venerdì 20 marzo 2009

GAD IL MONACO

Un racconto zen narra di due monaci che aiutarono una bella ragazza ad attraversare un fiume. Ripreso il cammino, uno dei pellegrini ricordò all'altro che ogni contatto con le donne costituiva peccato. E andò avanti a ripeterlo per ore, finché il suo compagno ruppe il silenzio: «Io ho lasciato quella ragazza in riva al fiume. Perché tu continui a portarla con te?».

L'apologo mi è tornato alla mente nel leggere che l'elegantissimo Gad Lerner ha criticato sui giornali le sciarpe ipertrofiche di Carlo Rossella, giudicandole un insulto alla miseria in tempi di vacche magre (per tacer delle pecore). Sarà vero, ma colpisce che a rilevarlo sia un uomo che va dal sarto tutti i mesi e che, quanto ad amore per gli specchi, se la batte alla pari con la regina di Biancaneve.

Le ossessioni nascondono sempre un'attrazione inconfessabile per l'oggetto delle nostre critiche. È il principio della risonanza: perché una corda vibri occorre che trovi un corrispettivo dentro di noi. Così succede che uno passi la giovinezza a contestare i capitalisti e l'età adulta ad andarci a cena insieme. E che, volendo individuare un simbolo della mancanza di sobrietà, punti l'indice sulle sciarpe invece che sugli stipendi, per esempio dei conduttori televisivi. Naturalmente il principio della risonanza non contempla eccezioni. Se ne deduce che mi occupo di Lerner perché vorrei essere ricco, elegante, ma soprattutto bello come lui.
Massimo Gramellini da La Stampa del 20.3.2009