venerdì 20 luglio 2007
VELTRONIANAMENTE PARLANDO
Eppure le carte non sono state ancora tutte calate. Potrebbero essere assi o due di coppe ma qualcuno le ha certamente ancora in mano. Il potentissimo D'Alema non può essersi fatto soffiare da sotto i baffi il feto del Pd a meno che non voglia che feto rimanga. Lo stesso vale per Rutelli, molto molto molto meno potente, ma testardo forse più del suo - ahilui! - compagno di cordata. La variabile costante è l'astutissimo sindaco di Roma che non è pensabile abbia commesso l'errore più elementare in cui possa incorrere un candidato e che è quello di mettersi a disposizione con troppo anticipo quando in politica ciò che più conta, sempre e comunque, è scegliere i tempi giusti. I soggetti in campo più significativi e decisori sono quindi tre.
Lo scicchissimo Colombo con vista su Park Avenue e Bindi giocano il ruolo di caratteristi al soldo, forse, di qualcuno meno chic o dismenorroico per il quale promettere una manciata di ministeri è ben poca cosa. Gli altri a seguire.
Sono quindi tre i moschettieri che si battono, uno per uno e tutti per tutti, per conquistare l'egemonia sulla Cosa 3 (4......). Chi ha fatto i conti senza l'oste? Veltroni si è intronato in quattro e quattr'otto senza fare prima una capatina nel cuore (of course) del suo cinismo che, peraltro, è il denominatore comune del terzetto? Difficile. Potrebbe anche darsi che i tre si siano accordati già su tutto (teatrino?), su chi fa cosa da qui al 2009. Ma sembra impossibile che Veltroni non abbia considerato la moltitudine di variabili che possono ancora frapporsi al suo premierato come, ad esempio, una clamorosa batosta elettorale.
Scenario 1: Vltrn si è accordato con il terzetto in modo da blindare la sua ascesa a palazzo Chigi. Quanto ai tempi, calerà l'ultimo asso quando sarà sicurissimo di non avere ostacoli sul suo cammino. Nel frattempo, in attesa del momento giusto, resterà saldamente sul trono di Roma dal quale nessuno può scalzarlo.
Scenario 2: Vltrn si è fidato del suo successo mediatico ed ha forzato i tempi dopo essersi accordato con gli "altri" per mettere definitivamente fuori gioco Prodi che non voleva accettare il fatto che da tempo è stato sancita la sua uscita di scena. A questo punto Prodi sa di essere definitivamente fuori dal giro.
Lo scicchissimo Colombo con vista su Park Avenue e Bindi giocano il ruolo di caratteristi al soldo, forse, di qualcuno meno chic o dismenorroico per il quale promettere una manciata di ministeri è ben poca cosa. Gli altri a seguire.
Sono quindi tre i moschettieri che si battono, uno per uno e tutti per tutti, per conquistare l'egemonia sulla Cosa 3 (4......). Chi ha fatto i conti senza l'oste? Veltroni si è intronato in quattro e quattr'otto senza fare prima una capatina nel cuore (of course) del suo cinismo che, peraltro, è il denominatore comune del terzetto? Difficile. Potrebbe anche darsi che i tre si siano accordati già su tutto (teatrino?), su chi fa cosa da qui al 2009. Ma sembra impossibile che Veltroni non abbia considerato la moltitudine di variabili che possono ancora frapporsi al suo premierato come, ad esempio, una clamorosa batosta elettorale.
Scenario 1: Vltrn si è accordato con il terzetto in modo da blindare la sua ascesa a palazzo Chigi. Quanto ai tempi, calerà l'ultimo asso quando sarà sicurissimo di non avere ostacoli sul suo cammino. Nel frattempo, in attesa del momento giusto, resterà saldamente sul trono di Roma dal quale nessuno può scalzarlo.
Scenario 2: Vltrn si è fidato del suo successo mediatico ed ha forzato i tempi dopo essersi accordato con gli "altri" per mettere definitivamente fuori gioco Prodi che non voleva accettare il fatto che da tempo è stato sancita la sua uscita di scena. A questo punto Prodi sa di essere definitivamente fuori dal giro.