domenica 17 gennaio 2010

NEL MASSACHUSETTS IN PALIO LA RIFORMA SANITARIA DI OBAMA


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La presenza di Obama, oggi a Boston, è la prova di quanto sia importante per entrambi gli schieramenti, una vittoria nello stato del Massachusetts nelle elezioni suppletive indette per occupare il posto lasciato libero, al Senato, da Ted Kennedy.
L’eventuale elezione del repubblicano Scott Brown potrebbe rappresentare per i democratici americani la fine del (breve) sogno della riforma sanitaria voluta da Obama. Brown, con il suo voto contrario, potrebbe infatti mandare all’aria il progetto obamiamo che si regge su una risicatissima maggioranza di 60 senatori. Gli abitanti dello stato del Massachusetts, tradizionalmente liberal, potrebbero così bocciare la legge di riforma oppure consentire che il suo percorso continui sino alla sua approvazione. Nel 2006 il Massachusetts ha votato una legge sanitaria rivoluzionaria e oggi il 97 della sua popolazione è coperto da assicurazione, la percentuale più alta tra gli Stati americani e con una copertura simile a quella dei paesi dell’Europa occidentale. Ma questa legge è costata agli abitanti dello stato una cifra enorme e non ha prodotto, stante all’opinione pubblica, i risultati che si era prefissata. Si potrebbe quindi sostenere che il Massachusetts ha sperimentato per primo e in tempi non sospetti, la riforma sanitaria voluta oggi da Obama. In questo clima è stato facile per Brown mettere in vetta al suo programma elettorale la profonda revisione di questa legge facendo tremare le vene ai democratici di Washington che hanno assolutamente bisogno di un loro eletto nell’elegante Stato della east coast, e soprattutto temono che su scala nazionale si registri – a causa dei suoi alti costi e ai tagli che produrrebbe in altri settori (tra cui il contrasto all’immigrazione clandestina) – una analoga presa di posizione da parte dell’opinione pubblica. Brown ha ripetuto nei suoi comizi e nei dibattiti, che il Massachusetts è l’esempio di quanto potrebbe accadere nel paese se la riforma di Obama fosse approvata.
Se il repubblicano Scott Brown vincesse il seggio lasciato libero dal senatore Ted Kennedy, Obama e i suoi uomini riceverebbero un ulteriore importante segnale che la tanto voluta riforma sanitaria è fallita prima ancora di partire. Anche se Brown perdesse con un piccolo margine sull’avversaria democratica, comunque i democratici dovranno preoccuparsi, perché se la riforma sanitaria non ha funzionato nell’evoluto Massachusetts non potrà funzionare da nessuna altra parte.
Per sostenere Brown è arrivato venerdì scorso a Boston l’ex sindaco di New York Rudy Giuliani mentre i maggiori esponenti dei democratici si accingono a vistare in queste ultime ore di campagna elettorale il territorio per sostenere la loro candidata Martha Coakly. L’ultimissimo sondaggio dà in vantaggio Brown con il 50 per cento sul 46 della sua avversaria. Giuliani ha detto, durante il suo comizio, che il Massachusettes deve mandare un messaggio “forte e chiaro” ad Obama eleggendo Brown. Poche ore dopo, davanti a una platea di circa 700 sostenitori, Bill Clinton si è rivolto agli elettori chiedendo loro di “non ripetere l’errore” di lasciare l’amministrazione, come è successo, per otto anni in mano ai repubblicani. “Dovete scegliere – ha detto Clinton -, tra il passato rappresentato da Brown e il domani personificato dalla Coakley”. La notizia del vantaggio di Brown ha galvanizzato i sostenitori repubblicani che hanno aumentato i fondi a favore del loro candidato mentre i democratici, che mai avrebbero pensato a uno scontro così duro nel liberal New England, sanno che una loro sconfitta suonerebbe come una precisa protesta contro le politiche di Obama. Sempre venerdì scorso, Martha Coakley ha annunciato una svolta nella sua campagna elettorale attraverso una “quattro giorni” finale di “Combattimento per voi” (“Fighting For You”) attraverso lo Stato. Chi vincerà lo farà al filo di lana in uno Stato dove, nonostante i più importanti rappresentanti della politica americana lo abbiano attraversato, più della metà degli elettori non è registrata a nessuno dei due partiti.

L'autobus di BROWN


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