Dopo aver annunciato che non prenderà parte, domani sera, al programma aperto a tutti i candidati premier da cui hanno già defezionato Berlusconi e Veltroni, per non mescolarsi con i piccoli partiti come Grilli Parlanti e il Bene Comune, Daniela Santanchè, la rivelazione politico-mediatica di questa campagna elettorale, ha preso di petto - sia detto senza ingiuria - il Cavaliere, con toni inusitati. Reagendo a una delle innumerevoli affermazioni del leader del Pdl («Non rispondo alla Santanchè perché la destra-Billionaire tenta di portar via voti a noi»), la candidata-premier del neonato partito di Storace ha avuto toni molto espliciti: «Berlusconi dica ciò che vuole, tanto non gliela dò!». Ora, a parte l'evidente contenuto personale di quest'attacco, a parte la scarsa pertinenza con i temi in discussione e con i problemi crescenti che nell'ultimo mese si sono affastellati sul già tormentato scenario del nostro Paese, a parte la lesione del buon gusto, che, anche se ormai gli elettori sono abituati a tutto, ha pur sempre un limite, l'escalation della Santanchè si segnala per due ragioni. Prima ragione: è coerente con una serie di exploit delle scorse settimane dedicati alle donne che, per approdare in Parlamento con il Cavaliere, avrebbero dovuto, o sarebbero già passate, secondo la Santanchè, per la «posizione orizzontale». Richiesta ripetutamente di chiarire, la candidata della Destra ha risposto che non aveva nulla da precisare, le candidate del Pdl essendo consapevoli di quel che lei rivelava, e il loro leader essendosene talvolta perfino vantato in pubblico. A parte qualche generica indignazione, d'altra parte, in quel caso non seguirono reazioni significative. Seconda ragione: Santanchè minaccia di concludere la sua corsa con nuove rivelazioni. E a questo punto bisognerà stare tutt'orecchi. Mancano ormai quarantott'ore: vai a vedere che la campagna più addormentata della storia non si concluda con un gran finale all'americana, e Flavio Briatore, il patron del Billionaire che sa la verità, tutta la verità, non si decida a parlare? MARCELLO SORGI |