Personalmente sono particolarmente legata alla Croazia dove ho lavorato, nel 1991, a fianco della candidata alla presidenza Savka Dabcevic-Kucar, una donna che ha segnato la storia del suo paese e che è stata a capo della cosiddetta "primavera croata". Con Savka ho attraversato un paese in guerra, abbiamo tenuto comizi tra un coprifuoco e l'altro, siamo atterrate in luoghi sotto scorta, ci siamo battute contro l'imbattibile Tujman dando una speranza di una democrazia reale che sarebbe effettivamente scoppiata anche in quel paese appena nato dopo lo scioglimento della Jugoslavia. Savka è morta lo scorso agosto dopo essere stata presidente onorario del partito che lei stessa aveva formato.
Quasi 4 milioni e mezzo di croati, compresi i 400 mila che vivono all’estero, andranno alle urne domenica prossima 27 dicembre per il primo turno delle elezioni presidenziali. La data non è stata scelta a caso ed è stata spiegata dal primo ministro Jadranska Kosor (Unione democratica, HDZ) come un’opportunità per i molti emigrati che, in occasione delle feste di natale e di fine anno, ritornano a casa. Se domenica nessun candidato otterrà la maggioranza dei voti il ballottaggio si terrà il prossimo 10 gennaio.
L’attuale presidente della Repubblica, Stjepan Mesic, eletto nel febbraio del 2000 e confermato nel 2005, non si è potuto candidare, in base alla legge elettorale, per un terzo mandato. Mesic era succeduto a Franjo Tudjman e il suo compito à stato quello riposizionare la Croazia sulla scena politica internazionale dopo il periodo di isolamento causato dalla gestione dispotica di Tudjman. Sotto la sua presidenza la Croazia è entrata a far parte della Nato ed è in procinto di entrare nell’Unione Europea.
Il presidente della repubblica Croata viene eletto per 5 anni con suffragio universale e con la maggioranza dei voti. Può essere rieletto un’unica volta. La riforma costituzionale del
- Andrija Hebrang, candidato del HDZ, ex vice presidente del governo e ministro alla salute e al welfare.
- Ivo Josipovic, il principale candidato dell’opposizione, è sostenuto dal Partito Social Democratico (SDP), docente di diritto all’Università di Zagabria e compositore.
- Milan Bandic, sindaco di Zagabria, è stato escluso dal SDP dopo aver dichiarato la sua intenzione di candidarsi. Ha il supporto del Peasants' Democratic Party (HDSS).
- Vesna Pusic, candidata del Partito liberalpopolare (HNS), capo della commissione parlamentare incaricata di negoziare gli accordi con l’Unione Europea.
- Dragan Primorac, ex ministro all’Istruzione.
- Nadan Vidosevic, presidente della Camera di Commercio, dissidente del HDZ che ha abbandonato dopo aver presentato la sua candidatura. E’ supportato dal Party of the Coastal Regions of Primorje e Gorski Kotar (PGS).
- Miroslav Tudjman, figlio dell’ex presidente Franjo Tudjman.
- Vesna Skare Ozbolt, ex ministro della Giustizia supportato dal Centro Democratico (DC).
- Damir Kajin, candidato del Partito Democratico Istriano (IDS).
- Boris Miksic, un croato emigrato negli Usa dove ha fondato
- Josip Jurcevic, storico e insegnante.
- Slavo Vuksic, candidato del Partito Democratico della Slavonia, ex parlamentare della regione Nasice. Entrambi i due principali partiti hanno subìto al loro interno una frattura quando altri candidati si sono affiancati a quelli che loro stessi avevano indicato. Con lo slogan “Per una Croazia libera ed europea” Andrija Hebrang è il candidato espresso e sostenuto ufficialmente dall’HDZ.
Il candidato ufficiale dell’SDP è invece Ivo Josipovic che ha vinto le primarie che si sono tenute all’interno del partito e nel corso delle quali si è confrontato con l’ex ministro dell’Economia Ljubo Juric. Josipovic dovrà vedersela, tra gli altri, anche con Milan Bradic, sindaco di Zagabria dal 2000 (con una interruzione dal 2002 al 2005) che si proclama anch’esso socialdemocratico e che si è rifiutato di il mancato riconoscimento da parte del partito che lui stesso ha contribuito a costruire.
I sondaggi più recenti indicano come vincitore Ivo Josipovic che precede l’indipendente Nadan Vidosevic.
La campagna elettorale è partita ufficialmente il 4 novembre scorso con l’inizio della raccolta delle firme necessarie a presentare le candidature. Ogni candidato ha avuto 12 giorni di tempo per raccoglierle tra i cittadini con diritto di voto. Le firme sono state verificate e il 18 novembre la Commisssione elettorale nazionale ha annunciato i nomi dei 12 candidati presidenti ammessi alla competizione. Il giorno dopo è iniziata la campagna elettorale vera e propria che dura 37 giorni e che si concluderà 24 ore prima il giorno delle elezioni, in questo caso a mezzanotte del giorno di Natale. Se nessun candidato raggiungerà il 50 per cento più 1 dei voti, il 10 gennaio si terrà il ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il numero più alto di consensi.
I candidati sono stati espressi dai partiti o attraverso elezioni primarie, o eletti dai responsabili dei partiti. Tutti i partiti presenti in parlamento seguono un regolamento in base al quale possono sostenere solamente un candidato e, nel caso in cui uno dei loro membri annunci la sua candidatura viene automaticamente espulso dal partito. I partiti che non candidano nessuno dei loro membri normalmente offrono il loro supporto a uno dei candidati in lizza. Questi partiti possono entrare nel novero di quelli che concorrono alla presidenza, ma talvolta il loro supporto si limita ad un’ adesione pubblica (endorsement). Il partito di destra HDSSB sostiene il candidato indipendente Milan Bandic mentre il partito di centro PGS sostiene l’indipendente Nadan Vidosevic. I candidati indipendenti Vidosevic e Dragan Primolac sono stati estromessi dall’ HDZ nel momento in cui hanno annunciato la loro candidatura. Il 5 novembre Milan Bradic ha reso pubblica la sua candidatura ed è automaticamente uscito dal SDP perdendo la sua carica di presidente del partito e leader della città di Zagabria. Dopo l’elezione, la Costituzione croata prevede che il presidente non possa essere membro di alcun partito.
Nonostante la campagna elettorale sia iniziata ufficialmente il 19 novembre in realtà è partita all’inizio dell’estate 2009, subito dopo le elezioni amministrative del maggio scorso. La scelta dei candidati, anche a causa del meccanismo di cui ho parlato (un partito = un candidato), è avvenuta in un clima che ha portato a numerose lacerazioni interne, soprattutto nel partito socialdemocratico (SDP) alle prese con la candidatura del sindaco di Zagabria Milan Bandic che ha creato numerosi malumori e prese di posizione da parte di importanti esponenti della sinistra. Milan Brandic infatti, pur agendo come se fosse in campagna elettorale, si è sempre rifiutato di ammettere la sua candidatura che ha annunciato solamente il 5 novembre quando il suo partito era ormai dilaniato.
Anche il partito di maggioranza HDZ ha vissuto un vero e proprio dramma collegato ai nomi di chi candidare a presidente. Il nome più gettonato era quello del Primo Ministro Ivo Sanader che ha stupito tutti quando, non solo ha dichiarato di non voler correre, ma anche di volersi dimettere da primo ministro e abbandonare la politica.
Lo slogan elettorale usato da Josipovic è Giustizia per la Croazia e la sua campagna elettorale è iniziata con un comizio davanti al teatro nazionale di Zagabria. In quell’occasione ha attaccato il governo in carica e il primo ministro Jadrana Kosor per aver trascurato i problemi della gente comune e non affrontato il tema della corruzione. Andrija Hebrang si è posizionato su un modello più retorico e il suo slogan è “Per un’orgogliosa Croazia Europea”. Ha accusato Kosor e i suoi alleati, Primorac e Vidosevic di aver abbandonato i loro partiti per aver abbandonato i loro partiti, qualificandoli come disertori e traditori. Vidosevic ha usato la sua conoscenza dei temi economici per acquisire popolarità durante
Milan Bandic ha rifiutato la gran parte dei dibattiti sostenendo di essere un uomo di lavoro e non di parole. La sua campagna elettorale si è incentrata sul fatto di essere una persona del popolo, fedele al suo paese, e non un intellettuale. Vesna Pusic ha molto enfatizzato il fatto di essere una donna che finalmente può accedere al palazzo presidenziale. E’ interessante notare che la Pusic è la candidata che ha maggiormente lavorato sulla sua immagine smettendo i panni di una docente e apparendo come la più disponibile anche rispetto alla sua vita personale. La sua campagna si è concentrata sulla sua visione liberale ed europea acquisita anche grazie alla sua esperienza in politica estera.