venerdì 19 febbraio 2010

Referendum costituzionale nella più piccola repubblica del mondo


In Oceania, al largo delle coste della Nuova Guinea, c’è la minuscola isola di Nauru che è la Repubblica più piccola al mondo con poco più di 14 mila abitanti. Sabato 27 febbraio i cittadini che hanno compiuto 20 anni saranno chiamati a esprimersi su un referendum costituzionale per la ratifica di numerosi emendamenti tra cui l’elezione diretta del Presidente, l’educazione dei cittadini sui temi della Costituzione e la creazione di un organo statale in grado di assumere il ruolo di Governo nelle diverse emergenze. I quesiti referendari, per essere approvati, richiedono una maggioranza di due terzi dei voti espressi. Il Capo di Stato e capo del Governo in carica è Marcus Stephen. Il sistema parlamentare è unicamerale con un’assemblea di 18 seggi. Il paese è suddiviso in 14 distretti amministrativi raggruppati in 8 collegi elettorali. La situazione politica del Paese, che ha conquistato l’indipendenza dall’Australia (di cui era un protettorato) nel 1968, dopo anni di stabilità sta conoscendo una certa turbolenza causata anche dalla non facile situazione economica determinatasi con l’esaurimento del fosfato che rappresentava la maggior ricchezza dell’isola che, tra l’altro, ha una scarsissima vegetazione. Sull'isola erano stati istituiti, per conto dell'Australia, del centri di accoglienza per emigrati clandestini che avevano suscitato aspre polemiche. Proprio in questi giorni il presidente Marcus Stephen ha superato la crisi determinata dal voto di sfiducia da parte del Parlamento e dall’accusa di aver fatto ricorso alla polizia per impedire ai membri dell’opposizione di entrare nell’edificio. Un parlamentare dell’opposizione ha dichiarato alla radio australiana che un cordone di polizia era stato predisposto per impedire ai sui colleghi di raggiungere i loro banchi. Per tutta risposta il presidente Stephen ha dichiarato che la polizia presente non era più numerosa del solito e comunque di aver superato il voto di sfiducia.

Nel Paese, che è l’unico al mondo dove non esiste una capitale, sino a poco tempo fa le notizie venivano veicolate attraverso dei messaggi scritti sulle pareti delle piazze. Da non più di due anni, grazie ai fondi e al know how dei vicini (4400 miglia!) australiani (5 ore di volo da Brisbane) il paese si è dotato di un primo sistema di comunicazioni di massa attraverso la creazione di una televisione, di una stazione radio e di un giornale. Complessivamente sul questo progetto, coordinato dall’ex produttore della ABC Rod Henshaw che è il direttore ad interim della comunicazione del Governo, sono stati investiti 450 mila dollari. Prima che Henshaw cominciasse a lavorare, nove anni fa, per il governo di Nauru, i fogli informativi che venivano distribuiti erano dei bollettini istituzionali, la radio era una sorta di jukebox e non esistevano telecamere.

Ora le notizie ufficiali vengono distribuite attraverso dei centri d’informazione disseminati sul territorio. La stazione televisiva tratta temi locali e grazie a un nuovo trasmettitore si possono seguire le tramissioni su tutta l’isola. Il 24 febbraio prossimo sarà distribuita la prima copia di un quotidiano che sarà stampato in 2 mila copie e venduto a 50 centesimi