martedì 2 marzo 2010

L'Italia al voto in ordine sparso


Il 28 e 29 marzo si vota in 13 regioni a statuto ordinario: Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia Basilicata e Calabria. Per le elezioni regionali si vota con la tanto bistrattata legge Tattarella che prevede l’elezione diretta e congiunta del Presidente e del Consiglio regionale in un unico turno. I seggi vengono assegnati con un sistema elettorale misto: l’80 per cento dei voti consiliari viene attribuito con un sistema proporzionale con voto di preferenza e il restante 20 per cento con un metodo maggioritario plurinominale. Le regioni sono suddivise in collegi provinciali. L’elettore può esprimere due voti: uno per un candidato presidente e uno per una lista (su base provinciale). Se vota solo per la lista provinciale automaticamente vota anche il candidato Presidente. E’ ammesso il voto disgiunto.

Il cosiddetto Tattarellum (termine coniato dal politologo Sartori) prevede anche dei listini regionali ai quali vengono assegnati un quinto dei seggi consiliari. Alcune regioni hanno inserito nel loro Statuto delle modifiche a questa legge. In particolare la Calabria ha abolito il listino mentre la Regione Puglia lo ha abrogato e sostituito con un premio di maggioranza che viene calcolato tra le liste vincitrici all’interno del collegio unico regionale. La Regione Toscana lo ha anch’essa eliminato, ha portato al 45 per cento la soglia di voti necessari per ottenere il 60 per cento dei seggi, ha introdotto una soglia di garanzia per le minoranze che non possono scendere sotto il 35 per cento dei voti (anche se ne ottengono di meno), ha abolito il voto di preferenza e il sistema di sbarramento varia sulla base del collegamento in coalizione. Un esempio di come complicare qualcosa che è già complicata.


Per vedere i video: www.pustetto.it

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