mercoledì 6 febbraio 2008
NOT TONIGTH, JOSEPHINE!
Avendo attribuito la frase "Nessuno è perfetto" al film Gli uomini preferiscono le bionde (evidente lapsus freudiano. Ho confuso un mio desiderio con la realtà) cerco di rifarmi raccontando qualcosa di A qualcuno piace caldo che si conclude proprio con questa citazione.
Innanzi tutto il film è un remake di una commedia tedesca (Fanfaren der Liebe) del 1951 diretta da Kurt Hoffmann.
A qualcuno piace caldo (il titolo di lavorazione, ispirato al presunto rifiuto da parte di Napoleone di fare sesso con l'Imperatrice, era Not tonight, Josephine!), ricevette sei nominations all'Oscar per il Miglior Attore (Jack Lemmon), Miglior Regista, Miglior Sceneggiatura Non Originale, Miglior Film in Bianco e Nero, Migliore Scenografia e Direzione Artistica in Bianco e Nero, aggiudicandosi solo l'Oscar per i Migliori Costumi. La valanga di gags e di situazioni equivoche alla base di A qualcuno piace caldo, corrisponde perfettamente ai continui fraintendimenti che hanno accompagnato la realizzazione del film sin dalla scelta degli attori. Per i ruoli di Joe/Josephine e di Jerry/Daphne la scelta non fu semplice. Danny Kaye e Bob Hope erano i candidati principali, ma anche Frank Sinatra e Anthony Perkins (anche se il suo suo provino non convinse Billy Wilder) e Jerry Lewis erano da considerarsi come possibili papabili. E proprio a Jerry Lewis è legato un aneddoto assolutamente in tono con il carattere del film: l'attore rifiutò il ruolo perché non intendeva recitare vestito da donna e Jack Lemmon, che invece l'accettò, da quel momento in poi gli mandò ogni anno una scatola di cioccolatini per ringraziarlo della rinuncia. Anche per il ruolo di Sugar Kane (Zucchero Candito) la prima scelta non era Marilyn Monroe, bensì Mitzi Gaynor. "Ho discusso di questo con il mio dottore e con il mio psichiatra e mi hanno detto che sono troppo vecchio e troppo ricco per lavorarci nuovamente insieme" dirà Wilder di Marilyn (che già aveva lavorato con lui per quel film che donerà al cinema, con quella gonna maliziosamente svolazzante, un'icona indimenticabile: Quando la moglie è in vacanza). Marilyn (sulla cui fine non si è fatta ancora del tutto luce e JFK ne era dentro sino al collo) diede al regista del filo da torcere sin dall'inizio. La Monroe, infatti, per una clausola inserita nel contratto, pretendeva che il film fosse girato a colori. Fu dura per Wilder convincerla del contrario, se non altro perché il trucco di Jack Lemmon e Tony Curtis rendeva i loro volti verdastri. Alla fine Marilyn accettò il bianco e nero ma, essendo incinta durante le riprese, rese difficile la successiva promozione del film essendo visibilmente ingrassata. Furono così scattate delle foto a Sandra Warner (che nel film compare tra le ragazze della band) e, con un fotomontaggio, le si applicò il volto di Marilyn. Nel corso delle riprese la star causò ulteriori difficoltà a Wilder. Ad esempio, la scena in cui doveva semplicemente pronunciare una frase di tre parole ("It's me, Sugar") richiese ben 47 ciak (al trentesimo fallimento Wilder, disperato, scrisse la frase su una lavagnetta da esibire fuori campo). Occorsero, invece, "soltanto" 59 ciak per la scena in cui Zucchero chiede "Where's the bourbon?", dopo che Marilyn sbagliò più volte la domanda ("Where's the whiskey?", "Where's the bottle?" e "Where's the bonbon?" sono i suoi personalissimi "adattamenti"). Wilder, incredulo, scrisse la battuta esatta esponendola all'attrice, il che confuse ancor di più le idee a Marilyn. Così il regista scrisse la frase su tutto ciò che trovò sul set! Dopo il cinquantanovesimo Ciak, l'attrice riuscì nell'impresa ma lontana dalla macchina da presa (!) costringendo Wilder a doppiarla. La vendetta del regista, in ogni caso, non si fece attendere: Wilder costrinse la Monroe a camminare da un lato all'altro del set con la scusa di dover rigirare alcune scene non venute bene. Secondo il biografo di Marilyn, Norman Mailer, questo brutale trattamento fu uno dei motivi che causarono l'aborto all'attrice. Anche la coppia Lemmon-Curtis dovette affrontare non pochi problemi legati essenzialmente legati al loro travestimento. Un cabarettista drag queen che era solito esibirsi vestito da donna, cercò di insegnare ai due il giusto atteggiamento da assumere indossando abiti femminili. Jack Lemmon, dopo qualche tentativo, s'innervosì e decise di rinunciare all'aiuto dell'artista dicendo che voleva soltanto imparare a camminare come un uomo vestito da donna e non a camminare come una vera donna! Ancor prima di iniziare le riprese, la "strana" coppia fece una prova generale passeggiando nei pressi degli Studios indossando abiti femminili per misurare l'effetto complessivo, inclusa una sosta estemporanea per ritoccare il trucco in una delle toilette femminili: nessuna delle presenti si accorse del travestimento e l'esperimento riuscì pienamente (questo episodio sarà richiamato in una scena del film, quando i due si truccano nel bagno del treno con Zucchero che compare all'improvviso). Per la voce in falsetto, l'unico ad incontrare qualche difficoltà fu Tony Curtis che fu doppiato in alcune parti da Paul Frees (Curtis si giustificò dicendo che non era in grado di mantenere a lungo lo stesso tono acuto di voce).