martedì 16 ottobre 2007
True Story 3
Sindaco! Quale onore! Un medaglione garantito nel palazzo comunale con anno di nascita e un inquietante eventuale spazio vuoto. Una stanza con stucchi e legni pregiati. Come resistere a tanto charme?
Malissimo, malissimo che vada, c'è un posto garantito in consiglio comunale. Magari un posto in giunta se si mette in pratica il giochetto del secondo turno ("tu mi dai un assessorato se io dico ai miei di votare per te". Un delirio autentico perchè al secondo turno c'è una totale diserzione dalle urne e chi ha votato, soprattutto per un candidato minore - cioè non per i due che si contendono lo scranno - a tutto penserà fuorchè a giocarsi un'altra domenica...). E questo spiega le autocandidature, la discesa in campo di persone anche apparentemente sensate, accomunate sempre dal fatto di avere tanto tempo libero. Le elezioni comunali sono una grande occasione per i pensionati, gli emarginati, i furbastri, i frustrati, i delusi, i piantagrane, gli spiritosi, gli spiritati che, tanto per mantenere un profilo basso, si accapigliano per fare il sindaco (e in subordine l'assessore e il consigliere comunale).
"Salve, sono il vostro Sindaco! Rimetterò in moto la macchina amministrativa, starò tra la gente, rivoluzionerò il traffico, rilancerò il centro storico (aumenterò i posti di lavoro, versione sud), mi accorderò con i comuni limitrofi, eliminerò le auto e le strisce blu". Chi resiste all'idea di esordire così davanti a giornalisti, colleghi e forse anche sparuti cittadini? E la foto sul giornale? Che momento! Che opportunità!
Quanto al partito o allo schieramento di appartenenza sono degli optionals. "Vade retro politica! Io rappresento la società civile!".
E così ci si avvia verso le dieci, quindici liste, listarelle più o meno civiche.
La manna dal cielo per le tipografie e le concessionarie di pubblicità. Adrenalina pura per il quarto potere locale! Par condicio ma poi, zac! Ecco chi deve vincere. E come non potrebbe? E' la persona giusta, non ha nemmeno votato per Veltroni, non vuole sentir parlare di partito democratico oppure, Berlusconi nemmeno lo conosce, Bondi mai visto, Fini non ne parliamo....ah! che sindaco!
Malissimo, malissimo che vada, c'è un posto garantito in consiglio comunale. Magari un posto in giunta se si mette in pratica il giochetto del secondo turno ("tu mi dai un assessorato se io dico ai miei di votare per te". Un delirio autentico perchè al secondo turno c'è una totale diserzione dalle urne e chi ha votato, soprattutto per un candidato minore - cioè non per i due che si contendono lo scranno - a tutto penserà fuorchè a giocarsi un'altra domenica...). E questo spiega le autocandidature, la discesa in campo di persone anche apparentemente sensate, accomunate sempre dal fatto di avere tanto tempo libero. Le elezioni comunali sono una grande occasione per i pensionati, gli emarginati, i furbastri, i frustrati, i delusi, i piantagrane, gli spiritosi, gli spiritati che, tanto per mantenere un profilo basso, si accapigliano per fare il sindaco (e in subordine l'assessore e il consigliere comunale).
"Salve, sono il vostro Sindaco! Rimetterò in moto la macchina amministrativa, starò tra la gente, rivoluzionerò il traffico, rilancerò il centro storico (aumenterò i posti di lavoro, versione sud), mi accorderò con i comuni limitrofi, eliminerò le auto e le strisce blu". Chi resiste all'idea di esordire così davanti a giornalisti, colleghi e forse anche sparuti cittadini? E la foto sul giornale? Che momento! Che opportunità!
Quanto al partito o allo schieramento di appartenenza sono degli optionals. "Vade retro politica! Io rappresento la società civile!".
E così ci si avvia verso le dieci, quindici liste, listarelle più o meno civiche.
La manna dal cielo per le tipografie e le concessionarie di pubblicità. Adrenalina pura per il quarto potere locale! Par condicio ma poi, zac! Ecco chi deve vincere. E come non potrebbe? E' la persona giusta, non ha nemmeno votato per Veltroni, non vuole sentir parlare di partito democratico oppure, Berlusconi nemmeno lo conosce, Bondi mai visto, Fini non ne parliamo....ah! che sindaco!