Il Primo Ministro albanese, il conservatore Sali Berisha, 64 anni, ha appena annunciato alla Presidenza ceca della Ue la richiesta di adesione dell’Albania all’Ue. A Varsavia, un Sali Berisha in piena forma ci parla di elezioni, Internet ed Europa nel bel mezzo del congresso del Partito Popolare europeo. L’Albania è uno dei suoi sei membri non comunitari.
Sali Berisha (Foto@ Nabeelah Shabbir)
«Il mio paese è il minor carico fiscale possibile per l’Europa!», esclama Sali Berisha all’inizio del secondo giorno di congresso Popolare a Varsavia, il 29 e 30 Aprile. «Per favore, dite ai vostri investitori che vengano in Albania!». Perché no. Infondo l’Albania un giorno sarà parte dell’Unione.
Il Primo Ministro francese, François Fillon, non si stanca di ripetere che la priorità dell’Unione non è l’espansione costante. Crede che Parigi e Berlino abbiano dubbi riguardo la candidatura albanese? Chi sono i suoi alleati nell’Unione?
«In generale abbiamo ricevuto tre forti appoggi dal centro-destra europeo. Se ho fatto questo passo è grazie a questo sostegno. In ogni caso, non vedo un’opposizione manifesta all’entrata dell’Albania. Sia la Francia che la Germania si sono dimostrate favorevoli. Ho chiesto il loro parere prima di agire».
La Croazia entrerà nell’Ue nel 2011. Le pongo una domanda classica: il 2015 le sembra una cifra realistica per l’Albania?
«Le darò una risposta classica: è una data più lontana di quella che avrei desiderato, ma più vicina di quella che avrei sperato».
Dalla vicina regione dei Balcani, la Grecia sostiene la vostra volontà di adesione però, se dopo l’indipendenza del Kosovo dovessero ripresentarsi le tensioni con la Serbia, non crede che questo possa influenzare le sue previsioni di adesione per l’Albania?
«Non c’è motivo perché Kosovo e Serbia condizionino l’Albania. Ma di certo queste relazioni sono un problema per il nostro Paese. Dovrebbe essere una priorità la risoluzione dei loro problemi. Il Kosovo è adesso una forte realtà politica. Le realtà dovrebbero essere accettate invece che ignorate o interpretate secondo i propri interessi».
Nel 2005 l’Albania ha vissuto delle elezioni turbolente. Il prossimo 28 giugno ritornano nel suo paese le elezioni generali, una delle chiavi di accesso all’Ue. Come può essere sicuro che siano libere e giuste?
(Gesticola animatamente) «Quest’anno le elezioni saranno eccellenti. È mia intenzione che lo siano. Quattro anni fa c’erano muri da abbattere, adesso abbiamo obiettivi a cui tendere. Allora io ero dalla parte dell’opposizione, adesso sono al Governo, e, per di più, sono io che governo. Sto facendo del mio meglio perché la mia nazione voti in libertà. È quello che si merita, e anche io. È un dovere morale e legale che le cose siano così. Invito fin d’ora il Partito Popolare europeo a controllare di persona! Ne abbiamo bisogno!».
Può essere più preciso?
«Abbiamo un’infrastruttura totalmente rinnovata: liste elettorali e registri civili informatici, documenti d’identità e passaporti nuovi. C’è stata qualche critica dall’opposizione, ma due giorni fa siamo giunti ad un accordo riguardo la loro distribuzione tra la popolazione. Non tollero in nessun modo la criminalità organizzata; la corruzione è un cancro che bisogna sradicare. Queste elezioni saranno libere e giuste e sono molto contento di questo».
Lo scorso primo Aprile l’Albania è entrata nell’Alleanza Atlantica (Nato), e adesso, dopo un mese, richiede di far parte dell’Unione.
«Aprile del 2009 è stato un mese speciale, straordinario e storico per l’Albania».
Quanto c’è di tattica in tutto ciò?
«Ho atteso che i 27 approvassero il nostro accordo di stabilizzazione in ognuno dei loro parlamenti nazionali. Poi abbiamo deciso di lavorare fianco a fianco con l’Ue, nella missione realizzata nel Ciad e in altre regioni con presenza dell’Ue. Ho poi presentato, a gennaio, la richiesta di partecipazione all’Ue, perché un mese prima lo aveva fatto Montenegro. Non ho voluto fare tutto insieme per non caricare eccessivamente l’agenda politica nazionale. Tutto è stato fatto guadagnando consensi. Sono molto grato alla Presidenza ceca dell’Unione e a tutti coloro che ci hanno sostenuto. L’opposizione esigeva che presentassimo la richiesta di adesione durante la precedente presidenza francese dell’Ue, ma risposi che non lo avrei fatto fino a quando il processo precedente di ratificazione dell’Accordo di Associazione non fosse stato portato a termine dai 27».
All’epoca, anche l’Ue vi mandò un messaggio suggerendo di aspettare la celebrazione di nuove elezioni, vero?
«Beh, anche io voglio lanciare un messaggio. Voglio dire agli albanesi che dobbiamo avere delle elezioni libere e giuste, perché si aprano le porte dell’Unione e si accelerino i tempi. Il 96% degli albanesi sono pro-Europa, e hanno reagito positivamente».
Per concludere, da dove assisterà alle prossime elezioni europee?
«Questo è il mio ultimo viaggio all’estero prima delle elezioni. Le vedrò in televisione, da casa. Ad ogni modo, devo proseguire con la mia agenda pre-elettorale».