venerdì 20 luglio 2007
REFERENDANDO
500 mila firme. Giornata tristissima da destra a sinistra. Per evitare il referendum bisogna predisporre immediatamente una nuova legge elettorale. Impossibile. Manderebbe a catafascio ogni residua alleanza. Adesso bisogna fare i conti con una possibile consultazione elettorale per la quale si può prevedere quattro scenari.
1. Viene sottoesposta agli elettori per evitare il raggiungimento del quorum. La gente si dimentica facilmente, non capisce la valenza dei sistemi elettorali e normalmente ritiene che andare alle urne sia un modo per sprecare denaro pubblico. Il quorum non viene raggiunto e si torna alla casella di partenza.
2. Nonostante l'appoggio trasversale al referendum questo viene trasformato in uno scontro tra destra (Berlusconi) e sinistra (Prodi) o, peggio ancora, gli si attribuiscono connotati moralistici simili a quelli paventati nel 1991.
Se il primo ne vede la convenienza (e di vantaggi per lui effettivamente ce ne potrebbero essere anche se lo stravolgimento della "sua" legge elettorale potrebbe far saltare il sistema che ha costruito e che si sostanzia essenzialmente nella perenne precarietà del Senato), cala la sua forza comunicativa (e Fini?) per mettere definitivamente all'angolo Prodi che però, si badi bene, è già stato accantonato dai suoi. Però a Brlscn sarebbe più conveniente avere come antagonista il Professore che il sindaco di Roma... E il sindaco di Roma potrebbe aspettare che le acque si calmino (fine del suo mandato) per fare la grande entrèe da premier. A quel punto i tempi potrebbero essere maturi per giocare da Grande rinnovatore della sinistra. Però. Però il suo avversario potrebbe essere, a quel punto, qualcuno che ancora non c'è. E qui le cose si complicherebbero nonostante abbia fatto di tutto per imbarcare il fior fiore della borghesia, dell'aristocrazia, dell'industria, della cultura. La politica è l'arte del tradimento. Consiglio. Guardarsi ai fianchi ricordando che per esempio nella sua amata (!) America (John, John F.K. ma che cosa hai davvero fatto a Marylin?) il fior fiore della borghesia, dell'aristocrazia, dell'industria, della cultura "investe" sempre su entrambi gli schieramenti e che anche da noi la pratica comincia ad essere piuttosto diffusa. Il 1991 docet.
3. I partiti capiranno la valenza dell'inciucio e, vista la mal parata, procederanno gattopardescamente per aggiustamenti della legge fino a farne uno strumento utile alla causa come l'eliminazione definitiva dei rompiscatole, un recupero ma non troppo del proporzionale, un'aggiustatina al bipolarismo. Insomma quanto basta per non stravolgere nulla. Anzi. Potrebbe essere la buona occasione per usare la legge come regolamento dei conti interni ed esterni.
4. Il referendum viene vinto da chi chiede il cambiamento della legge elettorale e i promotori fanno finta che non sia successo niente. Intanto passa l'estate, e non solo.
1. Viene sottoesposta agli elettori per evitare il raggiungimento del quorum. La gente si dimentica facilmente, non capisce la valenza dei sistemi elettorali e normalmente ritiene che andare alle urne sia un modo per sprecare denaro pubblico. Il quorum non viene raggiunto e si torna alla casella di partenza.
2. Nonostante l'appoggio trasversale al referendum questo viene trasformato in uno scontro tra destra (Berlusconi) e sinistra (Prodi) o, peggio ancora, gli si attribuiscono connotati moralistici simili a quelli paventati nel 1991.
Se il primo ne vede la convenienza (e di vantaggi per lui effettivamente ce ne potrebbero essere anche se lo stravolgimento della "sua" legge elettorale potrebbe far saltare il sistema che ha costruito e che si sostanzia essenzialmente nella perenne precarietà del Senato), cala la sua forza comunicativa (e Fini?) per mettere definitivamente all'angolo Prodi che però, si badi bene, è già stato accantonato dai suoi. Però a Brlscn sarebbe più conveniente avere come antagonista il Professore che il sindaco di Roma... E il sindaco di Roma potrebbe aspettare che le acque si calmino (fine del suo mandato) per fare la grande entrèe da premier. A quel punto i tempi potrebbero essere maturi per giocare da Grande rinnovatore della sinistra. Però. Però il suo avversario potrebbe essere, a quel punto, qualcuno che ancora non c'è. E qui le cose si complicherebbero nonostante abbia fatto di tutto per imbarcare il fior fiore della borghesia, dell'aristocrazia, dell'industria, della cultura. La politica è l'arte del tradimento. Consiglio. Guardarsi ai fianchi ricordando che per esempio nella sua amata (!) America (John, John F.K. ma che cosa hai davvero fatto a Marylin?) il fior fiore della borghesia, dell'aristocrazia, dell'industria, della cultura "investe" sempre su entrambi gli schieramenti e che anche da noi la pratica comincia ad essere piuttosto diffusa. Il 1991 docet.
3. I partiti capiranno la valenza dell'inciucio e, vista la mal parata, procederanno gattopardescamente per aggiustamenti della legge fino a farne uno strumento utile alla causa come l'eliminazione definitiva dei rompiscatole, un recupero ma non troppo del proporzionale, un'aggiustatina al bipolarismo. Insomma quanto basta per non stravolgere nulla. Anzi. Potrebbe essere la buona occasione per usare la legge come regolamento dei conti interni ed esterni.
4. Il referendum viene vinto da chi chiede il cambiamento della legge elettorale e i promotori fanno finta che non sia successo niente. Intanto passa l'estate, e non solo.