mercoledì 9 aprile 2008

Monnezza


La campagna elettorale universalmente giudicata più noiosa degli ultimi anni, si concluderà venerdì senza grandi annunci a sorpresa. Dopo il faccia a faccia Berlusconi-Prodi, che fu il clou di quella del 2006, non ci saranno neppure i mortaretti finali.

Quello di Veltroni doveva essere la presentazione, se non della lista dei ministri, di alcuni nomi di spicco contattati per le responsabilità più importanti (Economia, Esteri, Industria). Ma già da alcuni giorni i membri dello staff del candidato premier del Pd negano che questa fosse la mossa segreta, ad evitare che si possa pensare che i grandi nomi, contattati, abbiano elegantemente allontanato l'amaro calice. Eppure, se anche Veltroni fosse stato in grado di presentare al suo fianco due o tre novità importanti, l'effetto-richiamo sul largo parco degli indecisi sarebbe stato indubbiamente positivo. Nella squadra, invece, come possibili (e prevedibili) nuovi membri di un eventuale governo veltroniano, restano l'imprenditore Calearo, il ministro Bianchi, passato dalla sinistra radicale a quella riformista, l'oncologo Veronesi (che era già stato alla Sanità con Amato) e chissà, se non fosse per le sue imprudenti dichiarazioni sulle prostitute per i soldati e sui gay, il generale Del Vecchio.

Più delicata la scelta di Berlusconi . In una delle sue precedenti apparizioni nel salotto di Vespa ha lasciato intendere che stava rimuginando sulla possibilità di presentare un nuovo contratto con gli italiani. Poi però il Cavaliere non ne ha più parlato, segno che vuol rifletterci fino all'ultimo. Il contratto del 2001 infatti, pur essendo stato sezionato e analizzato da studiosi serissimi (Berlusconi cita sempre l'Università di Siena), e pur essendo considerato realizzato in buona parte, viene sempre attaccato per le parti rimaste inadempiute. Quella che fu indubbiamente una trovata geniale sette anni fa, oggi potrebbe sembrare la replica noiosa di uno che non sa inventarsi niente di meglio.