domenica 16 settembre 2007
VELTRONI E BERLUSCONI: TEMPI DURI PER TUTTI
PROBLEMA
Gli effetti della cosiddetta operazione "mani pulite" (italianissimamente trascinata da un ministro attualmente in carica, l'ineffabile Di Pietro) che a suo tempo spazzò via i partiti storici della nostra repubblica non si discostano molto da quelli che sta producendo l'operazione casta/grillo. E Veltroni, Berlusconi, Fini, Fassino, Casini, e via via i tanti che direttamente o indirettamente compongono la casta portata alla luce nell'estate del 2007, ben poco possono o potranno contro la "rivoluzione culturale" dell'antipolitica.
Tra il 1993 e il 2007 le assonanze sono troppe per non far accendere le spie d'emergenza dei partiti vecchi e nascenti, movimenti, circoli e via dicendo.
Così, come allora, la gente normale ha inteso che esiste una tribù di privilegiati (politici, politicanti, funzionari, presidenti di enti, consigli di amministrazione, ecc. ecc.) per i quali il rincaro d'autunno della michetta è solamente cronaca che sui media sottrae spazio alle loro inaugurazioni, orazioni, interventi, relazioni, presentazioni.
Negli anni novanta la percezione era che il mondo della politica fosse popolato da ladri e le inchieste dei magistrati d'assalto fornivano ampie pezze d'appoggio a questa tesi. Come andò a finire lo sappiamo.
La percezione attuale è forse ancor più grave (in quanto ad effetti sui comportamenti dell'elettorato in pectore) perchè mentre allora c'era una magistratura che, nel bene o nel male, faceva giustizia, oggi i fannulloni della politica rimangono impuniti e gozzovigliano con il denaro pubblico. Prima c'era il danno, oggi c'è anche la beffa.
E tutto ciò accade mentre il governo in carica sfiora l'indice di impopolarità mai registrato nella storia e il premier si avvia alla conquista dell'oscar di peggior attore protagonista.
Non solo. All'orizzonte di questo rimbottarsi, farfugliare, manifestarsi contro, si staglia la sagoma di un nuovo (!!!!!!!!!!) partito che ripropone quelle stesse dinamiche che portano la gente ad osannare un comico (lode al suo ufficio marketing e ingaggi).
Le code dei "diberlusconinonsenepuòpiù" per il primarie che hanno a suo tempo sancito Prodi a leader della coalizione devono essere dimenticate.
DabliuVì accantoni pure le speranze di vedere le masse accorrere a versare l'obolo e la firma per eleggerlo a salvatore della patria. Se ci saranno folle saranno quelle dei margheritini o dei diessini che vogliono iniziare da subito ad elaborare il lutto. La cosiddetta società civile, quella che a DabliuVì e ai ragazzi del '55 tanto piace, è disposta a imparare a smanettare su internet e cercare un insetto su google sino a trovare soddisfazione piuttosto di accodarsi a dire di sì a un soggetto che ripropone quello che oggi, ahinoi, vuole essere nuovamente smantellato.
L'errore, se c'è stato, è quello di aver sbagliato i tempi e i modi (praticamente tutto) e soprattutto, bloggando e bloggando l'ho già detto e lo ripeto, di aver mantenuto come riferimento universale la Capitale, la sua gente, i suoi modi, le sue terrazze, amabili, amabilissime ma odiatissime a quei restanti 50 milioni di italiani che ne popolano la periferia.
Ma, a destra e a manca, l'Italia è piena di DabliuVì in affanno che vedono, sul loro orizzonte, stagliarsi le prossime consiltazioni elettorali, roba da poco, amministrative che dovrebbero cambiare o confermare governi di città, provincie e regioni.
In questo "clima" tutto quello che sembrava semplice e scontato sta diventando improvvisamente complicato e fior fior di sindaci e governatori rischiano davvero di ritrovarsi bersaglio di monetine lanciate da cittadini più o meno stupidamente o a ragione inferociti perchè loro magari non hanno mai preso un aereo, non hanno mai visto il Gran Premio, devono fare il pieno alla loro utilitaria, pagano l'autostrada, il treno, non hamnno amici che li ospitano sui loro panfili, non hanno...blog blog blog blog.....