercare cose di poco conto, a perdere tempo. Nel Bolognese, a chi alterna momenti di apatia e pigrizia, ad altri d’intensa attività, si dice Fèr cum fa ‘l grell, che o ‘l salta o al sta fàirum (Fa come il grillo, che o salta o sta fermo).È infine diffusa la credenza che il suo canto maturi le uve. La superstizione ha in effetti un fondo di verità, dato che il grillo canta quando fa molto caldo, condizione indispensabile affinché l'uva possa maturare.