martedì 15 gennaio 2008
REBRANDING
Signor Presidente del Consiglio, mi chiami pure senza esitazioni. La mia parcella sarà lieve come il passo del suo portavoce. Il Paese ha bisogno di un po' di pubbliche relazioni e anche di dare una sistematina all'immagine e infine risposizionarsi sul mercato internazionale. Non so se ha presente, ma questo è affar mio. Insomma, è il mio lavoro. Ingrato quanto vuole ma anche divertente soprattutto davanti ad episodi come quelli di questi giorni. Ho un paio di amici giornalisti nel resto del mondo ai quali potrei spiegare che è tutto uno scherzo e che i fricchettoni della Sapienza sono dei prezzolati come quelli che a Cagliari hanno buttato i cassonetti in casa del governatore. E' un periodo in cui questo paese è particolarmente gioviale. Vuole che le dia una mano per capire come comunicare, date le circostanze? Ho qualcosa di divertente in mente e sono incredibilmente spiritosa, molto più di quanto possa apparire da queste righe frettolose. Vuole mettermi alla prova? Vuole qualche idea geniale? Nel mio studio (agenzia è un termine TROPPO d'antan) ci sono solo donne straordinariamente sveglie che in tempi di campi flegrei e di santità ontate ne inventano una più del diavolo. E siccome l'altro giorno sulla 44a St ho sentito due che dicevano che per venire in Italia bisogna farsi il vaccino contro l'epatite B forse è il momento di ridefinire l'immagine di questo Paese. Noi lo chiamiamo rebranding. Do you know? Solidariamente sua.