Il 28 e 29 marzo si vota in 13 regioni a statuto ordinario: Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia Basilicata e Calabria. Per le elezioni regionali si vota con la tanto bistrattata legge Tattarella che prevede l’elezione diretta e congiunta del Presidente e del Consiglio regionale in un unico turno. I seggi vengono assegnati con un sistema elettorale misto: l’80 per cento dei voti consiliari viene attribuito con un sistema proporzionale con voto di preferenza e il restante 20 per cento con un metodo maggioritario plurinominale. Le regioni sono suddivise in collegi provinciali. L’elettore può esprimere due voti: uno per un candidato presidente e uno per una lista (su base provinciale). Se vota solo per la lista provinciale automaticamente vota anche il candidato Presidente. E’ ammesso il voto disgiunto.
Il cosiddetto Tattarellum (termine coniato dal politologo Sartori) prevede anche dei listini regionali ai quali vengono assegnati un quinto dei seggi consiliari. Alcune regioni hanno inserito nel loro Statuto delle modifiche a questa legge. In particolare la Calabria ha abolito il listino mentre
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