mercoledì 20 giugno 2007

TV ZERO

Al fine di arginare l'ondata di antipolitica, da una del mestiere (non quindi una boutade da sfinimento), il consiglio per i consiglieri (!) e consulenti è di invitare i politici a disertare ogni studio televisivo - nazionale, locale - per i prossimi mesi (luglio, agosto, settembre, ottobre, novembre), in cui sia presente un moderatore.

mercoledì 13 giugno 2007

L'urna di cristallo

C'è da scegliere tra una dozzina di candidati per sfidare il presidente della regione in carica. Si fanno sondaggi sulla notorietà. Si voterà tra un anno ma un anno fa nessuno poteva immaginare quello che è oggi. La politica è sempre più fluida e gli elettori, oggi, sono sempre più lontani dalla politica (questa è una considerazione banale, significa che il ragionamento scorre...). I sondaggi, oggi (today), non servono a niente. Indicazioni vaghe. Anche le cose semplici modificano la percezione delle persone e della politica. I fili sui quali gli elettori e i politici inciampano sono sempre più invisibili al punto che non sappiamo dove si trovano o dove spunteranno e perchè. Alla larga dalle previsioni. Eppure tra un consulente che elabora una strategia per vincere le elezioni o acquisire il consenso e un sondaggista, il politico sceglie il sondaggista. Pochi, maledetti e subito. E sbaglia.

martedì 12 giugno 2007

ConChic

Raccontare il mestiere che faccio....
E' da un po' di tempo, esattamente da quando a New York ho comprato il libro "Why americans hate politic" - non resisto nè ai libri, nè ai vestiti, nè ai cosmetici, quanto ai gioielli ca va sans dire...- che mi dico che dovrei trovare il tempo per scrivere "Perchè gli italiani odiano la politica". Il fatto è che sono capacissima di predisporre un indice, fare una prefazione, mandare la proposta a un editore, farmela approvare e non riuscire a scrivere per mancanza di tempo. O forse perchè il desiderio si è già esaudito. "Perchè gli italiani odiano la politica" è quindi il titolo del libro che avrei voluto scrivere almeno quattro anni fa. Allora la star del political system era Berlusconi. La gente odiava la politica perchè glielo avevano insegnato i politici italiani con grande passione e dedizione. Chi si ricorda del primo Pannella che urlava contro la partitocrazia, e non eravamo nemmeno negli anni Ottanta? E il Bossi della Lega veneta? E Cossiga, che in bretelle e camicia a scacchi diceva che i politici "sono tutti dei coglioni"? Molto dopo è arrivato Di Pietro, con la barba lunga di chi non ha dormito, il cipiglio di chi ha la missione di redimere una classe politica... E noi, con l'adesivo "Di Pietro? Sì, grazie" attaccato sul parabrezza. Brr...... che tempi! Eppoi eccolo lì, l'ottavo nano, con le sue televisioni, il partito di plastica... E i conservatochic a dire "Dio, che schifo!", "Si mette il gel!", "Non è per niente minimal", "Si farà sepellire in un mausoleo, e noi vorremo essere così eleganti da non lasciare nemmeno le ceneri" (questa è una citazione di Dorothy Parker, nda). Insomma, è arrivato il Grezzo e tutta la sua banda. Qual è il mestiere più inviso ai conchic? Il venditore, ovviamente! Chi è più volgare di chi vende qualcosa? E così fu che il parlamento si riempì di venditori, ex, post e in essere. Venditori di ogni genere: di spazi pubblicitari, di polizze, di robaccia da catalogo di infima categoria. CHE ORRORE!!!!!! Quale spregio per le istituzioni! E che schifo questa politica in mano a faccendieri, maneggioni e chi più ne ha più ne metta... Per non parlare della comunicazione! I candidati su uno sfondo da previsioni meteo, l'azzurro, il richiamo al calcio (ma che bruttura!!), la canzoncina elettorale, il partito nuovo (nuovo?immettibile!). Non solo. Il kit del candidato! Ma ci ricordiamo quanto si è sghignazzato sui poveracci che andavano ad Arcore a ritirare (pagando) il manuale d'istruzioni? Se sei candidato al comune devi parlare così e così. Se ti candidano alla Regione devi dire questo e quello. E avanti di questo passo fino ai senatori... che gente! E l'impegno? E l'eleganza di un tratto grafico espressione di una cultura che trasmette valori? Tutto volatilizzato per mano di un venditore di finti venditori (io li ho visti. Posso testimoniare. Erano in due e giravano di trasmissione in trasmissione Tv in quegli anni, con l'abito blu, la camicia azzurra, la cravatta giusta e le scarpe rossastre. E dicevano di essere stufi dei partiti e di volere il cambiamento... Ho parlato con loro, lo giuro. Eravamo assieme da Santoro e da Funari e da Augias, io a parlare di immagine e di comunicazione politica e loro della società civile. Signori, lo dico a voi due.. Vi ricordate di me? Mi credevate una dei vostri e mi ammiccavate. Caspita, se vi ricordo! Ditemelo che eravate degli attori. Io lo so che quella era una genialata, altro che la mia comunicazione politica! Io ero la teoria, voi la prassi. Dicevate di essere imprenditori, piccoli ovviamente, di quelli che subiscono più degli altri il disagio del politichese... ah! che tempi!Che impresa! La vostra). E allora tutti a dire che non era possibile finire in mano a quella gentaccia, mafiosi, ciarlatani e soprattutto GREZZI. Ah, la valenza del grezzo! E gli intellettuali (gramscianamente parlando) che volevano andare in Francia, in Provenza, in Provenza!! Che disastro sarebbe oggi con il Nicolas e il suo ministero dell'identità nazionale. Gentaglia. I soliti francesi. Quasi quasi non si dovrebbe più spalmare il foie... Sarà per la prochaine fois. Eppoi si è andati sempre peggio. L'Italia è diventata il bersaglio dei giornali più smart del mondo. Un ricco al potere! Ma era mai possibile? E così è arrivato Prodi, per poco, perchè D'Alema è uno che i regolamenti li conosce bene. Insomma, c'è stato il ribaltone con compravendita di ministri e ministeri e parlamentari che passavano da destra a sinistra come nel gioco dei quattro cantoni. E poi il nanetto è tornato, questa volta addirittura con la bandana. Sublime episodio di grezzezza umana. A Porto Cervo con i peli della testa trapiantati e il suo amico Blair che solamente in Italia pensano ancora sia stato un premier... E la casa (le case) della Sardegna? Mi sia consentito un rispettoso ricordo per le finte eruzioni, il gioco di luci e suoni, la panca sulla collina... Cose da far rabbrividire i neozen con barca e vela bianche, scarpe made in Italy, caviglia abbronzata, disgustati dal cibo e dai gusti americani.. blea! "Dammi una foglietta di te. Ma cosa hai capito!?" . Bisognerebbe poi ricordare la legge elettorale. Bel colpo! Potrei anche cambiare mestiere a questo punto. Tanto, basta che uno sia candidato per essere eletto. E io, che faccio la consulente politica, che cosa mi metto a fare? Pubbliche relazioni? Ancora? Sono quasi trant'anni... E così è tornato Prodi al quale un consulente da consultare fa certamente schifo. Altrimenti avrebbe imparato, per esempio e proprio per essere basic, a parlare in maniera da farsi capire. Uno che fa il premier non può borbottare o ridere come un deficiente. Suvvia, ditegli che ci sono due o tre regoline da usare quando si sta davanti alla gente. Niente di impegnativo, per carità. Alto il mento, se è doppio di suo. Ad esempio. Oppure sorridere, che è cosa diversa dal ridere. Mah! Sembrano dettagli.... Eppoi Casarin e i dico e i soldi che guadagnano. Quante cose accadono! I furbetti (con quella faccia da berlusconiani) che dicono di essere "compagni", e le telefonate... Voglio la privacy! Cosa farebbe mio figlio se un giorno pubblicassero il testo di una mia telefonata, una di quelle stupide stupide che si fanno nei tempi morti (al semaforo, prima della pizza, ohi ohi!) per corteggiare qualcuno, oddio, che vergogna. Signori poliziotti, finanzieri, please, derubricatemi dai vostri files. So di essere talvolta tremendamente frivola (frivola dentro). E questi sono solamente alcuni dei motivi per cui gli taliani odiano la politica. Ce ne sono altri. Ma se li racconto tutti scrivo il famoso libro e non vorrei mai che un editore mi pregasse di pubblicarlo. Ho altro da fare per ora, ho ancora molto da capire e far capire. Sono fortunata.

lunedì 11 giugno 2007

Signori politici/democratici del nord, questo è un appello. Rispondete alla lettera che Luigi La Spina vi ha mandato,democraticamente in ordine alfabetico, dalle pagine della felpatissima Stampa della juve. Vi prego, dategli retta e fondate subito, anzi, fatevi promotori – per carità, meglio non ficcarsi troppo in questi pasticci – del partito democratico del nord. Già la vedo la Creatura plasmata dai vostri ideali. Non sottraete a noi, elettori anarchici e precari, la gioia di vedervi tutti assieme mentre partorite il Macrodemopartito del Nord, con la d minuscola, comme il faut. La Spina ha chiamato all’appello per prima la Bresso, la governatora del Piemonte che vuole fare, già che c’è, anche la pluriregione con la Liguria e che i valdostani, con quei casini che hanno fatto a Cogne, si annettano pure alla savoia. Voglio vedere la foto dei padri fondatori dell’MdN, magari sui gradini del museo egizio di Torino messo imprudentemente (il sito pare sia sfortunatissimo) a disposizione dal mite Chiamparino che ancora si arrabatta per far pagare i fornitori dell’olimpiade della neve più a bassa quota della storia e affidata a quelli senza erre per censo. E tra i potenziali padri fondatori, l’editorialista con la Punto ci ha messo pure il Illy che non sappiamo come se la caverebbe con la Marta Vincenzi a cui basterebbe una bandana per farne un’icona vietcong. E’ tosta la donna, cresciuta nelle sezioni del pci dei carrugi, flirta con i camalli che è una meraviglia e ha un debole per i pankabestia. Anche Cacciari, il cui salotto sembra la Feltrinelli con un vaso di Venini (grrrrr…invidia!) potrebbe avere qualche difficoltà a discettare di Weber (Max) con il ruvido Penati piombato nello scicchissimo corso Monforte a Milano direttamente da Sesto, quella che dalla Bovisa in poi chiamano da sempre la Stalingrado della Lombardia. Ci sarebbero delle incompatibilità di carattere, di status, di tappezzeria, ma volete mettere con quel pastrocchio che dovrebbe nascere, ahinoi!, sotto il segno della Bilancia e gli occhi di Veltroni? Al Colle! Al Colle!

domenica 10 giugno 2007

Spot VS Hillary

Imparare dagli americani