mercoledì 8 ottobre 2008

RED TV


Dear D'Alema, sa quali sono i vantaggi del vivere così lontano da Roma da essere quasi in Austria, in Slovenia e in Croazia, praticamente in Europa? Che quassù (laggiù, dicono i tedeschi) di red o reds non c'è traccia. Succede cioè che mentre dalle vostre parti si impiantano le televisioni nel cuore del sistema (Palazzo Grazioli è la location più spiritosa che si potesse immaginare: equivale alla presa del Palazzo d'Inverno!) qui il solo red di cui si abbia notizia è il mio amico scomparso, ahimè, vent'anni fa e che di professione faceva il ladro di biciclette militante di sinistra. Che mi ricordi è stato lui l'ultimo red a scaldare i cuori sbiaditi dei compagni allo sbaraglio chiusi nel dibattito se era meglio architettura a Venezia o sociologia a Trento. Lui era red di natura e con ciò intendo rosso, quel fantastico colore che il compagno (?) DabliuVì ha buttato alle ortiche e sostituito con un verde ammiccante e un po' di bandiera. Insomma, per me red, lo avrà capito (e come lo ha capito!) è sinonimo di rosso, il colore della migliore gioventù, della mia e della sua, quando il primo maggio andavamo a sfilare a Cervignano (amena località a nord di Gallipoli). E siccome io l'adoro (ha capito benissimo, non si intimidisca!) non potevo non dirle che l'idea del red in versione televisiva è una genialata, sua e di quel talentuoso scugnizzo che è Velardi. Non vedo l'ora di non vederlo questo canale per parlarne come tutti ne parleranno. Lucia Annunziata sarà un avatar così come lo sarà Red (ha notato l'iniziale finalmente maiuscola?) e voglio vedere, questo sì, come faranno i dem a ritagliarsi uno spazio nel web, come dire nel niente.
Sono una sua fans e conti pure su di me: già a Cervignano sognavo di votare un giorno per i Riformisti Europeisti Democratici. Che genio! Che glamour! Che red!