sabato 9 gennaio 2010

TAIWAN TRA SCANDALI ED ELEZIONI

Ultime ore di campagna elettorale in Taiwan dove si contendono la vittoria in tre regioni del paese il partito del presidente in carica Ma Ying-jeou, il Koumintang (KMT) e quello dell’opposizione guidato da Tsai-Ing-wen (DPP). Proprio quest’ultima ha accusato il presidente Ma di aver utilizzato fondi pubblici e l’aereo presidenziale per fare campagna elettorale nelle regioni più lontane dalla capitale Taipei. A detta della leader dell’opposizione, la campagna elettorale di Ma si è rivelata un gigantesco fallimento mentre il portavoce del presidente ha precisato che le spese sono state sostenute nel rispetto della legge. Le elezioni di oggi, come ho detto nel post precedente, sono la prima tornata elettorale di un processo che dovrà eleggere in totale sette seggi lasciati liberi da amministratori eletti in altre cariche o che hanno dovuto lasciare il posto perché accusati di aver comprato i voti. Oggi saranno eletti i rappresentanti di tre regioni mentre il 27 febbraio gli elettori dovranno eleggere i loro rappresentanti in quelle di Taoyuan, Hsinchu, Chiayi e Hualien. Ieri i due partiti hanno resi pubblici i nomi dei rispettivi candidati alla prossima tornata elettorale. Altre elezioni amministrative si sono svolte lo scorso 5 dicembre e, da allora, la campagna elettorale, di fatto non si è mai conclusa e proseguirà almeno sino al prossimo 27 febbraio.
Da registrare che proprio questa settimana l’Alta Corte ha condannato l’ex presidente di Taiwan, Chen Shui-bian che ha ricoperto la carica dal 2000 al 2008. Chen, del Partito Democratico Progressista, si era battuto per l'indipendenza dalla Cina e nel corso del suo secondo mandato era stato accusato, con la moglie e altri funzionari, di essersi appropriato di 460 mila dollari di fondi pubblici e condannato all'ergastolo. Chen è stato condannato al risarcimento di un’ingente cifra di denaro. L'episodio di corruzione e distrazione di denaro pubblico era avvenuto durante la sua campagna elettorale a sindaco di Taipei. Chen ha risposto alle domande dei giudici con numerosi “non ricordo” mentre il responsabile economico della campagna elettorale, ascoltato come testimone, ha dichiarato che aveva messo tutte le risorse finanziarie in mano alla ex first lady. Per quanto riguarda l’entità dei fondi a disposizione Chen ha precisato che in tutte le sue campagne elettorali era normale che ci fossero molte donazioni e quindi molto denaro in contante, così come non si era mai preoccupato di controllare le entrate e le uscite essendo troppo occupato a raccogliere voti. Quello di questa settimana è stato il secondo grado di giudizio a cui sono stati sottoposto Cheng e la moglie che in prima istanza erano stati condannati a pagare rispettivamente 200 (6 milioni di dollari US) e 300 milioni lo scorso mese di settembre. Chen era stato detenuto in carcere sino al dicembre del 2008. La Corte Suprema ha concesso il dissequestro dei beni personali dell’ex presidente (circa 8 milioni di dollari locali) che erano stati confiscati dall’ottobre scorso e che dovrebbero servirgli a pagare l’ingente ammontare dell’ammenda inflitta.