domenica 29 novembre 2009

LA GUINEA EQUATORIALE VOTA (RICONFERMA) OGGI IL SUO PRESIDENTE


Oggi si vota per le presidenziali anche nella Guinea Equatoriale, il terzo maggior paese africano produttore di petrolio dopo la Nigeria e l’Angola ed ex colonia spagnola. A contendersi l’incarico sono cinque candidati tra cui il presidente in carica Teodoro Obiang Nguema, 67 anni, che ha dichiarato di aspettarsi non meno del 97 per cento dei voti.
I seggi si sono aperti stamattina alle 8 e chiuderanno alle 18 ora locale. Il candidato del Partito Democratico della Guinea Equatoriale (PDGE) Obiang, che è al potere da trent’anni, aveva vinto le elezioni nel dicembre del 2002 con il 97,1 dei voti.
Gli altri tre candidati sono Placido Minko Abogo della Convergenza per la Democrazia Sociale (CPDS), Carmelo Mla Bacale dell’Azione Popolare per la Guinea Equatoriale, Archivaldo Montero dell’Unione del Popolo e Bonaventura Monsuy Asumu della Coalizione del Partito Socialdemocratico. I due principali contendenti sono il presidente in carica e Minko Abogo ma ci si aspetta un’altra larga vittoria del primo.
Obiang aveva preso il potere nell’ottobre del 1979 destituendo con un colpo di stato il leader Francisco Macias Nguema diventando capo di Stato e comandante in capo delle Forze Armate. Nel 1982 era stato eletto presidente con un mandato di sette anni. Nel 1986 ha fondato il Partito Democratico della Guinea Equatoriale (PDGE) e nel 1988 ne è diventato presidente.
Obiang era stato poi eletto nel 1989, 1996 e nel 2002, ogni volta con una percentuale superiore al 90 per cento.
Obiang è stato a lungo denunciato dalle associazioni internazionali di non rispetto dei diritti umani.
Minko Abogo è l’unico parlamentare del CPDS. Il suo partito aveva vinto uno dei 100 seggi nelle elezioni politiche del 2008 mentre tutti gli altri sono dei membri del PDGE e dei suoi alleati.
La Guinea Equatoriale, ricca di petrolio e di gas naturale, ha una popolazione di 600 mila abitanti: la parte principale del suo territorio confina con il Cameron e il Gabon e la restante è un’isola dove si trova la capitale del Paese, Malabo. E’ in paese dove scorrono fiumi di petrodollari, violenze e dove la povertà continua ad uccidere. Molte compagnie del settore energetico del mondo hanno però importanti interessi nel paese come gli Stati Uniti, la Germania, la Spagna e il Portogallo. Le compagnie americane producono nella Guinea Equatoriale 250 mila barili di petrolio al giorno e il governo sta trattando con la tedesca E.ON AG per lo sviluppo delle fondi di gas naturale.
I paesi occidentali sono accusati, da più parti, di non voler vedere la corruzione e la repressione che dominano in quel territorio, tra questi l’Unione Europea e gli Stati Uniti. In una lista di 180 nazioni del mondo, la Guinea Equatoriale è il 12 posto per quanto riguarda la corruzione.
La compagnia americana Exxon Mobil è stata la prima a scoprire il petrolio nella Guinea Equatoriale nel 1994 e sono proprio le compagnie americane a dominare ancora l’industria energetica, anche se si trovano di fronte a una crescente concorrenza. Nonostante questa ricchezza il 60 per cento della popolazione della Guinea Equatoriale combatte per sopravvivere con meno di 1 dollaro il giorno. La mortalità infantile continua a crescere e un terzo dei bambini non conclude le scuole elementari. Solamente il 30-40 per cento della popolazione può accedere ad acqua potabile e all’elettricità.
Obiang e suo figlio Teodorin sono stati indagati per i loro conti multimiliardari in Francia e negli Stati Uniti, ma non sono stati trovati elementi certi di accusa.
I risultati definitivi e ufficiali delle elezioni di oggi saranno disponibili entro una settimana.

Ecco un video satirico su Obiang e le sue relazioni con i potenti del mondo