martedì 19 gennaio 2010

IN MASSACHUSETTS OGGI UN REFERENDUM PRO O CONTRO LE POLITICHE DI OBAMA


In un clima gelido, non solo meteorologicamente, si apriranno tra due ore (ore 7 locali) i seggi per l'elezione supplettiva del senatore che dovrà prendere il posto lasciato libero dal democratico Ted Kennedy. I seggi si chiuderanno alle 20 e già dopo due ore sarà possibile avere il risultato definitivo di quello che negli Stati Uniti è ritenuto un vero e proprio referendum sulle politiche del Presidente Obama. A contendersi il posto sono il repubblicano (ma ostinatamente indipendente) Scott Brown, che ha fatto la sua campagna elettorale tutta a bordo di un camioncino affiancato dalle due sveglissime figlie, e la democratica Martha Coakley per la quale è sceso in campo, e a ragione, lo stesso Obama. Gli ultimi sondaggi continuano a dare per vincitore il candidato repubblicano. Eventualità questa vista con estremo pericolo dalla parte democratica che si vedrebbe sfilare a Washington un seggio determinante a garantire la sua maggioranza. La posta in gioco è nientemeno che la riforma sanitaria di Obama ed è per questo che ormai negli Stati Uniti si parla apertamente che questa non è una normale elezione per rimpiazzare un senatore scomparso, ma una definitiva legittimizzazione o meno della politica del presidente. Non solo nel settore della salute ma di tutto il suo operato. Sia i leader repubblicani sia quelli democratici (Clinton compreso) sono volati nel New England per salvare il salvabile in una situazione che potrebbe segnare la prima sconfitta democratica in uno stato da sempre democratico. Il voto è stato preceduto, in queste ultime ore, come accade in tutti i paesi del mondo (e quindi anche nella democraticissima America), da reciproche accuse di "brogli" che, nel caso americano, riguarderebbero essenzialmente la procedura di registrazione degli elettori. Un meccanismo da tempo sotto accusa ma che nessuno a sin qui affrontato. Alcuni blog di Boston hanno denunciato, per esempio, che i democratici hanno registrato migliaia di elettori defunti. Per far fronte alle condizioni climatiche avverse i comitati dei due partiti si sono attrezzati con ogni mezzo per portare ai seggi gli elettori che potranno votare, come ho detto, sino alle 20. A Washington, in queste ore, a molti tremano le vene mentre in Italia, stranamente, i media sembrano ignorare questa sfida che arriva a un anno esatto dall'insediamento di Obama le cui aspirazioni, tra qualche ora, potrebbero infrangersi contro i raffinati abitanti del Massachusetts che, sperimentata sulla loro pelle una riforma sanitaria simile a quella voluta dal presidente, potrebbero vanificare il suo lavoro di un anno.

Brown al suo ultimo comizio




Obama e Clinton discutono sul voto