lunedì 4 gennaio 2010

UKRAINA VERSO IL PASSATO

La campagna elettorale presidenziale ucraina è entrata nella sua fase finale e si sta rivelando come un’occasione mancata per un confronto alla pari tra i candidati, incentrata com’è sugli aspetti negativi degli avversari piuttosto che sui contenuti dei singoli programmi. Nonostante Viktor Yanukovych, il più accreditato a vincere al secondo turno, abbia firmato un cosiddetto “codice d’onore” in cui si impegna a non attaccare gli avversari politici, la campagna è proceduta fin qui per colpi bassi anche a causa dell’elevato numero di contendenti. Per la stragrande maggioranza di questi le possibilità di vittoria sono praticamente nulle e la loro speranza è quella di disporre di un potere contrattuale al secondo turno quando si tratterà di convincere gli elettori di votare per uno dei due candidati in lizza. Per queste elezioni l’Ucraina si è dotata per la prima volta di un Registro nazionale elettorale, strumento di cui sino ad oggi non dispone nessun paese ex sovietico.

Gli ultimi sondaggi danno per vincente il leader del Partito delle Regioni Viktor Yanukovych seguito da Yulia Tymoshenko. In base alla legge ucraina il 2 gennaio è stato l’ultimo giorno in cui era autorizzata la pubblicazione di sondaggi prima delle elezioni che si terranno dalle 8 alle 20 di domenica 17 gennaio. La campagna finirà ufficialmente alle 24 di venerdì 15 gennaio e la giornata successiva è riservata (come in Italia e in molti altri paesi del mondo) a una pausa di riflessione prima del voto. I sondaggi dicono che nessuno dei 18 candidati otterrà ma maggioranza al primo turno e che Yanukovych si attesterà sul 30 per cento dei voti contro il 20 per cento della Tymoshenko. Yanukovych, dicono sempre i sondaggi, sarà il vincitore del secondo turno mentre il presidente in carica Yushchenko dovrebbe attestarsi, già al primo turno, su non più del 5 per cento. Il presidente ucraino ha già dichiarato che non accetterà il posto di primo ministro nel caso in cui a vincere le elezioni fosse il suo nemico storico Yanukovych e, in una dichiarazione al canale televisivo ucraino ICTV, ha continuato a sostenere che sarà lui il prossimo presidente.

Yanukovych, che nel 2004 – dopo aver vinto le elezioni - era stato accusato dalla Corte Suprema di brogli e che aveva imposto un terzo turno elettorale, sostiene che la cosiddetta “rivoluzione arancione” filo occidentale, causa della sua successiva disfatta, si è rivelata controproducente per il paese che è stato gettato nel caos, nella corruzione e in una gravissima situazione economica. Dopo aver preso il potere nel 2005 su un’onda popolare fortemente emotiva, i leader filo occidentali hanno deluso molti ucraini innestando una nostalgia per la precedente fase politica. La “rivoluzione arancione”, che ha portato l’Ucraina fuori dall’orbita russa e la sua leadership a guardare con favore all’Unione Europea e alla Nato, ha accentuato inoltre il disappunto fra la popolazione filo Russia dell’est e ovest del paese dove il nazionalismo ucraino è ancora molto marcato. Yanukovych, che continua a ribadire che le accuse di brogli che gli erano stati attribuiti nel 2004 non sono mai state provate e che quel terzo turno elettorale è stato illegale, ha inserito nel suo programma la reintroduzione del russo nelle scuole e sui posti di lavoro trovando il supporto di milioni di ucraini di lingua russa contrari all’azione di “ucranizzazione forzata” che hanno dovuto subire. Un cambiamento, questo, che ha trovato d’accordo il presidente russo Dmitry Medvedev che in un’intervista televisiva ha anche auspicato che tra i due paesi si reistabiliscano relazioni fraterne. Il programma elettorale di Yanukovych prevede di sfruttare i rapporti privilegiati con la Russia per risolvere molti dei temi sul tappeto, dal commercio alla sicurezza. Ovviamente non guarda con favore alla Nato, antagonista della Russia durante la guerra fredda, ma assicura il suo supporto a Medvedev per un accordo con l’Europa, in termini di sicurezza; proposta alla quale i paesi europei guardano con grande scetticismo. In linea con il suo programma filorusso, Yanukovych ha anche inserito nel suo programma l’impegno ad accelerare l’ingresso della Russia nell’organizzazione mondiale per il commercio (WTO).

Il presidente in carica Viktor Yushchenko, leader della Rivoluzione Arancione, si sta avvicinando al voto con una manciata di consensi dopo aver impiegato la gran parte del suo mandato a combattere contro la sua ex alleata e primo ministro, Yulia Tymoshenko bloccando così ogni riforma e portando il paese al collasso economico. La campagna elettorale di Yushchenko è tutta incentrata quindi contro il suo Primo Ministro che accusa di aver trasformato il paese nel più corrotto al mondo e aver portato allo sfascio la sua economia. Per il presidente in carica, entrambi i suoi diretti avversari Tymoshenko e Yanukovych, sono espressione del Cremlino e, indipendentemente di chi dei due sarà eletto, riporteranno l’Ucraina sotto l’influenza russa.

Nella gran parte del paese i temi della lingua e dell’identità nazionale stanno avendo una presa maggiore rispetto, ad esempio, a quello della disoccupazione. “Ukraine” deriva dalla parola russa “ai confini”, un’identità che i leaders della Rivoluzione Arancione avevano rifiutato a favore di un’unica identità ucraina. L’uso della lingua russa, considerato dai suoi oppositori come una sottomissione ai sovietici, era stato lentamente accantonato. In un recente comizio nella penisola della Crimea, dove la lingua ufficiale è il russo, Yanukovich ha ironizzato sull’uso della lingua ucraina da parte dei suoi avversari politici insistendo sull’opportunità di mantenere la lingua russa, tema questo che in quel territorio è particolarmente sentito.

Yulia Tymoshenko, il primo ministro con la treccia bionda, sta ripetendo, in questa campagna elettorale, che l’Ucraina deve scegliere tra un governo presidenziale e uno parlamentare e sottolinea come la sua preferenza vada per quello presidenziale in cui il capo dello stato presiede il potere esecutivo. Tymoshenko sostiene che il presidente, quando il paese si trova in gravi condizioni, non dovrebbe cercare le responsabilità degli altri quanto assumersi le proprie, cosa che non avviene con l’attuale sistema che è un mix di presidenziale e parlamentare.

Approsimativamente il 17 gennaio andranno al voto quasi 37 milioni di elettori. In base alla lista dei 25 stati esteri in cui risiedono degli ucraini si stima che quelli con diritto al voto siano circa 380 mila.

La gran parte di questi risiede in Germania (101 mila), in Moldova (71 mila) e in Russia (57 mila).

In vista delle elezioni ucraine, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Ocse) ha stanziato 1 milione e mezzo di euro per lo svolgimento di corsi di formazione e aggiornamento per quanti sono coinvolti nel processo elettorale. Gli 800 seminari, che si tengono su tutto il territorio ucraino, sono iniziati il 27 dicembre scorso e termineranno il 12 gennaio. I corsi sono incentrati sulle procedure di voto e sono riservati ai capi, ai responsabili dei gruppi parlamentari e ai segretari delle commissioni elettorali mentre per le altre persone coinvolte nel processo elettorale è stato predisposto un filmato a carattere didattico. In questi giorni è stata anche resa nota la scheda elettorale, approvata lo scorso 24 dicembre, che sarà distribuita negli oltre 70 collegi elettorali.