mercoledì 29 aprile 2009

CHI ANDRA' A STRASBURGO


I candidati alle elezioni europee sanno che a vincere sarà il partito che li sostiene e i partiti sanno che a vincere saranno i rispettivi leaders. In questo senso Berlusconi, che è capolista nelle cinque circoscrizioni italiane, è ben consapevole (ancora una volta) che gli eletti saranno dei suoi sottoposti. Così come accade nelle regioni (Sardegna ad esempio) e nelle città dove decide di esporsi in prima persona. Per non parlare dei parlamentari che devono la loro elezione quasi esclusivamente al premier. Gli elettori, lo si voglia o meno, votano "per Berlusconi", "per Di Pietro"... E in questo senso la mancata presenza di Franceschini capolista creerà ulteriori problemi al Pd. In caso di disfatta potrà dire che non è dipesa da lui e, in caso di tenuta, i candidati potranno vantare un'autonomia che è ancora più pericolosa e che i vecchi soloni del partito già si apprestano a intercettare (uno per tutti: D'Alema è più vispo e attivo che mai e il suo modello riformista "dispone" sia di un giornale sia di una televisione).
Gli eletti certi sono quindi i candidati collocati in pole position dopo i rispettivi leaders. Gli altri si trovano davanti a una strada irta e pericolosa: 100 mila voti o giù di lì sono tantissimi e il territorio di una circoscrizione è enorme. Non bastano i voti della regione o del territorio di appartenenza. E' indispensabile prendere voti ovunque e questo obbliga a macinare migliaia di chilometri in macchina, fare migliaia di incontri con gli elettori lasciando perdere (consiglio vivamente) il "vizio" di perdere tempo con i vertici dei famosi rappresentanti di categoria che ormai rappresentano solo se stessi. I voti si prendono tra la gente mettendo in gioco la propria faccia.
I manifesti, il materiale cartaceo, sono SOLAMENTE un supporto alla comunicazione elettorale e non sono LA comunicazione elettorale. Lo stesso vale per gli spot, le paginate a pagamento sui giornali.... Gli elettori devono SCRIVERE una preferenza e lo fanno solo per una persona o nota o che conoscono (hanno incontrato) personalmente. E che comunque è portatrice di un elemento di fiducia che può essere dato dalla sua vicinanza al leader o dalle cartteristiche della sua personalità (ma quale leader asseconda un personaggio che potrrebbe oscurarlo?).
Un seggio a Strasburgo (73 quelli a disposizione degli italiani) è uno straordinario privilegio in termini economici e, nel predisporre le liste, i partiti ne hanno tenuto ben conto. E' per questo che i nomi degli eletti potrebbero già essere scritti semplicemente scorrendoli. Le "veline" e i "velini" messi in capo dai diversi partiti non andranno da nessuna parte ma servono, e i responsabili ben lo sanno, a fare spettacolo. E' il gioco della politica attuale che, totalmente mediatizzata, ha bisogno di volti telegenici, di una ventata di novità che vada a compensare la riproposizione dei vecchi "arnesi" della politica: quelli che a Strasburgo già ci sono e che non vogliono perdere il privilegio di volare gratis, di aggirarsi nelle remunerative commissioni e di portarsi a casa uno stipendio che ormai nemmeno i super manager possono permettersi. E anche quelli che dopo una vita politicamente tormentata esigono un pensionamento definitivo e soddisfacente. E quelli, poi, che nei partiti non servono più ma che vogliono una poltrona pena l'iraddiddio e che i partiti si vogliono togliere di torno.
Di outsider non se ne è mai vista l'ombra. Quelli cioè che pensano che la candidatura (a volte additittura la prima!!!!!) equivalga a un'elezione, nella corsa delle europee è meglio che abbandonino da subito il campo, pena cocenti frustrazioni.
Esiste l'eccezione, certo ma io non l'ho ancora incontrata. O forse sì. Ricordo un oscuro candidato alle europee che non è stato eletto ma che aveva ottenuto un numero strabiliante di voti. Era un ciellino per il quale la sua organizzazione aveva lavorato in tutte le regioni della sua circoscrizione. Ma, appunto, è stata un'eccezione. E quei voti, ci scommetto, qualcuno li ha rivendicati.
La politica è questa: spettacolo e vendette. Sorprese scarse.