mercoledì 26 maggio 2010
COLOMBIA: LO SPEZZATINO DEI CONSERVATORI FA VINCERE I PROGRESSISTI
Vittoria al photo finish in Colombia alle elezioni presidenziali di domenica prossima. Fino a pochi mesi fa nessuno avrebbe messo in dubbio la vittoria del delfinio di Uribe la cui popolarità è ancora altissima grazia alla sua linea dura sulla sicurezza del paese: i ribelli marxisti che hanno tenuto in scacco il paese per quasi 40 anni sono stati confinati nelle montagne e nella giungla, la produzione della droga è crollata e le milizie paramilitari di estrema destra sono state smantellate. Uribe aveva tentato di indire un referendum costituzionale per consentirgli un terzo mandato ma il 26 febbraio scorso la corte costituzionale ha bocciato questa possibilità. Uribe non è riuscito a trasferire la sua popolarità su Santos, 58 anni, chiacchierato ex ministro alla difesa con un ineccepibile pedigree politico (suo zio è stato presidente, suo nonno è stato uno dei più ascoltati commentatori politici mentre durante il suo mandato di ministro della difesa ha sottratto 15 ostaggi dalle mani dei guerriglieri tra cui Ingrid Betancourt) ma associato a un modo vecchio e superato di fare politica ben distante da quella che sta proponendo il suo principale avversario.
E’ una maxi matita il simbolo della campagna elettorale di Mockus che ne distribuisce a migliaia, durante i suoi comizi, accompagnate dalla dichiarazione: “Il prossimo capitolo della nostra storia sarà scritto con una matita e non con il sangue”.
Mockus, che nelle elezioni presidenziali del 2006 aveva avuto meno del 2 per cento dei voti non intaccando il grande successo del presidente in carica Alvaro Uribe, è sempre più appaiato nei sondaggi al candidato Santos (ex ministro della difesa) la cui vittoria, sino al febbraio scorso, era data per scontata anche dai più accurati analisti politici.
Per capire l’impressionante rimonta del due volte sindaco di Bogotà, El Professor, come è chiamato dagli studenti da quando è stato rettore della turbolenta National University, è necessario valutare il campo avversario dove i partiti della destra (i conservatori, il Cambio Radical e il Partitdo de la U) invece di compattarsi attorno al delfino di Uribe hanno scelto di correre ognuno con un proprio candidato.
Mockus potrebbe, stante i sondaggi, vincere al primo turno o andare al ballottaggio del 20 giugno prossimo con il diretto avversario Santos. La campagna elettorale di Mockus, così come aveva fatto Obama, punta sostanzialmente sul cambiamento e, elemento del tutto inedito nella geografia politica della Colombia, ai giovani elettori. La sua insistenza su questa fascia di elettori ha costretto i suoi avversari a rivedere le loro posizioni, ad adottare una visione youth friendly e scendendo così sul suo stesso terreno; ma a poco è valso il restyling dei siti web o l’uso dei social network come Twitter e Face Book per arginare il dilagante successo del candidato del partito Verde (partito costituito un anno fa su posizioni progressiste di centro e ben distanti da quelle radicali dei “verdi” tradizionali). Se il vantaggio di Santos su Mockus è oggi di 34 a 33, tra i giovani dai 18 ai 24 anni Mockus ha una percentuale a suo favore del 67 per cento contro l’ 11 di Santos. Ciò grazie a una campagna elettorale in cui, sin dall’inizio, l’uso dei new media è stato serratissimo spiazzando, di fatto, gli avversari impreparati ad affrontare i nuovi mezzi e i nuovi linguaggi. Il verde Mockus ha condotto una campagna elettorale traendo vantaggio anche dagli scandali politici che hanno caratterizzato la presidenza di Alvaro Uribe e del suo ministro Santos accusato, tra l’altro, di aver utilizzato i servizi segreti per intercettare le telefonate di magistrati, avversari politici e giornalisti.
Quando Mockus, come ho detto, ha corso come presidente nel 2006 aveva avuto meno del 2 per cento dei voti e il fatto che oggi stia per vincere dimostra quanto il paese sia cambiato in questi ultimi anni.
Quando, nel 2002, Uribe ha vinto come indipendente, la Colombia era sull’orlo di un abisso: i guerriglieri della FARC controllavano un’ampia porzione del territorio e si finanziavano attraverso i rapimenti e il commercio della droga. Bande di paramilitari hanno inoltre massacrato in questi anni centinaia di persone.
La politica di Uribe, concentrata sulla sicurezza, ha portato a un calo degli omicidi del 32 per cento e dei rapimenti del 85 per cento ma la situazione economica è precipitata nonostante i notevoli sostegni americani.
Pur riconoscendo il grande lavoro di Uribe, i giovani colombiani ritengono oggi che sia ora di voltare pagina.
Durante i due mandati come sindaco di Bogotà Mockus ha guadagnato la reputazione di un non convenzionale e onesto leader che, continuando a dichiararsi indipendente, è stato capace di rompere la lunga tradizione di circondarsi di amici e amici degli amici.
L’atmosfera in Colombia è in questi giorni comunque incandescente: sono state appena scoperte 1.053 mine che i ribelli della FARC avrebbero voluto utilizzare il giorno delle elezioni. Le mine sono state rinvenute nella provincia di Antioquia dove la scorsa settimana una squadra di marines colombiani è caduta in un’imboscata della FARC . Il comandante delle forze navali del sud ha detto che i marines erano impegnati nelle operazioni di sicurezza in vista del voto di domenica prossima.
Per visualizzare i video da FB: www.pustetto.it
Per saperne di più su Mockus
http://www.youtube.com/watch?v=DYBmcZcMQ7w
LA CONVENTION DEL RADICAL CHANGE PARY E IL CANDIDATO GERMAN VARGAS
IL SUO SPOT ELETTORALE
GUSTAVO PEDRO DELL'ALTERNATIVE DEMOCRATIC POLE PARTY
LA CANDIDATA NOEMI SANIN DEL PARTITO CONSERVATORE
DIETRO LE QUINTE DEL DIBATTITO TELEVISIVO DEI CANDIDATI PRESIDENTE