giovedì 18 ottobre 2007

TRUE STORY 4

Il conte sta contando quante ore mancano alla sua defenestrazione. E se ritirasse le dimissioni? Impossibile perchè anche i suoi lo hanno sfiduciato e si sono impegnati a togliersi definitivamente di mezzo un elemento di disturbo alle prossime regionali (maggio 2008). Però. Potrebbe inventarsi qualcosa per piazzare sulla plancia di comando qualche suo fedelissimo (!) con il compito di traghettare l'ente alle regionali. Quel fedelissimo potrebbe usare quella posizione per garantirsi la visibilità necessaria per candidarsi, appunto, alle prossime medesime elezioni. Considerato che il conte/candidato avrebbe disturbato il navigatore ma non avrebbe ottenuto risultati eclatanti (comunque utili per mettersi al tavolo delle trattative) e che, alla fin fine il suo obiettivo era quello di piazzare nella prossima giunta regionale un suo fedelissimo (sempre quello), questa potrebbe essere una via d'uscita (exit).
Come dire che i sogni nobiliari di questi ultimi venti giorni sono stati quelli di salvare più le capre che i cavoli. E, solitamente, quando la motivazione è impellente non è escluso che dal cilindro, alla fine, escano davvero delle conigliette.
Il progetto è quindi finalizzato a mettere, o far mettere, un piede in giunta regionale nel caso in cui a vincere sia il centrodestra.
E qui si apre lo scenario due.
Chi se la sentirà di sfidare il Governatore che, da un giorno all'altro, potrebbe fare il ministro in un qualsivoglia governo nazionale non essendoci uno straccio di carta, di registrazione, di dichiarazione, di ammiccamento che lo collochi
definitivamente da una parte piuttosto che dall'altra (ing. De Benedetti, ovviamente sto scherzando! Sono notoriamente una mattacchiona!)?
Ahimè, pare che il re delle cucine tentenni e, se dicesse definitivamente di no, ci sarà privata l'emozione di giocare sulle cucine dove si prende il caffè e dei caffè che si prendono in cucina. Gli imprenditori prestati alla politica, i brand, le first ladies.... Il rosso (della Illy) contro l'arancione (della Snaidero). Colori già decisi, immagine già disegnata e solo da declinare in politica! Che piacere immenso! Che splendida disfida!
Insomma, il re delle cucine, dopo l'emozione della proposta (alla quale l'
arcoresman stava lavorando da MOLTO tempo) deve fare i conti con la cruda realtà aziendale.... Quante cucine in più venderebbe se il marchio governasse la regione? E se poi ci si trovasse di fronte a conflitti d'interesse (io non posso dare a me stesso...)? Non sarebbe forse meglio liquidare la partita (non quella della squadra di pallacanestro, gran rogna anche quella!)? Vendo la baracca firmata Giugiaro, il brand non cambia, rimango il valore aggiunto del group.... E' che l'imprenditore in queste scelte non è mai solo. Intendo dire che ci sono casini su casini. Nel mio piccolo, se volessi dedicarmi interamente ai miei reali interessi (cercate, cercate, qua e là sono ben segnalati....), dovrei fare i conti, ad esempio, con il mio direttore di banca che mi chiederebbe conto (uffa!) del perchè e del percò. Insomma una enorme seccatura. Per non parlare dell'ufficio delle imposte con il quale ho una consuetudine alla rateizzazione che mi rende una loro meravigliosa fonte di risanamento. Per dire che non è così facile sbolognare un'aziendina... immaginarsi un'azienda con tanto di parenti, fratelli, sorelle, miti da conservare, modelli da produrre, maestranze da pagare, agenzie di comunicazione, banche di ogni genere che potrebbero dire (lo dicono sempre) la loro: "E questo mi va, e questo non mi va... e come la mettiamo con il mutuo, e che facciamo del finanziamento, e poi, alla fin fine, un pezzo che credi tuo in realtà è nostro, ma hai visto che anche i nostri democratici presidenti votano alle primarie....".