venerdì 11 dicembre 2009

IL CILE FORSE PASSA IN MANO AL CENTRODESTRA


Il conservatore multimilionario Sebastian Pinera potrebbe mettere fine, stando ai sondaggi, ai 20 anni di governo del centro sinistra nel Cile.


Pinera è sostenuto dall’Alleanza per il Cambiamento della quale fanno parte l’Unione Democratica Indipendente e il Partito per la Riforma Nazionale che negli ultimi anni della dittatura di Pinochet avevano portato una ventata di democrazia nel regime. Sebastian Pinera, 60 anni, che risulta in testa rispetto al suo diretto rivale Frei – rappresentante della fragile coalizione di centrosinistra -, è proprietario del 26 per cento della principale compagnia aerea cilena, di un’ importante squadra di calcio (Colo colo) e dispone del canale televisivo Chilevision.
Il suo programma elettorale pone al primo posto la lotta alla corruzione e la necessità di portare al governo uomini nuovi e viene definito dagli analisti politici come un centrista moderato. Gli ultimi sondaggi gli attribuiscono, al primo turno, il 44 per cento dei voti contro il 31 per cento di Frei.


Come si è detto, Meo è attestato sul 17/18 per cento dei voti e il candidato della sinistra Jorge Arrate sul 7 per cento.


Il sondaggio, che si è svolto dal 24 novembre al 5 dicembre, specifica che il margine d’errore è, in più o meno, del 3 per cento. Nonostante questi dati, la vittoria di Pinera al primo turno non è data per impossibile. Nel caso in cui si andasse al ballottaggio non sarà facile per la sinistra fare fronte comune contro Pinera che, a quel punto, vedrebbe solamente rinviata la sua vittoria. Sarebbe questa la prima volta che il Cile elegge alla carica di presidente un multimilionario che Forbes colloca al 701° posto tra gli uomini più ricchi del mondo. Nonostante abbia applicato ai suoi averi (500 milioni di dollari) il blind trust, Pinera controlla importanti investimenti all’estero. E’ un personaggio certamente atipico nel panorama del centrodestra cileno avendo sostenuto nel 1988 la fine della dittatura di Pinochet (cosa che ha più volte sottolineato durante la campagna elettorale). Ma, allo stesso tempo, è stato ampiamente sostenuto dai militari durante i suoi otto anni di mandato come senatore. Laureato in economia ad Harvard, sa bene che la sua ricchezza non dipende solo da lui. Suo padre era ambasciatore e aveva portato la sua famiglia in Europa e negli Stati Uniti.

La vittoria di Pinera segnerebbe la sconfitta dell’esordiente Marco Enriquez Ominami, un ex membro del partito Socialista dal quale si è allontanato lo scorso mese di giugno per correre alla carica di presidente, come indipendente, nel paese considerato il più stabile, economicamente, tra quelli dell’America Latina.



Marco Enriquez, regista cinematografico e parlamentare, ha condotto la sua campagna elettorale enfatizzando soprattutto la differenza d’età tra lui e i suoi avversari, tutti over 60, tra i quali anche quelli della sinistra che arriva così alle urne decisamente spaccata. Con una proiezione che gli attribuisce il 17 per cento dei voti Meo, così soprannominato, rischia di impedire alla sinistra di prendere parte al secondo turno di ballottaggio nuocendo pericolosamente al rivale del centrosinistra Eduardo Frei, candidato della Concertation, il movimento della presidente uscente Michelle Bachelet.
Frei, un politico di grande esperienza ed ex presidente del Cile, pensa ancora di doversi confrontare con il candidato del centro destra Pinera al ballottaggio del 17 gennaio prossimo, ma la presenza del giovane Meo potrebbe mandare all’aria i suoi programmi nonostante goda del vantaggio di essere il candidato della presidente uscente Bachelet. Il nome Enriquez Ominami ha un suo peso in Cile. Suo padre, Miguel Enriquez, è stato uno dei leader del movimento marxista MIR che si è battuto contro la dittatura militare di Augusto Pinochet prima che il regime cadesse e il dittatore giustiziato nel 1974. Marco, che allora aveva solamente un anno, si è trasferito con la madre in Francia ritornando in Cile nel 1986. Al suo cognome ha voluto aggiungere quello di Ominami in onore del suo patrigno, il senatore Carlos Ominami. Regista cinematografico di successo, Enriquez-Ominami è sposato con una popolare conduttrice televisiva, Karen Doggenweiler, e il suo obiettivo è quello di ottenere i voti dei giovani elettori. Meo descrive se stesso come un progressista liberale ben lontano dall’ideologia di suo padre tant’è che nella discussione per la riforma della legge elettorale e la stesura di una nuova costituzione si è distinto, da parlamentare, per le sue politiche liberali nel settore dell’economia.