mercoledì 5 dicembre 2007

FOR FELIPE


Per noi consulenti politici, in realtà voglio dire per me, che di mestiere scruto le altrui anime, pensieri e parole e vedo traiettorie a molti ignote o imperscrutabili, il pre campagna elettorale dovrebbe essere il tempo della messe. Voglio dire che invece dei venire a bussare alla mia porta nel momento della convocazione dei comizi, quando les jeux sont fait, e mancano 30 giorni alle elezioni e tutti i candidati credono che QUELLA sia la campagna elettorale, sarebbe meglio - per il loro equilibrio e per quello del mio fegato - se due parole, dicasi due, venissero scambiate nel momento in cui devono essere decisi i candidati.
Non mi riferisco ovviamente a quelli inchiavardati nelle liste bloccate della camera e del senato che potrebbero anche restare a casa a fare la calza sperando che il leader del loro partito si scapicolli per loro, ma a quelle anime vaganti che
in pectore sono consiglieri regionali o comunali e soprattutto sindaci o presidenti di regione.
Se così fosse, se cioè qualcuno avesse il buon senso di porre la fatidica domanda che nel resto del mondo viene posta a chi questo mestiere fa ("Che
chances ha quel tale di essere eletto?") molto tempo sarebbe risparmiato e forse si eviterebbe il volo di quei coltelli che, in questi periodi, attraversano segreterie di partito, aule del parlamento, consigli comunali, sottoscale, anfratti, piazze, pertugi e, nei migliori del casi, se non raggiungono l'obiettivo, aprono opzioni per vendette bibliche.
Un mio amico tarantino (non quello di Bill Kill...) dopo dieci anni da una mancata ricandidatura ha già cambiato tre partiti pur di arrivare a trapassare il cuore (virtualmente) del maledetto responsabile della sua allora involontaria uscita dalla scena politica. Ma questo è niente perchè l'uomo è mite e meridionalmente indolente e quindi prende tempo pur avendo il nemico sempre nel mirino. Le tregende si compiono e le vendette si consumano quando sullo stesso versante si contendono il posto anime diverse e, ovviamente, in contraddizione.
In poche parole: Tondo ce la farà a superare i veti, più incrociati del mio centrino a punto croce, di Saro? Sarà lui il candidato della Cdl (ex) contro il presidente della regione in carica? Per i più, quelli a cui questi nomi suonano come
round o will be, dico subito di lasciar perdere. Troppo intricata la vicenda. La domanda da porsi è: chi veramente vuole candidare Saro alla presidenza della Regione. Saro, lo si sarà capito (do you know?), è il Mister di qualche post fa. Quello che, per intenderci, essendosi piazzato al senato dove è sufficiente che uno abbia la tonsillite e salta l'ingranaggio, basta che finga di zoppicare e gli regalano stampelle e bastoni che il dr. House nemmeno immagina. Poi, diciamolo pure, dalle nostre parti negli ultimi trent'anni ha dimostrato una certa dimestichezza con la politica e, pur non avendo lo sguardo diretto e luminoso degli uomini di specchiata lealtà, sa quali porte aprire e chiudere per far precipitare o salvare parenti, conoscenti e amici (Inutile dire che io sono una sua fan. Quanto meno per rispetto professionale. Bene, chiudo l'ipocrita parentesi).
Ora, pare che il Mister non voglia il Carnico (
round zero) a contrastare il pres. in carica. I motivi? Credo perchè ritiene che perderà (questa è solamente l'opzione A).
Bè, qui dovrei, per chiarezza mia e altrui, fare uno schemino in cui delineo le alleanze e chi sta con chi. Anzi dovrei fare degli schemini (anzi, dovrei fare una presentazione in
power point) sulla base di quello che si dice, uno su quello che si racconta e uno su quello che probabilmente è e infine uno ancora su quello che probabilmente sarebbe se.
Adesso studio come procedere tecnicamente (questo attrezzo, mi dicono, ha potenzialità infinite, a me sconosciute) e poi sistemo qui
on line, ad uso e consumo del mondo, lo stato dell'arte dell'estremo est.
E' per rispondere al mio amico Felipe, adorabile consulente di Buenos Aires, che avrei dovuto vedere l'altro giorno a Bali e che forse vedrò in marzo a Santa Monica (noi consulenti collezioniamo mille miglia), che mi ha chiesto lumi e che si augura che il nostro governo cada presto così lavoreremo. La presidenta del suo paese, dice, è un esempio fulgido di gestione familiare del potere. Mi ha anche chiesto se Veronica o la Flavia hanno ambizioni. Ce la farebbero, ce la farebbero, dice lui. Lui che mi ha fatto ballare il tango scalza come una servetta di un film degli anni '50. Felipe, Felipe, per fortuna che non ci ha visti nessuno....