lunedì 23 novembre 2009

LA ROMANIA AL BALLOTTAGGIO IL 6 DICEMBRE


Il presidente in carica Traian Basescu e il suo avversario, il socialista Mircea Geoana, andranno il 6 dicembre al ballottaggio non avendo nessun dei candidati raggiunto la maggioranza assoluta nelle elezioni di domenica scorsa. Il conteggio dei voti non è terminato ma la percentuale scrutinata del 74,14 per cento dimostra che il ballottaggio sarà inevitabile.
Basescu è al primo posto con il 32,84 per cento mentre Geoana è al secondo con il 29,82 per cento in base ai dati diffusi dall'Ufficio centrale elettorale di Bucarest. Uno dei candidati sconfitti nella corsa alla presidenza, il segretario del National Liberal Party (PNL) Crin Antonescu ha annunciato che il suo partito supporterà Geoana al ballottaggio se questi garantirà il posto di primo ministro a Johannis. Basescu ha rifiutato di nominare primo ministro Johannis nonostante il paese si trovi di fatto politicamente bloccato dopo il crollo, lo scorso mese, della non facile "grande coalizione" composta dai socialdemocratici di centrosinistra (PSD) e dai democratici liberali (PD-L) di centrodestra e guidata dal primo ministro Emil Boc (PD-L). I socialdemocratici e i liberali gradirebbero Johannis come successore di Boc ma il presidente, stretto alleato di Boc, ha invece indicato due altri candidati. Se Basescu sarà riconfermato la situazione di immobilità è destinata a continuare e, secondo gli analisti, ci sarà un ulteriore ritardo nell'intervento del Fondo monetario internazionale nel far fronte alla difficile situazione economica del Paese. Le elezioni di domenica si sono svolte in concomitanza a un referendum, voluto da Basescu, per diminuire il numero dei parlamentari (attualmente sono 471) e passare da un sistema bicamerale a uno unicamerale. L'89 per cento degli elettori ha votato contro questa proposta. Le autorità impegnate nel corretto svolgimento delle elezioni hanno ricevuto centinaia di segnalazioni di brogli, compresa la compravendita di voti. Le segnalazioni sono state fatte dai principali partiti, ma anche dalla stampa indipendente e da singoli cittadini.