lunedì 31 dicembre 2007

Sex & Sarkò


Bene. L'accesso a questo blog avviene ancora per vie misteriose quanto casuali rendendo i cosiddetti aggiornamenti una variabile indipendente dalla mia volontà.

Tanto vale riprendere quindi dal mon president per chiedersi se la sua immagine è in via di compromissione dopo il blitz sentimentale sui lidi egizi main dans la main con la sosia (in meglio) della sua ultima moglie. A parte la mia giustificata ira causata da una evidente e dichiarata invidia (l'homme est vraiment tres sexy), l'averlo paragonato a un carfagnato qualsiasi a mio parere è stato un azzardo al pari dal ritenere che un leader politico non debba o non possa - pena la messa in discussione della sua credibilità politica - tenersi sulle ginocchia delle ragazzette sgallettate, portarsi in gita una sabauda mademoiselle o congiungersi con una giovinotta già fidanzata con un gentiluomo, patron del calcio nostrano.

Il fatto che sia stata posta questa questione la dice lunga sulla persistenza di alcuni luoghi comuni legati alle cosiddette “valutazioni” di genere. Definizione quest’ultima verso la quale nutro una sincera ripugnanza e che giuro di non ripetere per il resto della mia vita virtuale. Per farla breve pare che nell’evoluta Europa l’idea dominante sia quella, di conclamata origine partenopea, che è meglio (più giusto) comandare che fottere. Idea questa certamente ispirata da qualche libertino travestito da monaco trappista che, esauriti i tradizionali colpi in canna, ha trovato conveniente diffondere il verbo della castità e via dicendo in quel milieu dove sguazza la meglio sinistra e/o destra moralista. Non è che sia perversa e che questo argomento mi gasi in particolare ma c’è un qualcosa di cattolico in questo precludere a chi ha responsabilità politiche (morali?) una allegra vita (sognata o vissuta) sessuale. Se Clinton se l’è cavata dai pasticci con la stagista con tanto di abitino blu con la prova del dna presidenziale e rischia di diventare firstgentleman, da questa parte dell’oceano monsieur Sarkò - ma che destino!, ha dovuto contendersi la presidenza con una donna (chissà se la bella Segolene ci ha tentato! Io glielo avrei consigliato…. ma questa è un’altra storia e macchiavelli non se ne dolga) – viene bollato come un leggiadro farfallone. A parte il fatto che questo genere di uomini è assolutamente delizioso, nel suo caso (c’è una divina gallery in cui è immortalato in due pose emblematiche: una con la mano sinistra molto leggermente appoggiata al didietro della sublime Carlà e un’altra mentre molto, molto signorilmente, le cede il passo alla salita della piramide) la sua ruvidità politica (intendo determinazione, sicurezza, control ecc. ecc.) è assolutamente inattaccabile. Il Monsieur è infatti così very man che un suo sconfinamento sotto un baldacchino egizio (pensiero stupendo!) con una tizia che probabilmente sta già mettendo lagnosamente in musica la vicenda, non ne compromette l’immagine politica. Eppure. Eppure non mancano i bacchettoni, i moralisti dell’ultima ora, gli omofobi e tutta quella pletora di frustrati per i quali un uomo è un uomo (e un politico è un politico) solamente se la sua vita famigliare può essere racchiusa a messa sopra il caminetto in una cornice da saldo di centro commerciale. Il discorso vale anche, ovviamente, per il nostro Trasgressore ufficiale, quello che raccomanda attricette e veline, che decide il destino di una belloccia offrendole la prima o la terza serata (televisiva).

E adesso immaginiamo che il nostro DabliuWì esca di testa (fall in love) e se ne vada a Capri mano nella mano con la Bellucci o l’icona democratica Ferilli (destroso compagno permettendo). Oppure che a farlo sia il prode premier dopo essersi liberato dal controllo a vista esercitato da sua moglie (ma perché mai lo tallona sempre? Sindrome da second lady? Gelosia? Eh he he...). Beh, non sarebbe facile gestire le vicende. E proprio perché dalle nostre parti chi comanda deve congelare sesso e cuore oppure entrare nella logica montezemoliana della famiglia aperta. Talmente aperta che tutti sono amici di tutti e la cosa è così chic da far invidiare le tavolate con le ex e gli ex delle ex che ex lo sono in tutto fuorchè nell’agiatezza (che agevola molto la gestione delle ex e degli ex). Ma attenzione. Il porcone è sempre di destra perché la sua appartenenza politica è grezza di natura. Se ne potrebbe grezzamente dedurre che anche Sarkò è un porcone. Ma qui la vicenda si ingarbuglia per una serie di motivi noti a noi del mestiere. 1. Il suo carisma, nonché charme, gli consente comportamenti, anche privati, preclusi ai più; 2. La sua nonchalance nella gestione del suo attuale flirt lo rende super partes (ohhhhhhh….!). Comunque sia Monsieur se la cava alla grande in qualsiasi modo vadano le cose e nonostante le critiche che gli giungono da destra e da sinistra, da uomini (invidiosi) e donne (invidiose).
La sua inscalfibile attitudine al comando/potere dimostra che questi non collidono con la manifestazione della sua sessualità e che le due cose possono tranquillamente procedere pari pari. Cosa che, lo abbiamo visto, non è semplice da far transitare nella mediocrità di politici ed elettori e commentatori made in Italy per i quali il sesso ha poteri di obliteramento per le menti di chi dovrebbe decidere e comandare e quindi fare politica.

L’uomo innamorato è, nel sentire comune, un debole. Così debole da essere assimilato a una donna alla quale - anche questo è un aspetto piuttosto intrigante - si perdona più facilmente che si dichiari omosessuale piuttosto che soavemente in love (vedi la Clinton o la Rice) di un uomo.

Questo post mi sembra piuttosto alberoniano nel suo sviluppo ma non va dimenticato che con quel sant’uomo ho sostenuto il mio primo esame di Sociologia 1. E lui allora era follemente innamorato di una giovane antropologa….