lunedì 31 dicembre 2007

VEDERSI

NEWS FROM NE

Mentre il mio cuore è dilaniato dall'intromissione nella mia vita sentimentale di una stangona che è una lagna e che ha fatto del gran sesso sopra e sotto (ops!) le piramidi (la mia avatar, nel caso in cui non fosse chiaro è una strepitosa bruna tutta Chanel e Paris ed Eliseo....) da queste parti è andata così.
Il conte, ex presidente della Provincia defenestrato per un peccato veniale (aver promesso un posto di lavoro a un disoccupato/candidato in cambio di voti) e uno mortale (averlo messo per iscritto), ha fondato un nuovo partito che si aggancia all'autonomismo locale (sono da considerarsi vane le richieste di spiegazioni. Non ne ho) e ai comitati del No.
L'idea non è stupida perchè in entrambi i casi - autonomismo e No ad oltranza -, esiste il cosiddetto zoccolo duro (talebani docet). Quindi una manciata di voti è garantita. Il capo, neanche dirlo, sarà la Valeria Grillo. Per eventuali commenti prego leggere tra le righe del post precedente. I propositi sono quelli di presentarsi alle elezioni comunali, regionali e provinciali. Bene, a sinistra certamente qualcuno brinda. E a sinistra anche tutto tace. Mentre verso destra si odono rombi di mortaretti (la serata si presta) dall'altra parte si aspetta che il governatore cali le sue carte e che di qui a poco (e non sarà poco) dichiari che la sua candidatura è legata ad altre candidature (provincia e comune). Questo significa che avrà due suoi uomini che faranno campagna elettorale per lui nei luoghi in cui in questo momento potrebbe incontrare maggiori difficoltà (città e provincia di Udine). Il governatore uno e trino potrebbe così cavarsela alla grande lasciando che dalla parte opposta (anche se lui NON HA parti opposte) spuntino candidature autonome, deliri personalistici, partiti dell'ultima ora. A tenere le briglie del centrodestra sarà ed è ancora il Mister. Quel senatore Saro che si sta imolando (!) per condurre Dini sulla strada della Cdl e far cadere definitivamente il Governo cosa che, se andrà in porto, gli procurerà dei crediti da parte del boss che non dovrebbe esitare a dargli carta bianca in sede locale consentendogli così di proseguire nel suo adorato giochino di sistemare le vicende da sinistra a destra. Sogno parzialmente interrotto dalla vicenda Snaidero (candidatura mancata). Ecco quindi che tutto cambia perchè nulla cambi. Così vanno le cose ad est dell'est dove i confini realmente cadono. Ma è ben poca cosa.

Sex & Sarkò


Bene. L'accesso a questo blog avviene ancora per vie misteriose quanto casuali rendendo i cosiddetti aggiornamenti una variabile indipendente dalla mia volontà.

Tanto vale riprendere quindi dal mon president per chiedersi se la sua immagine è in via di compromissione dopo il blitz sentimentale sui lidi egizi main dans la main con la sosia (in meglio) della sua ultima moglie. A parte la mia giustificata ira causata da una evidente e dichiarata invidia (l'homme est vraiment tres sexy), l'averlo paragonato a un carfagnato qualsiasi a mio parere è stato un azzardo al pari dal ritenere che un leader politico non debba o non possa - pena la messa in discussione della sua credibilità politica - tenersi sulle ginocchia delle ragazzette sgallettate, portarsi in gita una sabauda mademoiselle o congiungersi con una giovinotta già fidanzata con un gentiluomo, patron del calcio nostrano.

Il fatto che sia stata posta questa questione la dice lunga sulla persistenza di alcuni luoghi comuni legati alle cosiddette “valutazioni” di genere. Definizione quest’ultima verso la quale nutro una sincera ripugnanza e che giuro di non ripetere per il resto della mia vita virtuale. Per farla breve pare che nell’evoluta Europa l’idea dominante sia quella, di conclamata origine partenopea, che è meglio (più giusto) comandare che fottere. Idea questa certamente ispirata da qualche libertino travestito da monaco trappista che, esauriti i tradizionali colpi in canna, ha trovato conveniente diffondere il verbo della castità e via dicendo in quel milieu dove sguazza la meglio sinistra e/o destra moralista. Non è che sia perversa e che questo argomento mi gasi in particolare ma c’è un qualcosa di cattolico in questo precludere a chi ha responsabilità politiche (morali?) una allegra vita (sognata o vissuta) sessuale. Se Clinton se l’è cavata dai pasticci con la stagista con tanto di abitino blu con la prova del dna presidenziale e rischia di diventare firstgentleman, da questa parte dell’oceano monsieur Sarkò - ma che destino!, ha dovuto contendersi la presidenza con una donna (chissà se la bella Segolene ci ha tentato! Io glielo avrei consigliato…. ma questa è un’altra storia e macchiavelli non se ne dolga) – viene bollato come un leggiadro farfallone. A parte il fatto che questo genere di uomini è assolutamente delizioso, nel suo caso (c’è una divina gallery in cui è immortalato in due pose emblematiche: una con la mano sinistra molto leggermente appoggiata al didietro della sublime Carlà e un’altra mentre molto, molto signorilmente, le cede il passo alla salita della piramide) la sua ruvidità politica (intendo determinazione, sicurezza, control ecc. ecc.) è assolutamente inattaccabile. Il Monsieur è infatti così very man che un suo sconfinamento sotto un baldacchino egizio (pensiero stupendo!) con una tizia che probabilmente sta già mettendo lagnosamente in musica la vicenda, non ne compromette l’immagine politica. Eppure. Eppure non mancano i bacchettoni, i moralisti dell’ultima ora, gli omofobi e tutta quella pletora di frustrati per i quali un uomo è un uomo (e un politico è un politico) solamente se la sua vita famigliare può essere racchiusa a messa sopra il caminetto in una cornice da saldo di centro commerciale. Il discorso vale anche, ovviamente, per il nostro Trasgressore ufficiale, quello che raccomanda attricette e veline, che decide il destino di una belloccia offrendole la prima o la terza serata (televisiva).

E adesso immaginiamo che il nostro DabliuWì esca di testa (fall in love) e se ne vada a Capri mano nella mano con la Bellucci o l’icona democratica Ferilli (destroso compagno permettendo). Oppure che a farlo sia il prode premier dopo essersi liberato dal controllo a vista esercitato da sua moglie (ma perché mai lo tallona sempre? Sindrome da second lady? Gelosia? Eh he he...). Beh, non sarebbe facile gestire le vicende. E proprio perché dalle nostre parti chi comanda deve congelare sesso e cuore oppure entrare nella logica montezemoliana della famiglia aperta. Talmente aperta che tutti sono amici di tutti e la cosa è così chic da far invidiare le tavolate con le ex e gli ex delle ex che ex lo sono in tutto fuorchè nell’agiatezza (che agevola molto la gestione delle ex e degli ex). Ma attenzione. Il porcone è sempre di destra perché la sua appartenenza politica è grezza di natura. Se ne potrebbe grezzamente dedurre che anche Sarkò è un porcone. Ma qui la vicenda si ingarbuglia per una serie di motivi noti a noi del mestiere. 1. Il suo carisma, nonché charme, gli consente comportamenti, anche privati, preclusi ai più; 2. La sua nonchalance nella gestione del suo attuale flirt lo rende super partes (ohhhhhhh….!). Comunque sia Monsieur se la cava alla grande in qualsiasi modo vadano le cose e nonostante le critiche che gli giungono da destra e da sinistra, da uomini (invidiosi) e donne (invidiose).
La sua inscalfibile attitudine al comando/potere dimostra che questi non collidono con la manifestazione della sua sessualità e che le due cose possono tranquillamente procedere pari pari. Cosa che, lo abbiamo visto, non è semplice da far transitare nella mediocrità di politici ed elettori e commentatori made in Italy per i quali il sesso ha poteri di obliteramento per le menti di chi dovrebbe decidere e comandare e quindi fare politica.

L’uomo innamorato è, nel sentire comune, un debole. Così debole da essere assimilato a una donna alla quale - anche questo è un aspetto piuttosto intrigante - si perdona più facilmente che si dichiari omosessuale piuttosto che soavemente in love (vedi la Clinton o la Rice) di un uomo.

Questo post mi sembra piuttosto alberoniano nel suo sviluppo ma non va dimenticato che con quel sant’uomo ho sostenuto il mio primo esame di Sociologia 1. E lui allora era follemente innamorato di una giovane antropologa….

martedì 18 dicembre 2007

Ferrara G.

Adoro la sua antipatia.

LOVE IN PROGRESS


Prosegue il mistero. Per quanto mi sforzi attraverso l'utilizzo di alchimie tecnologiche creative (tecnologia creativa?) non riesco ad "entrare" in questo blog. Qualche spiritaccio telematico mi (ri)gira su Dogsapiens dove appaiono i miei riferimenti. La sostanza è che rischio di far morire questo blog (l'esempio con un tamagoci è tutt'altro che insensato) per incapacità di accesso. E allora uno mi potrebbe chiedere come è possibile che in questo momento ci stia scrivendo. Risposta: non lo so. Carpe diem.
Concetto quest'ultimo che deve essere ben chiaro alla Carla Bruni, qui a lato in slippini, quasi quaranta centimetri più alta del mio ultimo flirt virtuale, il nanerottolo (oh, mon petit president...) francese il cui fascino (si scrive fascino ma si legge potere) mi aveva stregata sin dai tempi in cui faceva l'avvocato d'assalto.... bè, non proprio stregata, ma la sensazione che il ragazzo avrebbe fatto strada mi era ben chiara (questo è un elementare esempio di fiuto professionale). L'altro mio potenziale flirt riguarda Putin - non c'è niente da ridere - anche lui piuttosto bassino quanto potente. Che ci sia una relazione tra le due cose, voglio dire nanismo e potere? Eppure i manuali americani sostengono che in caso di elezione è sempre favorito il candidato più alto (di statura). Bene, si sbagliano. Qui in Europa le cose non vanno in questo modo e il cavaliere ne è una prova, per non parlare del governatore del FVG. Piccini piccini ma capaci, da un qualsiasi predellino, di farsi giganti. Se poi decidono che la televisione E' IL MEZZO la loro altezza diventa un dettaglio e, vi assicuro, tra due contendenti SEDUTI davanti a una telecamera risulta più gradevole
il più esile. E qui inserisco un consiglio per gli acquisti: se una signora vuole risultare più graziosa scelga sempre una poltrona grande dove sedersi con gambe accavallate e accostate. Le poltroncine alla MVB valorizzano solamente le autoreggenti, magnifica invenzione che diventa sublime in un contesto più avvolgente (se le autoreggenti non si vedono o non si intuiscono perchè mai indossarle?) dove perdono la loro priorità e diventano UNO dei possibili elementi di charme che ovviamente funziona se abbinato all'energia che è contagiosa tanto quanto l'apatia. Personalmente se dovessi scegliere tra una schiera di potenziali candidati opterei per quello con maggiore energia. E qui, volente o nolente, devo ammettere che l'arcore's man continua a restare saldamente in testa alla top ten dei leaders nostrani più impregnati di vigore. Che il maglioncino a girocollo con sciarpa e doppiopetto sia un abbinamento deplorevole per gli snob più snob è del tutto secondario rispetto al fatto che questo ometto ha una forza interiore (che poi è quella dei venditori di pozioni magiche, degli attori, dei saltimbanchi ecc. ecc.) che lo pone di molte spanne al di sopra dei suoi attuali avversari sia della sua sia dall'altra parte. Fini per esempio, è evidente che quando parla non vede l'ora di smettere per andare a fumare e Casini è narcisisticamente deconcentrato... Quanto all'opposite side, il borbottio di Prodi è disarmante ed imbarazzante mentre l'energia di DabliuVì sembra tarata sull'ex Pci, limite non irrilevante mentre si nuota verso il grande centro (attention please, LdM is coming) dove, convergendo tutti, rimarrà a galla chi porterà in dote se stesso ("è la personalizzazione della politica, bellezza"). Ora, in un dibattito tra DabliuVì e il Cav, io propendo per una netta vittoria di quest'ultimo. Non in termini di contenuti (diranno le stesse cose, più o meno) quanto di forza: di quell'energia di cui sopra che contagia - si badi bene - soprattutto gli incerti e quella pletora sempre più robusta di elettori vaganti che dopo aver votato da una parte passano all'altra e via così...
E qui ritorniamo, tanto per consentirmi una citazione che un piccolo brivido mi provoca, alla Segolene e Sarkozy. Ricordate i dibattiti? Il limite di lei è stato quello di essere drammaticamente femminile (no energia, i pregiudizi non son acqua) a fronte di un tizio altrettanto drammaticamente maschile. Grrrrrrrrrr...........non resisto, a questo proposito, a una citazione che volevo tralasciare per non passare ancora per tardo/post/neo/femminista. Avete presente la già citata MVB? Quella rossa con la riga a zig zag in mezzo alla testa? Sapete perchè spiazza uomini e donne e quindi viene definita una lercia arrivista, bla bla bla bla e chi più ne ha più ne metta? Perchè la tizia è piena di energia contagiosa che le donne snob traducono in mancanza di stile mentre gli uomini - magari inconsciamente - è un buon motivo per farne un'avversaria. E adesso l'inevitabile domanda di rito. L'energia che fa di una persona normale un politico è innata o si acquisisce? La mia risposta è che è innata ma che molti non sanno di avere o come far emergere. E questo è mestiere mio.

domenica 9 dicembre 2007

Bien placè

I due partiti portanti (fi&pd) nel loro delirio centrista sono riusciti nell'intento di lasciare spazio alla destra e alla sinistra. Se ne desume che chi è di destra non voterà fi e chi è di sinistra non voterà pd. Essere di sinistra o di destra sarà molto chic. Luca di Conf sarà il centro del centro. Molto snob.

giovedì 6 dicembre 2007

Count (down)

Nella testa del Conte potrebbe esserci questa idea: "Come tutti gli eroici comandanti delle navi che affondano sarò l'ultimo ad abbandonarla e il mio nobile (of course) gesto dovrà essere premiato candidandomi o a sindaco di Udine o nel collegio più sicuro che più sicuro di così non si può alla Regione. Mi rendo disponibile anche a scalzare definitivamente l'uomo del caffè (già lo vedo, l'ometto senza nemmeno uno straccio di cravatta, che cerca inutilmente di interloquire con me che con la coinè sono pappa e ciccia). Se la stupida ostinazione altrui è tale da impedirmi questa nobile (of course) e astuta mossa, ho un asso (credo nella manica) da calare e che per ora tengo solo per me. Posso solo anticipare che si tratta di una donna, che ho ampiamente provveduto ad allenare per ruoli di Potere, che sarebbe un ottimo assessore o presidente. Meglio Presidente. Mandi, mandi".

mercoledì 5 dicembre 2007

FOR FELIPE


Per noi consulenti politici, in realtà voglio dire per me, che di mestiere scruto le altrui anime, pensieri e parole e vedo traiettorie a molti ignote o imperscrutabili, il pre campagna elettorale dovrebbe essere il tempo della messe. Voglio dire che invece dei venire a bussare alla mia porta nel momento della convocazione dei comizi, quando les jeux sont fait, e mancano 30 giorni alle elezioni e tutti i candidati credono che QUELLA sia la campagna elettorale, sarebbe meglio - per il loro equilibrio e per quello del mio fegato - se due parole, dicasi due, venissero scambiate nel momento in cui devono essere decisi i candidati.
Non mi riferisco ovviamente a quelli inchiavardati nelle liste bloccate della camera e del senato che potrebbero anche restare a casa a fare la calza sperando che il leader del loro partito si scapicolli per loro, ma a quelle anime vaganti che
in pectore sono consiglieri regionali o comunali e soprattutto sindaci o presidenti di regione.
Se così fosse, se cioè qualcuno avesse il buon senso di porre la fatidica domanda che nel resto del mondo viene posta a chi questo mestiere fa ("Che
chances ha quel tale di essere eletto?") molto tempo sarebbe risparmiato e forse si eviterebbe il volo di quei coltelli che, in questi periodi, attraversano segreterie di partito, aule del parlamento, consigli comunali, sottoscale, anfratti, piazze, pertugi e, nei migliori del casi, se non raggiungono l'obiettivo, aprono opzioni per vendette bibliche.
Un mio amico tarantino (non quello di Bill Kill...) dopo dieci anni da una mancata ricandidatura ha già cambiato tre partiti pur di arrivare a trapassare il cuore (virtualmente) del maledetto responsabile della sua allora involontaria uscita dalla scena politica. Ma questo è niente perchè l'uomo è mite e meridionalmente indolente e quindi prende tempo pur avendo il nemico sempre nel mirino. Le tregende si compiono e le vendette si consumano quando sullo stesso versante si contendono il posto anime diverse e, ovviamente, in contraddizione.
In poche parole: Tondo ce la farà a superare i veti, più incrociati del mio centrino a punto croce, di Saro? Sarà lui il candidato della Cdl (ex) contro il presidente della regione in carica? Per i più, quelli a cui questi nomi suonano come
round o will be, dico subito di lasciar perdere. Troppo intricata la vicenda. La domanda da porsi è: chi veramente vuole candidare Saro alla presidenza della Regione. Saro, lo si sarà capito (do you know?), è il Mister di qualche post fa. Quello che, per intenderci, essendosi piazzato al senato dove è sufficiente che uno abbia la tonsillite e salta l'ingranaggio, basta che finga di zoppicare e gli regalano stampelle e bastoni che il dr. House nemmeno immagina. Poi, diciamolo pure, dalle nostre parti negli ultimi trent'anni ha dimostrato una certa dimestichezza con la politica e, pur non avendo lo sguardo diretto e luminoso degli uomini di specchiata lealtà, sa quali porte aprire e chiudere per far precipitare o salvare parenti, conoscenti e amici (Inutile dire che io sono una sua fan. Quanto meno per rispetto professionale. Bene, chiudo l'ipocrita parentesi).
Ora, pare che il Mister non voglia il Carnico (
round zero) a contrastare il pres. in carica. I motivi? Credo perchè ritiene che perderà (questa è solamente l'opzione A).
Bè, qui dovrei, per chiarezza mia e altrui, fare uno schemino in cui delineo le alleanze e chi sta con chi. Anzi dovrei fare degli schemini (anzi, dovrei fare una presentazione in
power point) sulla base di quello che si dice, uno su quello che si racconta e uno su quello che probabilmente è e infine uno ancora su quello che probabilmente sarebbe se.
Adesso studio come procedere tecnicamente (questo attrezzo, mi dicono, ha potenzialità infinite, a me sconosciute) e poi sistemo qui
on line, ad uso e consumo del mondo, lo stato dell'arte dell'estremo est.
E' per rispondere al mio amico Felipe, adorabile consulente di Buenos Aires, che avrei dovuto vedere l'altro giorno a Bali e che forse vedrò in marzo a Santa Monica (noi consulenti collezioniamo mille miglia), che mi ha chiesto lumi e che si augura che il nostro governo cada presto così lavoreremo. La presidenta del suo paese, dice, è un esempio fulgido di gestione familiare del potere. Mi ha anche chiesto se Veronica o la Flavia hanno ambizioni. Ce la farebbero, ce la farebbero, dice lui. Lui che mi ha fatto ballare il tango scalza come una servetta di un film degli anni '50. Felipe, Felipe, per fortuna che non ci ha visti nessuno....

lunedì 3 dicembre 2007

Miseria e Nobiltà

In Provincia si sono dimessi tutti, chi per solidarietà, chi per disperazione (penso ai poveretti che per fare gli assessori si erano già dimessi da altre cariche... che inferno!). A presidiare il bel palazzo (tutte le provincie italiane hanno sede in edifici particolarmente affascinanti) è rimasto, imperturbabile, il signor conte.
Ieri sera, sul tardi, le luci della sua stanza erano accese. Forse controllava la residua argenteria.

Camorra's victim

Infilandomi le scarpe con stiletto in vernice nera dopo aver letto "Gomorra" mi sono detta che il fatto che siano deliziose mi libera da ogni senso di colpa.

COSA IN LIBERTA'

Il travaglio della "cosa" azzurra anticipa un parto pilotato podalico che consentirà ai genitori di disconoscere, e quindi di prendere a calcioni, i figli degeneri di primo letto. Già me li vedo, i tapini, mentre non capiscono il perchè della loro esclusione dalle liste, dalle cariche, dagli incarichi... Eppure avevano tante tessere, avevano presidiato i banchetti, disegnato strategie, cambiato macchina...

Bramby

Lo zig zag sulla testa della MVB è un vezzo o un presagio?

sabato 1 dicembre 2007

LOCAL MOOD


Consegnatari di tapiri, prego, buttate un’occhio a est del nord: qui c’è una squadretta di signori che se li meritano proprio. Non occorre nemmeno che pitturiate le bestie col nasone con la porporina: basta un po’ di carta stagnola e vedrete che la loro bella figura la faranno.

Questi i fatti che dovrebbero convincervi della bontà della proposta che riguarda - ve lo dico subito così non rischiate di sbagliare versante in tempi di liquidità politica -, quella che fino all’altro giorno si chiamava Casa delle Libertà.

L’arcore’s man, quello che pensava di aver disfatto e rifatto l’Italia e re-inventato la politica (e come dargli torto?) secondo me ha un’idea in testa ben chiara: la politica, la comunicazione e l’immagine di Forza Italia e dei miei alleati la faccio io dai miei cunicoli catodici e che i disgraziati sul territorio facciano quello che vogliono. Vincerà il più forte.

Il ragionamento non è così peregrino come sembra perché, lasciando scorazzare a piacimento le bestie queste alla fine si mangiano l’un l’altra e prevale quello o quelli con il pelo o lo piume più resistenti. Succede così che impazzino nell’ombra i cosiddetti strateghi così convinti di esserlo da diventarlo e che, sapendo far di conto e avendo una buona familiarità con la famigerata casta, investano il tempo a disegnare il futuro altrui possibilmente dopo aver provveduto a una loro conveniente sistemazione nel presente.

Sono quelli che negli states chiamano kingmakers e che da Udine, giù giù sino a Caltanisetta, tramano più o meno nell’ombra contraddittoriamente certi di essere stati colpiti dal fascio di luce della conoscenza. Scusatemi cari tapiratori queste digressioni ma così dicendo riesco a mantenere quel minimo di riservatezza che mi consentirà di non buttare alle ortiche la mia carriera e che quassù in provincia è condizione per poter tirar fiato senza venire impallinata alle spalle da un cacciatore della domenica con tanto di tessera nuova di zecca azzurra o tricolore nel taschino.

Succede quindi che l’estate scorsa convinca definitivamente il Mister della Cdl (con lo zampino del capo dei capi) che a sfidare il presidente della regione in carica sarà il patron delle cucine arancioni. L’uomo, che non è di legno e che riesce ad incastrare a richiesta anche le macchinine del caffè nelle sue avveniristiche produzioni, vive una fase di sincera ebbrezza: convoca sondaggisti, fa due conti per capire come piazzare l’azienda, si confronta con gli amici industriali (cane non mangia cane) e soprattutto prende tempo. Il Mister, che tutto prevede fuorché che i giochi non si svolgano secondo le sue regole e visioni, lavora allo scacchiere: fuori dai piedi il presidente della provincia che vuole fare una lista autonoma per il suo grillo parlante, fuori anche il reperto carnico che tra una dama e l’altra minaccia di mandare tutto a catafascio (muoia Sansone con tutti i filistei) in virtù di un patto d’onore (!) con il Boss, silenziatore al vispo senatore missino che un’idea di fare il presidente della regione l’aveva accarezzata. Quanto al comune di Udine, fuori il sindaco attuale (proprio da lui fortemente voluto e corteggiato. Mah!) e dentro un notaio o un commercialista con cinque cerchi sulla testa e nel cuore. Ma perché tutto questo gran daffare? Perché il Mister aveva saputo da Dagospia e da qualche blog irriverente che gira nel palazzo che fu di Margherita d’Austria (Madame) che Prodi se ne sarebbe andato a casa, che ci sarebbe stato un governo tecnico, insomma tutto quello che nell’emisfero destro della purpurea sala si diceva e si sperava. Ma non basta. Mentre Prodi avrebbe dovuto fare le valige, a piantare una grana memorabile in questa periferia dell’impero del niente politico, ci ha pensato il Disoccupato (prego predisporre il tapiro 3).

Contro il pover’uomo, per carità, niente di personale, ma una certa maniacalità deve pur averla se all’inizio di ogni campagna elettorale fa il giro dei partiti (del centrodestra, dall’altra parte si è tagliato i ponti litigando con Cecotti) e si fa sottoscrivere (carta canta) dei potenziali incarichi di lavoro. Più esattamente l’uomo sente di essere un Direttore e in questa direzione spinge i suoi interlocutori che, pur di avere in cambio un voto - dicasi uno -, firmano copiosi impegni. Non è che io ce l’abbia con i direttori, anzi, ma, tutto sommato il mondo di lavoro è più variegato e un mio amico in età, dopo aver consumato i tavoli verdi del nord Italia, si è messo a fare onorevolmente il portiere di notte così tra una camomilla e una bottiglia di minerale due puntatine on line riesce pure a farsele. Oppure una mia amica, dopo trent’anni di insegnamento allo Stellini, non trova affatto disdicevole andare a stirare a casa di chi ne ha bisogno.

Voglio dire che quello del Direttore (di chè, tra l’altro?) non è il solo mestiere (carica?) al mondo e che un po’ di precariato a uno che ha superato i cinquanta non dovrebbe fare del tutto schifo così come una sia pur piccola attività imprenditoriale: aprire un negozio, una piccola impresa… La legge Bertossi - in questo senso - offre opportunità inimmaginabili, basta avere la pazienza di leggerla e presentare una domanda.

Insomma, il Presidente della provincia che il Mister pensava di aver mandato a casa a causa della promessa scritta al Disoccupato, dal suo posto non si muove e và qua e là, da vero nobiluomo, a portare i saluti della “sua” amministrazione. Amministrazione (qui urge un piccolo stock di tapiri) la cui maggioranza è, proprio su questo argomento, andata in pezzi come una tazzina di porcellana di nobile fattura e provenienza. Come se non bastasse, del Disoccupato - che coerentemente si è candidato a sindaco con la speranza di fare poi, mal che vada, il direttore generale (ma che fissa!) -, è spuntato un ulteriore impegno pre elettorale che ha costretto alle dimissioni un consigliere comunale che, così io credo, di fare il consigliere proprio non ne aveva più voglia.

Per completare il fosco quadro, mentre il conte provinciale batteva i nobili piedini, il fabbricante di cucine quando ha sentito che da piazza San Babila è stata proclamata la dipartita del partito e della coalizione che avrebbe dovuto sostenerlo e che già di tutto quel guazzabuglio non ne poteva più, ha ringraziato per l’attenzione e si è defilato dando il geniale spunto al leader di Tolmezzo di lanciare l’idea delle primarie (del partito nascente?). Nel contempo, scusatemi tapiratori professionisti, ma la storia è complessa, quello che con le olimpiadi è tutto pappa e ciccia, ha dichiarato che di fare il sindaco di Udine non ci pensa proprio mentre continua a pensarci il notaio, di origini non esattamente friulane - macchìsenefrega - che ha amalgamato un gruppetto di extracomunali che si stanno organizzando alla faccia di chi, più o meno da quelle parti, spergiura che fare il sindaco gli fa schifo ma che da sempre si muove come se volesse intensissimamente farlo. Il Mister, che aveva data per certa la caduta del Governo, sta intanto appurando che miracolosi interventi stanno mantenendo in vita – e che vita! – il grigissimo Prodi dando così tempo a DabliuVì (Walter Veltroni per i democratici yankees) di organizzare le sue truppe per sconfiggere – a tempo debito – il cavaliere attapirato o chi per lui. Siccome il Mister adora sistemare le vicende (lui del concetto di casa della Libertà ha dato un’interpretazione molto estesa) già vorrebbe Cecotti o Guerra alla guida della provincia al posto del conte, quanto al sindaco ci sta pensando e da qualche parte dice di avere un asso (dovrebbe parlarne con il mio amico portiere di notte che di casinò on e off line sa tutto), per quanto riguarda la regione adesso vedrà di sistemare le cose in Carnia e poi svelerà il nome del competitore del signore del caffè.

Impossibile dirgli che sin qui non ne ha azzeccata una e che, se va avanti così, il sorteggio potrebbe risultare l’ultima risorsa per individuare i candidati e prendere decisioni. Avanti signori! C’è posto! Avanti, avanti! No Mister, no, no Avanti inteso come crede lei…..