Vuoi che la rete è un casino, nel senso di grande confusione, e che chi ci smanetta è mediamente scazzato (on line language), ma viene il sospetto che la camicia stirata di fresco non sia stata proprio un'idea smagliante. Vuoi metterti on line? Ti schifano i giornalisti che magari ti chiedono se sei mai andato sull'Icarus? E allora mettiti magari dalle parti di un pc, fatti futurista (no Futurista), insomma, aderisci al mezzo!
Intendo dire, io che mi picco di essere cic to cic con la comunicazione e l'immagine, che se uno usa la televisione è giusto che metta una calza sull'obiettivo, che se vuole andare al cinema (talvolta i mezzi si possono confondere) fa bene ad arrancare dalle parti di un cipresso toscano, ma che se vuole andare in rete (diciamolo, è il mezzo più scalcinato che ci sia) deve darsi almeno un'aria da rapper o da matrix, qualcosa di speciale e non di simile a me che mi ostino a credere che la Corea sia la culla della civiltà perchè vi ci è nato Choo. E chi vuole intendere intenda.
Franziz, nel suo video in libreria (ma perchè no in videoteca? uffa!), ha scelto uno stile politico (political style) che è una via di mezzo tra il veltronismo e il seracchianismo che poi, a dirla tutta, sono la stessa cosa. E quindi, giù di brutto al suo partito (il nuovo che avanza richiede macerie alle spalle) e minacce forti e chiare al vecchio che vorrebbe permanere. Lasciamo perdere, oltre ai libri dritti, la camicia fumante e la z ferrarese, ma a questo chierichetto nessuno a detto che 7 minuti sono troppi on e off line? E allora glielo dico io al post-veltron che on line si può restare uno, due minuti, perchè a noi naviganti se c'è qualcosa che ci spossa è lo stare fermi. E' che su internet si aprono e si chiudono finestre e allora già che ci sei vai a vedere che cosa fanno quei pazzi in Iran e contemporaneamente dove andare in vacanza e come ha chiuso la borsa e che cosa ha detto il tuo nuovo amico di Fb e quell'altro che sta su twitter. Insomma, è quel casino di cui dicevo e che mal si coniuga con quelle robe di cui ho parlato che sono dalla camicia in poi tutti quei simboli old politics che poco hanno a che vedere con gli on line addicts.
Per dirla tutta, il Segretario si è dilungato in chiacchere per almeno cinque minuti di troppo anche perchè a nessuno è risultata così strategica la sua visione del nuovo (ancora???) piddì che dovrebbe tirare dentro la new generation e soprattutto lasciare definitivamente a casa quella manica di dalemiani da strapazzo, così cenciosi da render nobile un qualunque papi.
Sì, perchè la fissa del capellano romagnolo, è stata proprio quella di avvertire e avvertire e avvertire (non posso, non posso, non posso) che con lui le cose cambieranno perchè c'è una debora in arrivo (ma lasci perdere il Matteo fiorentino, il ragazzo potrebbe dargli, e gli darà, grandi grattacapi; per esempio sulla comunicazione sa qualcosa che il Segret non ha ancora capito. E qui cascherà l'asino) con una buona truppa di militanti che fremono di andar a fare scuola politica e tutte quelle cose lì. Un mix democomunicrist da far paura!
Ma il punto più suggestivo il Segretario l'ha raggiunto, nel suo appello on line, quando ha citato il Nemico. Vuoi l'emozione, vuoi l'influsso delle parole behind the paper, ma il Nostro si è lambiccato la lingua e, se uno non ci sta proprio attento, pare che dica che a Lui, al Nemico, "bisogna volergli bene" e via dicendo in un crescendo che uno deve fare reward per capire che si riferisce a se stesso (più o meno).
Così disse il Segret, il 24 giugno. Il giorno di San Giovanni, quello in cui per magia, così narrano le leggende, gli animali parlano.